La prima pietra

 Quando un attore (o attrice) è veramente bravo? Semplice, quando lo spettatore non si accorge che sta recitando, quando cioè la sua parte è talmente credibile che si ha la netta sensazione di trovarsi di fronte a un personaggio reale che come tale suscita le più disparate reazioni emotive, dalla rabbia, all'odio, alla tenerezza e via dicendo.

Succede così a queste due attrici che fanno nascere (parlo per me almeno) un sentimento di rabbia e fastidio come se ci si trovasse davvero davanti a due integraliste che fanno di tutto per rifiutare tutto ciò che non che faccia parte del loro mondo. Serra Yilmaz già più volte ammirata nei film di Ozpetek è straordinaria nella sua parte, così come l'irriconoscibile (fisicamente) Kasia Smutniak.

In questa commedia girata quasi interamente all'interno di una scuola, un sasso lanciato contro una finestra è la scintilla che provoca uno scontro tra due culture che mai approderanno ad un dialogo, soprattutto se anche una sola di loro si trincera sulle sue rigide posizioni.

Il sermone finale della professoressa, che assomiglia a quelli di Albanese in 'Contromano' e 'Come un gatto in tangenziale' che le tenta tutte, rendendosi anche ridicola, pur di appianare la situazione sembra il preludio ad un happy end. Ma a differenza di quelli politicamente corretti e un po' stucchevoli (sempre a mio avviso) di Albanese che invitano ad una riflessione, stavolta il finale a tarallucci e vino non esiste e lo scontro riprende più forte di prima. E anche questo è un motivo di riflessione.