vanessa zarastro
|
giovedì 8 febbraio 2018
|
non svelate gli altarini…
|
|
|
|
Molti sono i film che negli ultimi anni mostrano gli “scheletri negli armadi” delle famiglie borghesi. Per di più esse sono quasi sempre un gruppo di amici o famiglie progressiste, intellettuali e di sinistra. Tradimenti, rapporti etero e omosessuali, ipocrisie, contraddizioni e quant’altro si può disvelare sotto le relazioni apparentemente convenzionali.
Nel film Carnage del 2011 di Roman Polanski, due coppie provano a chiarire “civilmente” un litigio tra i rispettivi figli, girato in un’unica location a Brooklyn per rischiare loro stessi di finire in una rissa. Nel film francese Cena tra amici di Alexandre de La Pantellière e Matthiew Delaporte del 2012, la scelta del nome del futuro figlio diventa un pretesto per scatenare dispute tra tutti i commensali. Con la sua versione italiana Il nome del figlio dell’Archibugi del 2015 il film di Alexandre de La Pantellière condivide la pièce di partenza Le prénom degli stessi registi, già trionfo teatrale a Parigi del 2010. Anche I nostri ragazzi di Ivano De Matteo sembrerebbe “sollevare il coperchio di una pentola a pressione” quando nella vita di due fratelli con modelli di vita molto diversi, felicemente sposati, fanno una terribile scoperta riguardante i rispettivi figli. Invece in Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese del 2016, la collettivizzazione dei cellulari, sempre un gruppo di amici a una cena, apre i segreti più nascosti di ognuno. E questi titoli citati sono solo quelli che ricordo in questo momento.
The Party è in questa linea. Presenta un cast stellare e un finale a sorpresa ed è tutto girato in bianco e nero nella casa di Bill (Timothy Spall) e di sua moglie Janet (Kristin Scott Thomas). Lei è stata appena nominata Ministro della Salute nel governo ombra (presumibilmente Laburista,) lui è un intellettuale che ha rinunciato alla sua carriera (una cattedra a Yale) per sostenere Janet mentre un gruppettino ristretto di amici intimi si ritrova a casa loro per brindare all’evento: Martha (Cherry Jones) una vetero-femminista con Jinny (Emily Mortimer) la sua giovane compagna incinta, April (Patricia Clarkson), l’amica del cuore di Janet con il compagno Goffried Bruno Ganz (un naturopata tedesco), e Tom (Cillian Murphy), un giovane manager finanziario che veste Prada e indossa un costoso Audemars Piguet, marito di Marianne ex dottoranda di Bill, che però arriverà in ritardo.
The Party è sostanzialmente una pièce teatrale di ambiente elegantemente liberal, divertente e ben recitata, anche se Bill/Timoty Spall è un tantino sopra le righe e si fatica un po’ a vederlo nei panni di un seduttore. Bruno Ganz ha perso completamente lo smalto wendersiano ed è mostrato come un simpatico e stravagante vecchietto.
Il film è tutto parlato in modo serrato ed ha il pregio di durare solo 71”, tempo eccezionale in un periodo di film fiume. Ottima la scelta dei brani musicali.
Geoff Andrew della rivista “Sight & Sound” lo ha definito «una satira dark che espone le debolezze della classe media britannica e dei sistemi politici, con dialoghi acuti e deliziosa ironia». Presentato alla 67ma edizione del Festival di Berlino, The Party si è aggiudicato il Guild Film Prize.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
maramaldo
|
domenica 18 febbraio 2018
|
non cercate messaggi...
|
|
|
|
... qualora, per caso, ne trovaste - negativi, amari, impietosi - fate finta di niente, come se non ce l'avessero con voi.
Godetevi senza pensieri questo pezzo di "bravura" non così frequente. The Party, una volta tanto, azzecca il connubio tra teatro e cinema: recitazioni esemplari ed un'efficace espressività drammatica, il tutto cadenzato da secche staffilate di sarcasmo, altro che british humour. Un bianco e nero che non promette allegria, cinquanta sfumature di grigio da obitorio, da incubo. Non voglio scoraggiare dall'usare le vostre capacità di analisi; se volete, chinatevi pensosi sulle ambasce del Labour inglese, chissà ne ricaverete insegnamenti.
