Una notte di 12 anni |
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Un film di Álvaro Brechner.
Con Antonio de la Torre, Chino Darín, Alfonso Tort, Soledad Villamil.
continua»
Titolo originale La Noche de 12 Años.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 123 min.
- Francia, Argentina, Spagna 2018.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 10 gennaio 2019.
MYMONETRO
Una notte di 12 anni
valutazione media:
3,51
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una durissima lezione di sopravvivenzadi 24luceFeedback: 844 | altri commenti e recensioni di 24luce |
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martedì 8 gennaio 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mujica, lo straordinario uomo politico venezuelano, è stato oggetto di due film alla75 Mostra di Venezia. Ora esce nelle sale il primo, La noche de 12 años (in Italiano Una notte di 12 anni). Una notte lunga 12 anni è stata la prigionia inflitta nel settembre 1973 a Mujica, Mauricio Rosencof e Fernández Huidobro, tre capi dei Tupamaros, il movimento di guerriglia che l’anno precedente era stato distrutto e smantellato con l’imprigionamento di tutti I suoi affiliati. Alvaro Brechner, valente regista uruguaiano, ricostruisce le modalità di questa prigionia. In una notte d’autunno, senza nessun preavviso, nove prigionieri Tupamaros, con un’operazione militare segreta vengono prelevati dalle loro celle, divisi in tre gruppi e, da allora in poi, per 12 anni, continuano ad essere trasferiti da una caserma all’altra del paese, per attuare un macabro esperimento: torturarli in forme nuove atte a superare il limite della resistenza mentale. Il disegno militare è chiaro “ Dal momento che non li possiamo uccidere, li facciamo impazzire” Li chiudono in celle piccolissime, incappucciati, legati, li tengono sottonutriti,nel silenzio più assoluto, impedendo loro di parlare per ottundere sempre più i loro sensi. Merito del film è di riuscire a intuire come i tre hanno fatto a sopravvivere a questo regime durato 12 anni. Messaggi in Morse sul muro per capire, dopo un trasferimento, se uno dei compagni era stato messo in una cella vicina. E quando c’era la risposta, utilizzare con cautela questa possibilità di rapporto. A superare l’angoscia dei lunghi silenzi al buio li aiutava riuscire a ricreare immagini degli affetti vissuti .L’indomita madre di Mujica riesce a fargli visita due volte, continuando a chiedere il permesso malgrado le fosse sempre negato. Questo fu forse l’unico aiuto concreto che Mujica ricevette in quei lunghi anni. Precisa il regista: “I tre attori principali, Antonio de la Torre, Alfonso Tort e Chino Darín, si sono dovuti sottoporre a un durissimo lavoro di condizionamento psicologico e fisico (hanno perso tutti circa 15 chili) per sperimentare da vicino le condizioni estreme in cui si sono trovati a vivere Mujica, Mauricio Rosencof e Fernández Huidobro. Obiettivo della messa in scena è stato di immaginarci accanto a loro, nella lotta che l'essere umano ingaggia con se stesso per non perdere la propria essenza umana"
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