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La cifra stilistica del film è "l'on the road",tipico del cinema americano che qui per un attimo lascia da parte gli assolati paesaggi del texas per svolgersi in puglia,e direi con una scelta appropriata di ambientazione.
L' '"on the road" cos'è se non una metafora della vita vista come un viaggio,come un procedere verso una meta che è posta nell'aldilà
del presente e che rappresenta il nostro sogno in forma di libertà.
E la libertà per il regista qui è rappresentata dai ns isitinti,è nella ns natura,viene dal profondo di noi stessi e si manifesta con particolare intensità nell'innamoramento e con il cuore ove infatti si travalica ogni catena che ad esso si può porre.
I protagonisti infatti intraprendono un viaggio fuggendo dal proprio presente fatto di povertà,emarginazione e sottomissione per coronare un sogno d'amore.
Il cane che li accompagna fedelmente,Xolo,è di questa storia il simbolo portante in quanto è un cane che ha ucciso il padrone pur non essendo cattivo,si vede che lui non tollera freni e catene,è nato libero e vuole affrontare il mondo anche se,senza padrone muorirà di fame molto probabilmente.
E molto amaramente ma proprio questo e cioè un improbabile esito potrebbe essere la possibile sorte finale dei due protagonisti e della loro storia,ma anche di chiunque altro abbandoni,come in un sogno utopico,le proprie catene rappresentate dai propri impegni e dai propri doveri.E i sogni utopici,si sa,non durano,sono viaggi impossibili che prima o poi si debbono arrestare per fare i conti la realtà.Ma i sogni utopici perseguiti nella realtà o nella ns fantasia come al cinema sono la vita stessa sono il racconto.
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