[+]
... qualora, per caso, ne trovaste - negativi, amari, impietosi - fate finta di niente, come se non ce l'avessero con voi.
Godetevi senza pensieri questo pezzo di "bravura" non così frequente. The Party, una volta tanto, azzecca il connubio tra teatro e cinema: recitazioni esemplari ed un'efficace espressività drammatica, il tutto cadenzato da secche staffilate di sarcasmo, altro che british humour. Un bianco e nero che non promette allegria, cinquanta sfumature di grigio da obitorio, da incubo. Non voglio scoraggiare dall'usare le vostre capacità di analisi; se volete, chinatevi pensosi sulle ambasce del Labour inglese, chissà ne ricaverete insegnamenti. Rischioso, invece, per un eventuale coinvolgimento, inoltrarsi nella visione del disagio e del disastro di quella società avanzata anche...nella decomposizione.
Qual è l'inconveniente di questi film impoetici e amorali? L'effetto immedesimazione. Mancando una patina rosa o un'atmosfera azzurrina, lo scorfano gigantesco che alberga nella tua anima tu non te l'abbracci ma sospetti di essere lui. Per esempio, molti di voi si vedranno in Gottfried (Bruno Ganz): saggezza, bonomia, scarso successo in famiglia, concezioni alternative, a proprio agio con gli "universali". Una più approfondita riflessione vi porterà a riconoscervi in Bill (Timothy Spall), il personaggio centrale di questa tragedia, vilipeso dalla sorte, oltraggiato dagli intimi, abbrutito al pensiero della fine imminente, nonostante ciò ha ancora "grilli per la testa".
Non mi soffermo su di "lei", Janet (Kristin Scott) in quanto può avere valenze supplementari a quella di essere il simbolo di una visceralità implacabile. All'inizio e alla fine vi punta una pistola. Contateci, ucciderà.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
fabio
|
giovedì 9 agosto 2018
|
il dio del massacro al party della potter
|
|
|
|
Un po' troppo inverosimili ed eccessivi, caricaturali, i personaggi messi in scena. La teatralità ci sta' tutta ma qui si è andato troppo oltre e ne risente la tensione di questo psicodramma allo humor inglese.
Nel complesso il film parte male per poi riprendersi nel secondo tempo e col finale a sorpresa. L'umorismo c'è ma un po' goffo; comunque ce n'è abbastanza per lasciare lo spettatore soddisfatto.
Di buono c'è che dura poco, 71 minuti si possono spendere ma senza pretese. Azzeccata la scelta musicale e bella la fotografia.
Si può perdere al cinema; magari lo ripeschi alla tv e va' bene lo stesso.
|
|
[+] lascia un commento a fabio »
[ - ] lascia un commento a fabio »
|
|
d'accordo? |
|
antoniobianchi
|
domenica 11 febbraio 2018
|
niente da dire, e detto in modo imbarazzante
|
|
|
|
Cos'ha da dire il regista con questo film?
Niente, apparentemente.
Tutto ciò che accade nella scena è teatrale, nell'accezione di eccessivo, sopra le righe, inutile.
Stereotipe e insopportabili le caratterizzazioni dei personaggi.
La coppia lesbica, l'una professoressa di un improbabilissimo corso universitario, l'altra ridicolmente infantile.
Il naturopata che parla con frasi da baci perugina. Anche se ha il volto di Bruno Ganz.
L'amica cinica che ha capito tutto della vita, ma si accompagna incomprensibilmente al naturopata di cui sopra. E parla come ci si è abituati a interagire nei cosiddetti social network.
[+]
Cos'ha da dire il regista con questo film?
Niente, apparentemente.
Tutto ciò che accade nella scena è teatrale, nell'accezione di eccessivo, sopra le righe, inutile.
