Capri-Revolution

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cappa41 domenica 23 dicembre 2018
che delusione! Valutazione 0 stelle su cinque
70%
No
30%

di SEVERINO CAPPA

Come sia possibile un così unanime coro di apprezzamenti relativi ad un pessimo film, quale è "Capri- Revolution" - è un mistero difficile da spiegare. A meno che non si debba amaramente concludere che la critica cinematografica resta  subalterna ad alcuni criteri che nulla hanno a che vedere con un giudizio motivato, e che riflettono piuttosto la tendenza ad essere indulgenti con le opere di autori italiani. In bilico fra il documentario di promozione turistica, il fantasy casereccio, il film di impegno civile, il saggio parafilosofico, la ricostruzione storico-sociologica, "Capri - Revolution" è un pasticcio indigesto, inutilmente magniloquente, sgangherato e velleitario. [+]

[+] grande cinema (di tenzo)
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paolo ferrarini giovedì 27 dicembre 2018
manieristico, troppo superficiale e poco curato. Valutazione 2 stelle su cinque
88%
No
12%

Capri Revolution è un film che parte con buone premesse. L’atavica dicotomia tra materia e spirito, perpetuata ed accesa nel corso della storia e degli eventi, che passa da visioni naturalistiche e ascetiche per un uomo in intima simbiosi con la natura, sino al materialismo e agli ideali di progresso per la collettività nella storia. Questo incontro-scontro concentrato e messo in scena in un’isola che per sua natura ha sempre spinto ogni visitatore a guardare oltre, oltre il mare, oltre le rocce e anche, oltre se stessi. Ma la realizzazione del film non sortisce l’effetto forse sperato. E così la sceneggiatura incede per superficialità e stereotipi, con un inizio focalizzato sull’aspetto bucolico e agreste della vita contadina, raffrontato alle danze paniche dei visionari giunti da ogni parte d’europa ad assaporare il calore delle rocce ed i tramonti capresi. [+]

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gbavila domenica 13 gennaio 2019
sogno o son desto Valutazione 2 stelle su cinque
94%
No
6%

La fatica di vivere coincide con la fatica di raccontare e di capire: come nei sogni più ossessivi, occorre andare dallo psicanalista per cercarne un senso. Me n'è derivata un'emicrania per inseguire i sottotitoli di una sceneggiatura frammentaria, banale, fumettistica e quasi inesistente, che rasenta i fumetti dei vecchi fotoromanzi e che ha il mero scopo di distrarre dalla bellissima scenografia. Trionfa l'easperazione finalizzata alla incomprensione reciproca, tutti contro tutti, (tranne quando nella piazza arriva la luce eletrica, la scena più bella). Il desiderio di stare altrove è fortissimo e la voglia di comprendere lascia il posto al "non vedo l'ora che finisca", e non si capisce perchè non finisca molto prima vista la fatica a cui ci sottopone per una esigenza registica abbastanza contorta. [+]

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peergynt sabato 8 settembre 2018
la rivoluzione della pastorella Valutazione 4 stelle su cinque
57%
No
43%

Ancora un bel film di Mario Martone, un film che coinvolge e non lascia indifferenti. Capri, paesaggio assolato dai colori vivissimi, dipinta dal film con l'azzurro intenso delle sue acque, è una vera metafora del mondo, quello scrigno che alberga da sempre esperienze contrastanti: la cultura tradizionale e ancestrale della famiglia della protagonista, la pastorella Lucia, da una parte; la comune di intellettuali europei pagani, naturisti, vegetariani che vedono nell'arte l'unico modo per rinnovare la società ed abbatterne lo strapotere politico-economico, dall'altra; infine la società progressista dell'epoca, rappresentata dal medico condotto del paese, che si porta dietro inevitabili conquiste culturali (la fede nella scienza, un umanesimo integrale che sa cogliere anche i valori della tolleranza e del rispetto del diverso) assieme a convinzioni ideologiche sincere ma storicamente errate (l'interventismo di una buona parte degli intellettuali del primo Novecento). [+]

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carloalberto giovedì 3 settembre 2020
cartoline da capri e tanta noia Valutazione 1 stelle su cinque
100%
No
0%

Noioso. Gli scorci di Capri e dei faraglioni non bastano a riscattare un film decisamente tedioso, che non si vede l’ora che finisca. La bravura dei giovani attori, Marianna Fontana, Antonio Folletto, Eduardo Scarpetta, Gianluca Di Gennaro, non è sufficiente per reggere due ore di dialoghi imbarazzanti. I personaggi, che parlano come libri stampati, sono stereotipati e senza spessore psicologico, sono pure semplificazioni emblematiche della Scienza, dell’Arte, delle Tradizioni, caratterizzati in modo estremo e quasi fumettistico.
Sembra un compitino ben fatto da uno scolaretto che si vuole mettere in mostra dopo aver studiato bene la lezione, che diligentemente riporta le tesi positiviste e le teorie socialiste di inizi novecento mettendole a confronto con l’idealismo new age ante litteram di un maestro santone con le fattezze del Gesù di Zeffirelli, alto biondo e con gli occhi azzurri, e l’arcaismo contadino dei caprari tradizionalisti e bigotti, ignoranti rozzi e violenti. [+]

