zarar
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giovedì 23 novembre 2017
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chi è il più malato?
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Se si riesce a perdonare al protagonista la noia delle performance cabarettistiche sue e dei suoi amici (il nostro eroe è un aspirante comico tutt’altro che brillante), il film è gradevole, anche se non eccezionale. Alla base, la storia vera dell’attore e scenografo Kumail Nanjiani, che interpreta se stesso, e di sua moglie, Emily, nel film interpretata daZoe Kazan. L’uno è pakistano figlio di immigrati, l’altra americana del North Carolina. Vivono a Chicago. Quello che potrebbe essere l’incontro di una notte tra l’aspirante comico e la studentessa di psicologia diventa inaspettatamente un amore. Ma qui cominciano i problemi, perché nella tradizionalissima famiglia di Kumail si dà per scontato che egli farà un matrimonio combinato dai genitori con una ragazza pakistana musulmana, come è d’uso nella loro cultura, e lo stesso Kumail, pur essendo stato educato come un qualsiasi ragazzo americano, non se la sente assolutamente di rompere con i genitori che ama e rispetta, pur non condividendone i valori.
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Se si riesce a perdonare al protagonista la noia delle performance cabarettistiche sue e dei suoi amici (il nostro eroe è un aspirante comico tutt’altro che brillante), il film è gradevole, anche se non eccezionale. Alla base, la storia vera dell’attore e scenografo Kumail Nanjiani, che interpreta se stesso, e di sua moglie, Emily, nel film interpretata daZoe Kazan. L’uno è pakistano figlio di immigrati, l’altra americana del North Carolina. Vivono a Chicago. Quello che potrebbe essere l’incontro di una notte tra l’aspirante comico e la studentessa di psicologia diventa inaspettatamente un amore. Ma qui cominciano i problemi, perché nella tradizionalissima famiglia di Kumail si dà per scontato che egli farà un matrimonio combinato dai genitori con una ragazza pakistana musulmana, come è d’uso nella loro cultura, e lo stesso Kumail, pur essendo stato educato come un qualsiasi ragazzo americano, non se la sente assolutamente di rompere con i genitori che ama e rispetta, pur non condividendone i valori. Il rapporto tra i due ragazzi arriva ad un punto di grave crisi per l’ambiguo atteggiamento di Kumail, e dovrà passare attraverso una grave malattia di Emily perché le cose si chiariscano e si giunga finalmente ad un lieto fine. Oscillando tra commedia e dramma, il film ha una sua originalità nel far evolvere la storia tutta o quasi nel rapporto tra Kumail con se stesso, la sua famiglia e la famiglia di Emily, pur essendo la presenza-assenza di Emily malata sullo sfondo la chiave degli sconvolgimenti emotivi che porteranno allo scioglimento della complicata situazione . E’ anche apprezzabile che il conflitto culturale non sia artificiosamente radicalizzato per dimostrare una tesi; il racconto non esita a rappresentare le incertezze, le lentezze, le contraddizioni, il pianto e il riso che sono della vita reale. Ma il film è – nonostante gli aspetti drammatici – stranamente sottotono, e i caratteri, sia quelli dei protagonisti principali che quelli dei personaggi di contorno, sono poco definiti. Mancano il ritmo, l’incisività, la verve che avevano film ben diversamente brillanti su temi analoghi, quali ‘My Beautiful Laundrette’ o ‘Sognando Beckham’.
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manuelazarattini
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domenica 19 novembre 2017
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sopravvalutato
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Mi aspettavo molto di più. Il ritmo spesso è lento, prolisso. Le scene dei vari sketch proposti dai comici che sono durante tutto il film sono ripetitive fino ad essere noiose e direi nemmeno così comiche. La storia d'amore tra i due ragazzi è narrata nella prima parte frettolosamente tanto da non far capire che il sentimento, soprattutto di lui verso di lei, fosse così profondo. Kumail sembra infatti non particolarmente affranto quando Emily lo lascia e quindi sorprende l'improvvisa e tenace assistenza che egli ha verso la ragazzo durante il coma. Senso di colpa per avergli mentito o effettivamente vero amore? I genitori di lui sono ben interpretati e ben caratterizzati nella loro pervicace ostinazione e attaccamento alla tradizione.