Stereotipe e insopportabili le caratterizzazioni dei personaggi.
La coppia lesbica, l'una professoressa di un improbabilissimo corso universitario, l'altra ridicolmente infantile.
Il naturopata che parla con frasi da baci perugina. Anche se ha il volto di Bruno Ganz.
L'amica cinica che ha capito tutto della vita, ma si accompagna incomprensibilmente al naturopata di cui sopra. E parla come ci si è abituati a interagire nei cosiddetti social network.
La protagonista che sta per diventare ministro della salute del governo ombra, ma è presa dai fornelli, mentre mezzo mondo le telefona o le scrive messaggi.
E un esagitato giovane operatore finanziario cocainomane che si agita come un ossesso tutto il ltempo, che ti verrebbe di entrare nello schermo e tirargli un secchio di acqua fresca, così forse si quieta un po'.
Il marito della ministra in pectore che sembra per metà film in stato di Alzheimer avazato e per questo lo guardi con un occhio di rispetto, davanti al mistero di questa malattia, e poi lo scopri semplicmente perso nell'alcool e nella ridicola trama amorosa che prende la scena.
E il convergere di tutto questo insulso minestrone verso il finale ad effetto.
Uuuuh, che sorpresa.
La fotografia è molto buona, per quello che posso dire da semplice spettatore.
Ma la fotografia mi interessa solo se il film mi ha emozionato, appassionato, divertito.
Non è questo il caso.
Il film dura 71 minuti. E questo è il suo pregio.
(Il titolo di questo commento è una citazione dalla recensione di Adam Lee Davies su Little white lies, con cui concordo)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antoniobianchi »
[ - ] lascia un commento a antoniobianchi »
|
|
d'accordo? |
|
tmpsvita
|
lunedì 12 febbraio 2018
|
discreta commedia corale a ritmo di british humor
|
|
|
|
Per la regia della pluripremiata Sally Potter una dramedy corale, con un cast eccezionale, talvolta surreale e deliziosamente grottesca nei risvolti e nelle reazioni, nonché nelle situazioni inverosimili ma spassose; tutto il film è poi farcito da un cinico British humor per la maggior parte delle volte riuscito.
Devo, però, ammettere che è molto facile farmi piacere film di questo tipo, ovvero ambientati in pochi spazi con pochi personaggi con dei segreti da rivelare e vari colpi di scena da essi derivati, semplicemente perché in genere li adoro, splendido ad esempio "Carnage" di Polanski o il sorprendente, e orgogliosamente nostrano, "Perfetti Sconosciuti" dello scorso anno, perciò potrei risultare parziale nel giudicarlo ma cercherò di essere il più obbiettivo possibile.
[+]
Per la regia della pluripremiata Sally Potter una dramedy corale, con un cast eccezionale, talvolta surreale e deliziosamente grottesca nei risvolti e nelle reazioni, nonché nelle situazioni inverosimili ma spassose; tutto il film è poi farcito da un cinico British humor per la maggior parte delle volte riuscito.
Devo, però, ammettere che è molto facile farmi piacere film di questo tipo, ovvero ambientati in pochi spazi con pochi personaggi con dei segreti da rivelare e vari colpi di scena da essi derivati, semplicemente perché in genere li adoro, splendido ad esempio "Carnage" di Polanski o il sorprendente, e orgogliosamente nostrano, "Perfetti Sconosciuti" dello scorso anno, perciò potrei risultare parziale nel giudicarlo ma cercherò di essere il più obbiettivo possibile.
Le aspettative che avevo, quindi, per "The Party" erano piuttosto alte e come avrete già capito la maggior parte di esse sono state soddisfatte.
Una menzione speciale va al comparto tecnico grazie ad una regia intima ma scrupolosa, che affascina lo spettatore con delle inquadrature originali e caratteristiche; bellissima la fotografia curata da Aleksei Rodionov che dipinge il film di un bianco e nero cromato semplicemente straordinario; interessante anche se non straordinaria, nonostante ci provi a stupire ma i tentativi risultano un po' scontati, la colonna sonora, discreta in ogni caso.
