Morto Stalin, se ne fa un altro |
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Un film di Armando Iannucci.
Con Olga Kurylenko, Andrea Riseborough, Rupert Friend, Steve Buscemi.
continua»
Titolo originale The Death of Stalin.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- Gran Bretagna, Francia 2017.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 4 gennaio 2018.
MYMONETRO
Morto Stalin, se ne fa un altro
valutazione media:
3,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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commedia nera, con scarso approfondimento storicodi elgatolocoFeedback: 257587 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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lunedì 20 settembre 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"THe Death oft Stalin"(Armando Jannucci, sceneggiatura sua e di David Schenider con Ian Martin e Peter Fellows dalla cartoon-novel di Fabien Nury e Thierry Robin, 2017). Il film racconta a suo modo la lotta di potere e le faide interne al CC del PCUS quando Stalin , dopo due giorni di agonia, muore, a fine febbraio 1953, dopo un'emorragia cerebrale. IL tutto ponendo attenzione all'inizio, nel quale si mostrano le purghe staliniane, anche in campo astistico, evidenziando l'avanzata di Nikita Khruscev, successore dopo un breve"interregno"con la troika. Si mette in evidenza la fucilazione di Berija, ministro degli interni, cui si attribuiscono le colpe relative ad esecuzioni e morti di dissidenti politici, l'avanzata continua di Khruscev, la presa di potere dello stesso, fino(ma il film non si spinge fin là)alla relazione"contro Stalin"di Khruscev al 20°Congresso del PCUS: Francamente, anche se la soluzione filmica è di indubbia originalità, con pochissime sequenze all0esterno, solo quelle relative al funerale di Stalin, ovviamente e a poche altre, la riduzione a un"Kammerspiel", commedia grottesca, del futuro dell'URSS dopo la morte di Stalin risulta assolutamente ingenerosa , deprivando la lotta interna al PCUS(partito comunista dell'URSS)a una questione da burla, da operetta"nera", quando invece sappiamo che molte questioni erano di somma importanza sul piano dialettico, su quello politico ed etico, mentre la tendenza del film di Jannucci, regista scozzese di origini italiane, è alla semplificazione francamente eccessiva, appunto. Certo, lo scontro di potere aveva assunto anche toni esasperiamente kitsch, con una forte tendenza all'assurdo, con una reductio volontaria delle questioni importanti a una mera lotta di potere personalistica, dove Khruscev non voleva apparire meno importante di Molotov o di Berja, di Malenkov, che sarebbe dovuto subentrare, teoricamente, a Satlin, in quando vicesegretaro del PCUS, ma le cose, naturalmente, non sono mai state così semplici... Certo, didascalie di testa e di coda rendono la concezione storica specifica del film, invero molto"riduzionlistica", che accenna al siluramento di Khruscev ad opera di Breznev(ma siamo giù nel 1969, ossia più di tre lustri dopo la lotta di potere seguita alla dipartira del"piccolo padre", ma un minimo di apporofnondimento sarebbe certo stato opportuno. Tra gli/le interpreti, emergono Steve Buscemi(Khruscev), Olga Kyrilenko(Maria Judina, una pianista ch e ha visto il padre morire in Siberia...), Simon RUssell Beal, il"tonitruante"Berija, Jeffrey Tamobr(Malenkov)e Andrea Risenborough, Svetalana Stalin. El Gato
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