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Mi aspettavo molto di più. Il ritmo spesso è lento, prolisso. Le scene dei vari sketch proposti dai comici che sono durante tutto il film sono ripetitive fino ad essere noiose e direi nemmeno così comiche. La storia d'amore tra i due ragazzi è narrata nella prima parte frettolosamente tanto da non far capire che il sentimento, soprattutto di lui verso di lei, fosse così profondo. Kumail sembra infatti non particolarmente affranto quando Emily lo lascia e quindi sorprende l'improvvisa e tenace assistenza che egli ha verso la ragazzo durante il coma. Senso di colpa per avergli mentito o effettivamente vero amore? I genitori di lui sono ben interpretati e ben caratterizzati nella loro pervicace ostinazione e attaccamento alla tradizione. I genitori di lei, invece, non prendono una forma interpretativa chiara con il loro continuo gesticolare, fare espressioni esagerate, parlare in modo confuso. Basta guardare la scena in cui la madre di Emily si avventa su uno spettatore del teatro per una lite scoppiata durante la rappresentazione. Francamente esagerata.Più da western.
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flyanto
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mercoledì 22 novembre 2017
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un amore contrastato
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"The Big Sick", come si evince dal titolo, racconta la storia d'amore tra un giovane pakistano emigrato negli USA ed una ragazza bianca americana che improvvisamente contrae una seria e pericolosa infezione polmonare che la induce ad un coma indotto dai medici per diverse settimane. La loro relazione sentimentale, nata per lo più per caso ed apparentemente senza alcuno sbocco futuro in realtà, nel corso della malattia (appunto, il "The Big Sick" del titolo), acquista sempre di più profondità e consistenza e, pertanto, la probabilità di un futuro certo.
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"The Big Sick", come si evince dal titolo, racconta la storia d'amore tra un giovane pakistano emigrato negli USA ed una ragazza bianca americana che improvvisamente contrae una seria e pericolosa infezione polmonare che la induce ad un coma indotto dai medici per diverse settimane. La loro relazione sentimentale, nata per lo più per caso ed apparentemente senza alcuno sbocco futuro in realtà, nel corso della malattia (appunto, il "The Big Sick" del titolo), acquista sempre di più profondità e consistenza e, pertanto, la probabilità di un futuro certo. Ovviamente i due giovani dovranno superare non solo la guarigione incerta ma anche i numerosi pregiudizi che li separano ed ostacolano la loro frequentazione.
"The Big Sick" racconta in realtà la vera storia d'amore tra i due sceneggiatori del film (peraltro, lo sceneggiatore Kumail Nanjiani è anche l'attore maschile protagonista) che, come viene descritto sullo schermo, è stata una relazione molto contrastata sin dall'inizio: nonostante la forte attrazione ed intesa tra i due giovani, la loro frequentazione subì svariati arresti a causa delle loro diverse e così lontane origini che minarono profondamente il loro rapporto, in seguito, a sua volta contrastato anche dalla grave e lunga malattia della ragazza. Films sulle differenze razziali e difficoltà sorte in seguito ad esse se ne sono ideati moltissimi precedentemente , pertanto, l'argomento non risulta affatto nuovo. Ma quello che rende questa pellicola un poco particolare e, di conseguenza, interessante, è il modo in cui la storia viene presentata sullo schermo: per l'intera durata del film aleggia un' ironia sottile ed agro-dolce che rende piacevole seguire la vicenda, anche quando quest'ultima precipita in un aspetto più drammatico. Il valore di "The Big Sick" sta proprio in ciò: non rendere la storia eccessivamente pesante e seria, senza però, allo stesso tempo, sconfinare nella leggerezza più assoluta bensì in un tono vivace che atto a smorzare le scene più drammatiche.
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zarar
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giovedì 23 novembre 2017
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chi è il più malato?
