Copia Originale |
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Un film di Marielle Heller.
Con Melissa McCarthy, Richard E. Grant, Dolly Wells, Jane Curtin.
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Titolo originale Can You Ever Forgive Me?.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- USA 2018.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 21 febbraio 2019.
MYMONETRO
Copia Originale
valutazione media:
3,55
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Brutta solitudinedi cardclauFeedback: |
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giovedì 28 febbraio 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film di Marielle Heller pesca in una storia vera degli anni 90: la scrittrice di biografie di personaggi famosi, immagino stuzzichevoli per un certo tipo di essere umano, animato da una curiosità forse un po’ morbosa e maliziosa, Lee Israel (Melissa McCarty), ha esaurito la sua vena creativa o l’interesse dei lettori per quel tipo di argomento, o forse è la scelta di personaggi avvertiti dal grande pubblico come non più eccitanti. Essendo fondamentalmente una free lance, con un pessimo carattere, e come unico amico il bicchiere di whisky, si trova senza lavoro e senza risorse perfino per il bread and butter quotidiano. Incapace anche per ragioni caratteriali a trovarsi un umile impiego che la impegni cinque giorni alla settimana, dalle 9.00 alle 18.00, ha una trovata per sbarcare il lunario: sottrarre, copiare, aggiungere nel post scriptum, falsificare, lettere di personaggi famosi e venderle ai collezionisti di quelle cose lì. Il vantaggio? Fare una ragionevole quantità di danaro con uno sforzo fisico e mentale limitato, senza fatica (un sogno). Lo svantaggio? Di percorrere reiterandolo un sentiero di illegalità perché il guadagno facile è di pochi eletti, in un’america capace sempre di più di controllare cosa combinino i suoi cittadini. Non siamo a livelli delle procedure che mette in opera il sistema per difendere lo status quo e il grande capitale, come nel film La Donna Elettrica di Benedikt Erlingsson, con droni, mezzi di identificazione a raggi infrarossi, analisi del DNA, …. Come dice il proverbio il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, e Lee Israel commette un fondamentale errore: mette nel post scritto di alcune lettere di un personaggio alcune considerazioni sulla sua omosessualità, cosa altamente improbabile in un periodo in cui l’omosessualità era considerata un crimine, mettendo gli specializzati acquirenti sul chi va là. Anche il recente film di Clint Eastwood, Il Corriere – The Mule, si imbarca nel racconto preso da una storia vera, in cui il protagonista sceglie l’illegalità, ma le differenze sono a mio parere clamorose. Il film del destraiolo Clint Eastwood è pieno di ironia su un sistema che sufficientemente buono non è, basti pensare a quello che avviene, alla sua recitazione, al poliziotto col cane antidroga, o quello che alla fine accetta i due barilotti pieni di popcorn. Il film di Marielle Heller racconta una invece una storia di solitudine sgangherata, poco attraente, che potrebbe essere mitigata, ma che non è, da un rapporto amoroso con Anna (Dolly Wells), per quanto immaginario e romanzato. Il bisogno di affetto si esprime solo col gatto. Anche la figura di Jack (Richard E Grant) non è particolarmente convincente. Più che un omosessuale, mi ha ricordato un clown, lo spazzacamino di Mary Poppins (l’originale), ma molto più moscio.
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