Nonostante poi tutti gli interpreti abbiano fatto un gran lavoro tra tutti riescono a distinguersi, con le loro interpretazione lodevoli, Cillian Murphy e Kristin Scott Thomas.
Il film risulta molto debole però, proprio nei personaggi, eccentrici al punto giusto ma che in generale non mi hanno convinto del tutto, sia presi individualmente, troppo grotteschi in uno scenario che cerca qualche piccolo momento di serietà e di critica sociale che viene però, in alcuni casi, intralciato da dei personaggi poco equilibrati in quelle situazioni; che presi nell'insieme a causa di un'assenza di feeling tra di loro.
Voto: 7+/10
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tmpsvita »
[ - ] lascia un commento a tmpsvita »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
lunedì 12 febbraio 2018
|
un party teso al massacro
|
|
|
|
"The Party", la nuova commedia della regista Sally Potter, in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane, ruota tutta intorno, appunto, alla festa organizzata da un'esponente del partito laburista in seguito alla propria nomina al Governo. Vi partecipano, ovviamente, i suoi amici più stretti che durante il festino, si congratulano con lei. Ma nel corso della serata si verificheranno degli avvenimenti che contribuiranno ad accendere maggiormente l'atmosfera generale, già di per sè abbastanza 'elettrica', ed emergerà, svelandosi piano piano, ciò che ogni invitato nasconde della propria vita.
[+]
"The Party", la nuova commedia della regista Sally Potter, in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane, ruota tutta intorno, appunto, alla festa organizzata da un'esponente del partito laburista in seguito alla propria nomina al Governo. Vi partecipano, ovviamente, i suoi amici più stretti che durante il festino, si congratulano con lei. Ma nel corso della serata si verificheranno degli avvenimenti che contribuiranno ad accendere maggiormente l'atmosfera generale, già di per sè abbastanza 'elettrica', ed emergerà, svelandosi piano piano, ciò che ogni invitato nasconde della propria vita.... Insomma, un inaspettato gioco al massacro vero e proprio!
Strutturato come una pièce teatrale, con un numero ristretto di attori (in tutto 7), ambientato per lo più in un'unica stanza (più precisamente nel salotto), e svoltosi nel solo arco di qualche ora, "The Party" si rivela come una commedia 'nera', intrisa, pertanto, di 'English humour' dove il dialogo costituisce il centro di forza di tutto il film. Ben girato e soprattutto ben interpretato da ottimi attori quali, Kristin Scott Thomas, Bruno Ganz, Timothy Spall, ecc., solo per citarne alcuni, l'opera della Potter risulta un film ineccepibile, ma per nulla originale rispetto a numerose altre commedie precedenti. Vi è da riconoscere che l'atmosfera in generale di nevrosi crescente e culminante all'ennesima potenza viene molto ben rappresentata dalla regista inglese, ed è talmente realistica da irritare quasi i nervi dello spettatore stesso. Come le bambole "Matriosche" una rivelazione ne reca un'altra e così via sino al finale estremo, ma nell'insieme, ripeto, la pellicola non presenta alcunchè di nuovo nel suo genere se non essere un esercizio di stile ben eseguito e perfetto in tutte le sue parti, breve durata (solo 71 minuti) compresa.
Consigliabile e sopratutto per chi è nuovo di questo genere di commedia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
cardclau
|
domenica 11 febbraio 2018
|
qui siamo ad alto livello
|
|
|
|
Attrici stepitose nella recetazione, con attori favolosi in controcanto. Un pezzo teatrale divertentissimo, gustosissimo, e fino alla fine sempre sorprendente, pieno di humor mai volgare o banale, scritto benissimo e diretto magistralmente. Argomento? Le interrelazioni umane nella classe borghese. Siamo di fronte a un film di alto, ed altro, livello. Mi scuso con i vicini di posto per le mie continue risate, insoffocabili.
|
|
[+] lascia un commento a cardclau »
[ - ] lascia un commento a cardclau »
|
|
d'accordo? |
|
|