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Se si riesce a perdonare al protagonista la noia delle performance cabarettistiche sue e dei suoi amici (il nostro eroe è un aspirante comico tutt’altro che brillante), il film è gradevole, anche se non eccezionale. Alla base, la storia vera dell’attore e scenografo Kumail Nanjiani, che interpreta se stesso, e di sua moglie, Emily, nel film interpretata daZoe Kazan. L’uno è pakistano figlio di immigrati, l’altra americana del North Carolina. Vivono a Chicago. Quello che potrebbe essere l’incontro di una notte tra l’aspirante comico e la studentessa di psicologia diventa inaspettatamente un amore. Ma qui cominciano i problemi, perché nella tradizionalissima famiglia di Kumail si dà per scontato che egli farà un matrimonio combinato dai genitori con una ragazza pakistana musulmana, come è d’uso nella loro cultura, e lo stesso Kumail, pur essendo stato educato come un qualsiasi ragazzo americano, non se la sente assolutamente di rompere con i genitori che ama e rispetta, pur non condividendone i valori.
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Se si riesce a perdonare al protagonista la noia delle performance cabarettistiche sue e dei suoi amici (il nostro eroe è un aspirante comico tutt’altro che brillante), il film è gradevole, anche se non eccezionale. Alla base, la storia vera dell’attore e scenografo Kumail Nanjiani, che interpreta se stesso, e di sua moglie, Emily, nel film interpretata daZoe Kazan. L’uno è pakistano figlio di immigrati, l’altra americana del North Carolina. Vivono a Chicago. Quello che potrebbe essere l’incontro di una notte tra l’aspirante comico e la studentessa di psicologia diventa inaspettatamente un amore. Ma qui cominciano i problemi, perché nella tradizionalissima famiglia di Kumail si dà per scontato che egli farà un matrimonio combinato dai genitori con una ragazza pakistana musulmana, come è d’uso nella loro cultura, e lo stesso Kumail, pur essendo stato educato come un qualsiasi ragazzo americano, non se la sente assolutamente di rompere con i genitori che ama e rispetta, pur non condividendone i valori. Il rapporto tra i due ragazzi arriva ad un punto di grave crisi per l’ambiguo atteggiamento di Kumail, e dovrà passare attraverso una grave malattia di Emily perché le cose si chiariscano e si giunga finalmente ad un lieto fine. Oscillando tra commedia e dramma, il film ha una sua originalità nel far evolvere la storia tutta o quasi nel rapporto tra Kumail con se stesso, la sua famiglia e la famiglia di Emily, pur essendo la presenza-assenza di Emily malata sullo sfondo la chiave degli sconvolgimenti emotivi che porteranno allo scioglimento della complicata situazione . E’ anche apprezzabile che il conflitto culturale non sia artificiosamente radicalizzato per dimostrare una tesi; il racconto non esita a rappresentare le incertezze, le lentezze, le contraddizioni, il pianto e il riso che sono della vita reale. Ma il film è – nonostante gli aspetti drammatici – stranamente sottotono, e i caratteri, sia quelli dei protagonisti principali che quelli dei personaggi di contorno, sono poco definiti. Mancano il ritmo, l’incisività, la verve che avevano film ben diversamente brillanti su temi analoghi, quali ‘My Beautiful Laundrette’ o ‘Sognando Beckham’.
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maumauroma
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sabato 25 novembre 2017
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the big sick
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In The Big Sick i due sceneggiatori Kumail Nanjiani e Emily Gordon rievocano il loro incontro e la loro tormentata storia d' amore. Un amore contrastato soprattutto dai genitori di entrambi. Quelli di Kumail perche' avrebbero voluto imporre al figlio,come da tradizione , una sposa della stessa etnia, quelli di Emily perche' scioccati dalla fede musulmana del ragazzo pakistano. Nel film il cabarettista Kumail interpreta se stesso, mentre la parte di Emily e' affidata a Zoe Kazan. Ne esce fuori una sorta di interminabile commedia romantica ,spesso prolissa e noiosa, solo in pochi momenti godibile. Piuttosto scontata risulta la rappresentazione del loro incontro e dell'happy ending finale ( a proposito, ma gli uomini pakistani sono sempre cosi allupati, e le ragazze di Chicago sempre cosi sessualmente disponibili? ) mentre forse la parte della sceneggiatura piu originale, sebbene troppo dilatata nella durata, e' quella che tratta dello strano e originale rapporto che si viene a creare, durante la malattia di Emily, tra Kumail e i genitori di lei, un po' " spostati" e disturbati dal benessere americano e dalla ossessione del terrorismo di matrice islamica.
