Tre manifesti a Ebbing, Missouri |
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Un film di Martin McDonagh.
Con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish.
continua»
Titolo originale Three Billboards Outside Ebbing, Missouri.
Thriller,
Ratings: Kids+13,
durata 115 min.
- USA, Gran Bretagna 2017.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 11 gennaio 2018.
MYMONETRO
Tre manifesti a Ebbing, Missouri ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Razzista e violenta l'America di provincia in tre manifesti
di Emiliano Morreale La Repubblica
Tre manifesti, come dice il titolo, nella tranquilla cittadina di Eb-bing, Missouri. In una strada secondaria dove non passa nessuno. C'è scritto, rispettivamente: «Stuprata mentre moriva», «Ancora nessun arresto?», «Come mai, chief Willoughby?». A comprare lo spazio pubblicitario è Mildred, la cui figlia era appunto stata tragicamente uccisa diversi mesi prima. E Willoughby è quasi un capro espiatorio (oltretutto malato terminale di cancro), che la donna indica per sollecitare le indagini. La reazione della polizia è dapprima violenta, ma l'ossessione della donna ben presto si rivela ancor più temibile. Mentre intorno e sotto questa comunità si intravedono baratri di orrore, tra violenze domestiche e razzismo diffuso. Certo, l'ombra dei Coen, dopo il film di Clooney, si proietta anche su questo Tre manifesti a Ebbing, Missouri, altra descrizione del Male come stupidità collettiva: Fargo è il primo titolo che viene in mente, non solo per la presenza di Frances McDormand. Però l'ambientazione southern cambia molte cose, nel tono grottesco e, si potrebbe dire, nell'attitudine morale di fondo: non a caso uno dei personaggi viene mostrato mentre legge Flannery O'Connor, grande scrittrice cattolica della Georgia, maestra del racconto tragicomico e apocalittico sul male. Il tono del film è proprio quello, di un'assurdità che nasce dalle pieghe del quotidiano, e in cui l'ostinata, folle ricerca di giustizia (anzi, di vendetta) da parte di Mildred è solo uno degli aspetti di una follia collettiva. Non ci sono buoni e cattivi, certo: e però non c'è alcun cinismo, nella visione dell'autore: anzi, alla fine una sorta di pietà, di comprensione dei limiti enormi dell'uomo, lascia intravedere una possibilità di riscatto e rende il film ancora più sfumato. Lo sguardo esterno sull'America è stata una costante del festival. Un film di produzione inglese ambientato tra l'Oregon e il Wyoming (Lean on Pete), uno italiano dal Massachusetts alla Florida (Virzì), e questo, di gran lunga il migliore, co-prodotto con Inghilterra e Irlanda. Anglo-irlandese è anche McDonagh, che dirige in maniera corretta, usa bene il formato panoramico per rendere lo spazio piatto della cittadina. Ma il suo talento straordinario si direbbe quello di sceneggiatore (ha anche scritto il copione), a cominciare dai dialoghi, un fuoco di gag e di battute sempre sottili, peraltro messe in scena dirette con tempi comici ineccepibili utilizzando al meglio gli attori: tra gli altri, lo sceriffo Woody Harrelson, il suo stolido agente Sana Rockwell, il marito John Hawkes, i due rossi Caleb Landry Jones e Lucas Hedges (candidato all'Oscar per Manchester by the sea). E ovviamente la McDormand, capace di passare da un irresistibile sarcasmo a un buffo stupore a un'autentica, folle ferocia, senza perdere l'umanità.
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