Anno | 2017 |
Genere | Fantasy, Horror |
Produzione | Giappone |
Durata | 142 minuti |
Regia di | Sion Sono |
Attori | Megumi Kagurazaka, Yumi Adachi, Kaho, Akihiro Kitamura, Shinnosuke Mitsushima Ami Tomite. |
MYmonetro | 2,72 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 5 dicembre 2017
Una ragazza deve fare i conti con la forza 'assetata di sangue' di un gruppo di vampiri.
CONSIGLIATO SÌ
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Tokyo, 2021. Manami vorrebbe festeggiare il suo compleanno, ma la celebrazione si trasforma in una carneficina. Quel che Manami non sa è che è l'unica sopravvissuta a recare in corpo sangue dei discendenti di Dracula, estromessi dal mondo secoli prima da un'altra casata di vampiri rumeni.
Con all'attivo quasi 40 film in circa 30 anni di carriera, anche Sono Sion si cimenta con una serie Tv ad alto budget, prodotta da Amazon. Nasce tutto in Transilvania, al festival cinematografico locale: Sono Sion è l'ospite principale e, dopo una visita al turisticissimo e posticcio "Castello di Dracula", decide di dedicare una serie ai mostri preferiti di cinema e tv, i vampiri. Trascurando il fatto che il Giappone sia il luogo meno sensibile al fascino dei non-morti dai canini affilati, visto lo scarso successo conseguito da Twilight e dalle innumerevoli produzioni in tema succedutesi negli ultimi anni.
Tokyo Vampire Hotel nasce quindi in Romania e non manca di sottolinearlo: le litanie nella lingua di Dracula si sprecano, così come le graziose e lolitesche vampire incantatrici.
Rumene o giapponesi che siano, infatti, le sexy teenager sono ancora una volta al centro dell'inquadratura: tartassate, desiderate, a(r)mate, mutilate, vilipese e ricoperte di sangue, le ragazzine terribili di Sono Sion sono più che mai protagoniste di Tokyo Vampire Hotel. Ma nella versione cinematografica della serie prodotta da Amazon tutti i temi cari al regista nipponico tornano in maniera massiccia: il crepaccio che separa le generazioni dei padri e dei figli (Antiporno, Noriko's Dinner Table), il fascino e l'abominio della religione (Love Exposure), la parodia del mondo yakuza (Tokyo Tribe), il grand guignol (Why Don't You Play in Hell?).
Peccato che due ore e mezza risultino insufficienti per la quantità di personaggi e microstorie introdotti ma eccessive per una fruizione spensierata. Come spesso capita con gli adattamenti di serie per il grande schermo, il rumore delle forbici si avverte troppo, a scapito della coerenza narrativa e della continuità tra i diversi segmenti.
Di sorprendente restano un numero di cadaveri da record, che si trasforma in un fiume di sangue inarrestabile, e una cornice suggestiva, che rimanda al barocco europeo e che forse troverà spazio più consono negli episodi singoli della serie vera e propria. Oltre alla stoccata polemica sul Giappone odierno, finito nelle mani di un primo ministro nazionalista, disposto a ogni compromesso e del tutto connivente con le creature delle tenebre.
Piccola nota di merito per le citazioni dal cult House di Nobuhiko Obayashi, omaggiato dall'albergo vivente dei vampiri. Per un felice prosieguo della carriera dell'incontinente regista, tuttavia, sarebbe ora di mettere da parte quel bisogno di trasgressione liberatoria da stagione adolescenziale del cinema, stile Peter Jackson pre-Creature del cielo. È giunto il momento di pretendere di più.