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In The Big Sick i due sceneggiatori Kumail Nanjiani e Emily Gordon rievocano il loro incontro e la loro tormentata storia d' amore. Un amore contrastato soprattutto dai genitori di entrambi. Quelli di Kumail perche' avrebbero voluto imporre al figlio,come da tradizione , una sposa della stessa etnia, quelli di Emily perche' scioccati dalla fede musulmana del ragazzo pakistano. Nel film il cabarettista Kumail interpreta se stesso, mentre la parte di Emily e' affidata a Zoe Kazan. Ne esce fuori una sorta di interminabile commedia romantica ,spesso prolissa e noiosa, solo in pochi momenti godibile. Piuttosto scontata risulta la rappresentazione del loro incontro e dell'happy ending finale ( a proposito, ma gli uomini pakistani sono sempre cosi allupati, e le ragazze di Chicago sempre cosi sessualmente disponibili? ) mentre forse la parte della sceneggiatura piu originale, sebbene troppo dilatata nella durata, e' quella che tratta dello strano e originale rapporto che si viene a creare, durante la malattia di Emily, tra Kumail e i genitori di lei, un po' " spostati" e disturbati dal benessere americano e dalla ossessione del terrorismo di matrice islamica. Per il resto la regia di Showalter risulta molto convenzionale, mentre le esibizioni comiche di Kumail non fanno ridere nessuno. Gli unici momenti di comicita' , per altro involontaria, sono dati dalla assurda decisione degli sceneggiatori di far quasi sempre dialogare le comunita' pakistane tra di loro in uno stentato inglese anziche' nella loro lingua..Insomma siamo davanti a una miscuglio di Bollywood in salsa yankee. La stellina della sufficienza ( ma e' solo un giudizio personale,beninteso) e' solo merito della buona prova fornita dalla nipote del grande regista Elia Kazan, e dalla sua irresistibile faccina da topo gigio
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maurizio.meres
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sabato 18 novembre 2017
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riuscitissima commedia
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Perfetta commedia brillante dove le diversità etniche si confrontano nella più universale lingua del mondo,chiamata amore,dove tutti i tabù di un diverso esistenzialismo,usi e costumi si dissolvono nel più profondo sentimento dell'essere umano,mettendo da parte qualsiasi concetto di vita che possa ostacolarlo.
Questo film,da non sottovalutare,diventa un esempio moderno d'integrazione in un sociale che spesso si confonde con dei principi religiosi che non possono e non devono essere contraddittori e soprattutto impositori in una vita di coppia,molto brillantemente il regista coglie ogni attimo nei vari personaggi di una sofferenza di comunicazione,d'imbarazzo ,e non saper accettare sia il confronto è il rispetto altrui.
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Perfetta commedia brillante dove le diversità etniche si confrontano nella più universale lingua del mondo,chiamata amore,dove tutti i tabù di un diverso esistenzialismo,usi e costumi si dissolvono nel più profondo sentimento dell'essere umano,mettendo da parte qualsiasi concetto di vita che possa ostacolarlo.
Questo film,da non sottovalutare,diventa un esempio moderno d'integrazione in un sociale che spesso si confonde con dei principi religiosi che non possono e non devono essere contraddittori e soprattutto impositori in una vita di coppia,molto brillantemente il regista coglie ogni attimo nei vari personaggi di una sofferenza di comunicazione,d'imbarazzo ,e non saper accettare sia il confronto è il rispetto altrui.
Gli attori entrano simpaticamente nella sceneggiatura,reale per il tema proposto è vera perché realmente accaduta,dialogato energicamente con scioltezza e con semplicità umoristica,l'intreccio classico di stile Holliwoodiano rende il film gradevole e molto scorrevole.
Consiglio di vederlo non è la solita commediola,ma un film ben strutturato.
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