Creed II

L'avanzamento narrativo dell'interessante storia di Creed, che prosegue in questo appassionato secondo capitolo lo spin-off della serie di 'Rocky', concentra qui l'attenzione sul tema delle motivazioni, su ciò per cui si è davvero disposti a combattere. Il protagonista Adonis, infatti, avrà bisogno di ritrovare se stesso. E solo poi potrà riuscire a combattere. Combattere per la famiglia, per l'onore, per qualcosa di veramente significativo. Qui il ruolo cruciale è dato proprio dalla famiglia Drago. Se nel primo 'Creed' si inseguiva la figura paterna da parte dei figli, in questo sequel c'è il superamento di questa eredità. Adonis e Viktor sono chiamati a non eguagliare i fantasmi paterni, bensì a riscattarli.
La vena nostalgica della sceneggiatura, ricca di rimandi al passato e ad un'idea di sentimento vibrante e commossa, tanto intimistica quanto umana e crepuscolare, è la forza di questo film. Un'opera che ha il sapore del vero e proprio «testamento esistenziale», nel suo raccontare e mettere in scena il passaggio generazionale oltre che la maturità formativa della propria crescita personale (tutta la pellicola tratta di rigenerazione e di educazione alla sofferenza). E Rocky (alla sua ultima apparizione, per ammissione diretta di Stallone), sotto questo aspetto, è un vero e proprio maestro per Adonis: guida d'umanità prima ancora che suo mentore sportivo. Emozionante.