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Ultimo aggiornamento giovedì 6 agosto 2020
Le Bellas si riuniscono per un ultimo tour oltreoceano per sostenere le truppe americane in Europa. In Italia al Box Office Pitch Perfect 3 ha incassato 36,6 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Doveva restare il più bel ricordo dell'epoca del college, da riaccarezzare nelle pause nostalgiche di una fulgida carriera, e invece, per le Barden Bellas, tornare ad esibirsi insieme è l'unica possibilità per non sprofondare sotto il peso del fallimento e della solitudine. L'occasione è un tour europeo per contribuire allo svago delle truppe americane, ma la vera posta in gioco è la possibilità di aprire il concerto di DJ Khaled, la star del momento, nell'ultima tappa di quel tour.
C'è qualcosa, in queste quattro righe, che vi lascia perplessi? Beh, la visione del film non è destinata a dissipare alcun dubbio.
Se fino ad ora non era stato necessario essere fan della musica a cappella per apprezzare gli aspetti positivi del marchio Pitch Perfect, perché era in quel trovare casa e libertà di espressione in un gruppo tutto al femminile - e tutto diverso nella sua composizione - che stava una bella idea di prospettiva e una punta di orgoglio ben riposto, ora tutto questo non esiste più.
Le Bellas arrancano dietro l'uomo di turno, meglio se in divisa militare o se perfetto trampolino di lancio per un'occasione professionale, e soprattutto si ritrovano tra di loro sull'onda della disperazione, fanno squadra, cioè, soltanto perché le loro vite non sono andate come sarebbero dovute andare e non hanno trovato niente di meglio da fare.
E pare proprio che non abbiano trovato di meglio da fare che appiattirsi sui peggiori cliché anche gli sceneggiatori del film, che sono andati svuotando progressivamente di originalità e di interesse la piccola saga di Beca e compagne, al punto da ritrovarsi qui con una sorta di sandwich precotto, dove, tra un numero musicale e un altro (nemmeno eccelsi), risuona un vuoto imbarazzante.
Sembra un manuale di cose da non fare: far crescere il budget per tentare di coprire a colpi di esplosioni la scarsità di narrazione, riciclare un'idea già utilizzata (Beca divisa tra la scelta di una carriera da solista e l'appartenenza al gruppo) e utilizzare la seconda ed ultima idea messa in campo per sistemare allo stesso modo gli altri due personaggi principali (così diventa tutta una rapida e sbrigativa questione di padri: quello di Aubrey, che non trova mai il tempo di lei, e quello di Ciccia Amy, che non le dà tregua). Anche Elizabeth Banks e John Michael Higgins, da sempre punti fermi della trilogia (in quanto a cinismo e scorrettezza), non sanno bene che pesci pigliare e si aggirano sperduti, rincorrendo l'idea di un documentario che qualcuno si è dimenticato di completare ancora in fase di copione.
Ma forse è tutto voluto. Forse è per non farci rimpiangere l'assenza di voci e mossette delle Bellas che quest'ultimo capitolo non ha voluto fare di meglio, perché in fondo ognuno di noi potesse rallegrarsi che fosse finita qui. E magari il vero gancio verso l'avvenire è in quel piccolo spettacolo di strada, il "Fat Amy Winehouse Show", che Trish Sie lascia cadere a guisa di battuta, e che a noi , invece, è parsa la cosa migliore del film.
Ci eravamo congedati da delle ragazze vincenti che, alla fine del secondo film, avevano sbaragliato gli avversari ai campionati mondiali di canto a cappella, chiamando sul palco tutte le Bellas delle generazioni precedenti. Ora, una volta terminato il college, le ragazze si trovano a far parte della "vecchia guardia" e a dover fare i conti con il mondo del lavoro, nel quale le loro doti canore non si rivelano una garanzia per il successo. Il tempo libero diviene anche troppo e, con tanta nostalgia del passato, le Bellas si riuniscono per un ultimo tour oltreoceano per sostenere le truppe americane in Europa, dove dovranno difendere l'onore del canto a cappella, in una sfida tra band.
Quella di Pitch Perfect è la storia di un successo inatteso, di un culto che si è insinuato in maniera crescente tra le ragazze di tutto il globo. Attrici che non sono dive, ma donne in carne e ossa, che non nascondono i propri difetti e ce la mettono tutta per inseguire un sogno.
Numeri musicali congegnati alla perfezione e scritti dalle stesse attrici. Il popolo dei reality e del nuovo girl power di terzo millennio ha trasformato la commedia musicale delle Bellas nel più bizzarro dei manifesti generazionali.
Numeri straordinari al botteghino, in particolare per il secondo episodio, che ha raggranellato qualcosa come 287 milioni di dollari in tutto il mondo. La Beca di Anna Kendrick o la Fat Amy di Rebel Wilson sono diventate le migliori amiche per orde di ragazzine, mentre l'attrice Elizabeth Banks ha dimostrato ancora una volta la propria sagacia e spregiudicatezza, passando dietro la macchina da presa per il secondo e clamoroso episodio. In Pitch Perfect 3 Banks produce solamente, e anche Anna Kendrick assume un ruolo lievemente più defilato. La sensazione è quella di un ultimo atto, il coronamento di un percorso che ha permesso a un fenomeno cinematografico di stabilire un contatto ravvicinato, quasi intimo, con il pubblico, come sempre più di rado avviene oggi.
Il terzo capitolo delle avventure canore delle Bellas cambia quindi scenario e formula. Ambientato quasi interamente sulle coste balneari della Spagna e della Francia, il film, diretto da Trish Sie (Step Up All In) e non più da Elizabeth Banks, punta sulla musica e le performance canore delle attrici. La trama in senso stretto esiste sempre meno e lascia uno spazio crescente ai numeri musicali.
La sceneggiatura è ancora una volta di Kay Cannon, già autrice degli script precedenti. Il cast principale rimane lo stesso: oltre alla Kendrick, tornano Brittany Snow, Rebel Wilson e Hailee Steinfeld, ingaggiata nel secondo film. La Banks e John Michael Higgins riprendono il loro ruolo di commentatori ufficiali e "stalker" delle Barden Bellas, mentre tra le poche new entry spicca la DJ australiana Ruby Rose, comparsa nella terza stagione della serie Orange is the New Black.
Tanta la musica, riarrangiata, remixata ed eseguita da Anna Kendrick e dalle altre protagoniste del film. Il montaggio, perfettamente scandito, contribuisce a rendere emozionanti le performance, sia quelle di gruppo che i momenti in cui le attrici si esibiscono da sole. La riproposizione di molti successi del pop-rock contemporaneo, poi, consente all'operazione di confermare l'appeal presso il pubblico più giovane.
Le Barden Bellas tornano in Pitch Perfect 3, capitolo conclusivo di questa serie. Le ragazze ormai hanno lasciato la vita universitaria alle spalle e si ritrovano a dover affrontare la dura realtà del mondo del lavoro e della vita. Ritroviamo Beca (Anna Kendrick) insoddisfatta del suo lavoro come assistente musicale che si licenzia, Ciccia Amy (Rebel Wilson) che si barcamena [...] Vai alla recensione »
Il terzo capitolo è il peggiore ed il più inutile. La saga delle Bellas ha perso definitivamente originalità ed interesse. Niente di nuovo in questo terzo capitolo. Speriamo si fermino qui.