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carlosantoni venerdì 4 gennaio 2019
c’era in tempo di guerra un gruppo di fricchettoni Valutazione 3 stelle su cinque
56%
No
44%

Non è un film di cui mi sia facile argomentare, perché è complesso, ambizioso, formalmente ineccepibile… e però distonante: lo si apprezza intellettualmente, ma scalda poco il cuore, e questo per un film non è certo un pregio. Parto dai punti negativi: prima di tutto il titolo, così incomprensibile: che bisogno c’era di unire il nome dell’isola di Capri al termine inglese Revolution, per definire una storia che qui si svolge agl’inizi del Novecento? Ma veniamo alla sostanza. Il film è prolisso, direi che se fosse durato una mezz’ora di meno ci avrebbe guadagnato in armonia descrittiva. In particolare perché si dilunga incomprensibilmente sulle scene di ballo e di esercizi estetici della comunità proto-hippy di cui il film tratta: bastava veramente molto meno e ne avremmo avuto in ogni caso abbastanza: sono scene estenuanti, nella loro inutile bellezza formale, che allude continuamente a Matisse e alla pittura simbolista francese e tedesca di fine Ottocento. [+]

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vanessa zarastro venerdì 11 gennaio 2019
living theater o dadaismo? Valutazione 3 stelle su cinque
57%
No
43%

Con questo film il regista Mario Martone chiude la trilogia sulla costruzione d’Italia realizzata dall’Unità (“Noi credevamo” del 2010), vista attraverso la vita di Giacomo Leopardi (“Il giovane favoloso” del 2014), fino all’avvento del Novecento (“Capri Revolution”). Siamo nel 1914, alla vigilia della Grande Guerra, e a Capri la popolazione vive di agricoltura e pastorizia. Sull’isola deve ancora arrivare l’elettricità e giungono solo echi di ciò che sta avvenendo nel resto del mondo. Le donne lavorano la terra, si sposano e fanno figli, cucinano, servono a tavola e non parlano in pubblico. [+]

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nino pellino giovedì 3 gennaio 2019
gli albori dell'emancipazione femminile Valutazione 4 stelle su cinque
43%
No
57%

Ancora una volta il bravo regista Mario Martone imprime in questa sua ultima opera cinematografica una considerevole lezione di storia che questa volta riguarda l'interessante tema dell'emancipazione femminile, di cui attraverso questo film, ne colloca verosimilmente gli allbori nel periodo immediatamente antecedente lo scoppio della prima guerra mondiale che naturalmente vide coinvolta anche l'Italia. La storia di questo film si svolge a Capri e la protagonista è la giovane Lucia, sommessamente consenziente e servizievole nei riguardi prima della figura paterna e, poi, successivamente alla morte di costui, al potere autoritario del propri fratelli. Lucia è pertanto un'umile pastorella dallo scarso grado di alfabetizzazione che dedica il suo tempo a mungere e a guidare un gruppo di capre appartenenti alla sua famiglia. [+]

[+] siamo nel 1914 ma i temi sono anche attuali. (di no_data)
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mauridal lunedì 7 gennaio 2019
le rivoluzioni mancate Valutazione 3 stelle su cinque
29%
No
71%

 


Capri -Revolution un film di Mario Martone 2018 

( Le rivoluzioni mancate)

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fabiofeli martedì 22 gennaio 2019
non rinunciare alla metà del cielo Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

Lucia (Marianna Fontana), una pastorella analfabeta, spinge le capre al pascolo sulle rupi scoscese di un’isola; è l’alba e i suoi occhi stupiti colgono la visione di un gruppo di uomini e donne nudi sulle scogliere sottostanti in trepidante attesa del primo sole. La giovane vive con la famiglia, padre madre e due fratelli, a Capri, immersa in un mondo patriarcale e chiuso alle soglie del primo conflitto mondiale. Il padre di Lucia è gravemente infermo per una malattia contratta sul lavoro a Bagnoli. Il gruppo naturista è guidato dal pittore Seybu (Reinhout Scholten Van Aschat) ed è composto da artisti provenienti da vari paesi Europei, alla ricerca di espressioni artistiche nuove, come la danza, in sintonia con la natura in grado di fornire bellezza ed energia non solo ai corpi umani. [+]

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