alex62
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venerdì 15 settembre 2017
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che destino cinico e baro!
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Ci sono attrici e attori che hanno come un destino che li perseguita, di ruolo in ruolo, di film in film: una serie di occasioni mancate perché tutte mediocri, tutte indegne. Attrici, come Katherine Heigl, bellissime, bravissime, intense, dotate e grandi professioniste, che magari riescono, grazie alle indubitabili doti, a fare di un personaggio, all'interno di un film di serie C, un piccolo capolavoro. Ma a cosa vale, se poi l'intera operazione è semplicemente un fallimento. Non ricordo una sola pellicola, con Katherine, una delle donne più belle e affascinanti del mondo - no, non esagero! - che possa considerarsi aver raggiunto la “sufficienza”, per intenderci, le fatidiche 3 stelle di Mymovies! Eppure credo di averli visti quasi tutti i film nei quali è, meritatamente protagonista.
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Ci sono attrici e attori che hanno come un destino che li perseguita, di ruolo in ruolo, di film in film: una serie di occasioni mancate perché tutte mediocri, tutte indegne. Attrici, come Katherine Heigl, bellissime, bravissime, intense, dotate e grandi professioniste, che magari riescono, grazie alle indubitabili doti, a fare di un personaggio, all'interno di un film di serie C, un piccolo capolavoro. Ma a cosa vale, se poi l'intera operazione è semplicemente un fallimento. Non ricordo una sola pellicola, con Katherine, una delle donne più belle e affascinanti del mondo - no, non esagero! - che possa considerarsi aver raggiunto la “sufficienza”, per intenderci, le fatidiche 3 stelle di Mymovies! Eppure credo di averli visti quasi tutti i film nei quali è, meritatamente protagonista. Nel suo, ormai lungo curriculum, costellato di ruoli drammatici, ma soprattutto ironici, o addirittura comici, già perché lei eccelle perfino nel comico, nonostante la sua bellezza unica, eccelle nel genere più difficile per un'attrice bellissima, c'è una sola, simpatica commediola, con Gerard Butler, che meriti un 5 e mezzo, e loro due insieme sono fantastici: “La dura verità”; con quella divertentissima citazione, al ristorante, de “Il gioco” di Milo Manara, geniale autore di fumetti, italiano.
Addirittura in Grey's Anatomy, serie TV che la lanciò, sono state scritte e realizzate puntate migliori delle sceneggiature che poi si è trovata a interpretare al cinema. Insomma, un disastro completo.
Sarebbe stata un'occasione d'oro, questo spietato confronto con la splendida, elegante, dolce, panterona Rosario Dawson e infatti le scene degli scontri fra loro due sono le uniche che si salvano dal naufragio generale. Purtroppo un'occasione impossibile da cogliere, per l'impreparazione della regista, per il dilettantismo degli sceneggiatori, per l'insulsaggine della trama: suspence? sì, con Hitchcock grande e buon'anima che si rivolta nella tomba! Macché suspence!?! Ma siete mai stati stati al cinema?!
Nessuna originalità nel plot, che mette in scena la trita sfida fra ex psicopatica, figlia di madre psicopatica, alla nuova fidanzata dell'ex-marito, con contorno di anello, attizzatoio del caminetto come arma del delitto e piccola figlia, innocente e capitata in mezzo al tragico “polpettone”.
La regista Denise Di Novi, californiana, è rimasta incastrata nel tipico linguaggio filmico da vecchia soap-opera - del quale è esperta -, ormai totalmente eclissato dalle preziosi ultime serie TV, di alto pregio, eppure veniva da ottime produzioni di Tim Burton, compreso “Edward mani di forbice”, con il talentuosissimo Johnny Depp. Manco a dirlo, “L'amore criminale” è il suo esordio come regista…!
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elgatoloco
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martedì 18 agosto 2020
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complessivamente non banale
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Certo, quello di"Unforgettable"(Denise Di Novi, non autrice di soggetto e sceneggiatura, 2017)non affronta certo una tematica nuova, anzi: quello della rivalità femminile per la conquista-"ri-conquista"di un uomo, anzi.. Almeno da film con Greta Garbo in poi conosciamo, per così dire, punti di riferimento interni ed esterni, abbrivio, svolgimento, per non dire(questo magari meno, ma...)il finale . Tuttavia, in complesso, possiamo dire che la maniera in cui l'autrice(mano femminile, appunto)affronta il tema non risulta banale, in quanto, pur se certa ostentazione patologica della prima moglie risulta a tratti troppo marcata, quasi"esibita", in modo che lo spettatore giunga troppo facilmente alla"soluzione", complessivamente il tutto risulta abbastanza credibile, pur nel progresso della"follia"(uso il temrine sempre con un certo distacco, dato che non esiste di per sé una categoria definitoria assoluta che racchiuda ogni processo"patologico"), in quanto la suspense rimane, l'alternanza tra ricostruzione del passato e svolgimento"presente"risulta interessante, creando appunto quell'"attesa"che comunque è assolutamente necessario, in e per un film come questo.
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Certo, quello di"Unforgettable"(Denise Di Novi, non autrice di soggetto e sceneggiatura, 2017)non affronta certo una tematica nuova, anzi: quello della rivalità femminile per la conquista-"ri-conquista"di un uomo, anzi.. Almeno da film con Greta Garbo in poi conosciamo, per così dire, punti di riferimento interni ed esterni, abbrivio, svolgimento, per non dire(questo magari meno, ma...)il finale . Tuttavia, in complesso, possiamo dire che la maniera in cui l'autrice(mano femminile, appunto)affronta il tema non risulta banale, in quanto, pur se certa ostentazione patologica della prima moglie risulta a tratti troppo marcata, quasi"esibita", in modo che lo spettatore giunga troppo facilmente alla"soluzione", complessivamente il tutto risulta abbastanza credibile, pur nel progresso della"follia"(uso il temrine sempre con un certo distacco, dato che non esiste di per sé una categoria definitoria assoluta che racchiuda ogni processo"patologico"), in quanto la suspense rimane, l'alternanza tra ricostruzione del passato e svolgimento"presente"risulta interessante, creando appunto quell'"attesa"che comunque è assolutamente necessario, in e per un film come questo. Decisamente"Unforgettable"avrebbe corso facilmente il rischio di"incagliarsi", di ritornare a rimasticare situazioni e tematiche viee in quanto troppe volte già percorse, ma il film, come risulta alla visione, non si "inceppa", non rimane prigioniero del suo stesso procedere, del proprio sviluppo. Anche la tematica del bambino, che è indubitabilmente della prima moglie, ma che la seconda cura come fosse suo, non è una"zeppa", un elemento accidentale aggiunto, ma risulta funzionale in questo gioco nel quale protagoniste sono, in modo assoluto, le donne. Rosario Dawson , la seconda moglie(e in qualche modo anche madre)è convincente, mentre Katherine Heigl rappresenta l'elemento"bloccante", "folle", ma in modo complessivamente non meccanico, Il personaggio maschile principale , più"sfocato"è meno quintessenziale , a tratti non superfluo, ma messo là come"pietra d'inciampo"ed elemento del contendere. El Gato
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