Piigs - Ovvero come imparai a preoccuparmi e a combattere l'Austerity |
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Un film di Adriano Cutraro, Federico Greco, Mirko Melchiorre.
Con Marshall Auerbach, Paolo Barnard, Claudia Bonfini, Noam Chomsky.
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Titolo originale Piigs.
Documentario,
durata 74 min.
- Italia 2017.
- Fil Rouge Media
uscita giovedì 27 aprile 2017.
MYMONETRO
Piigs - Ovvero come imparai a preoccuparmi e a combattere l'Austerity
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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There is always an alternativedi no_dataFeedback: 100 |
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mercoledì 19 aprile 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Descrivere ad uso e consumo del grande pubblico i risvolti nefasti delle scelte di politica economica improntate sull'austerità, èl'obiettivo nobile del documentario. Lo strumento cinematografico viene utiilizzato per comunicare l'assurdità nel considerare il capitalismo liberista come l'unica scelta possibile. Le interviste ad esponenti controcorrente dello scenario economico e politico si alternano al racconto delle vicende di una cooperativa che offre servizi sociali in provincia di Roma da più di vent'anni e la cui esistenza è compromessa dalle conseguenze pratiche del patto di stabilità. Si denuncia quanto questa logica del There Is No Alternative abbia corrotto l'idea di Europa. Costruire un'istituzione sovranazionale europea fondata sui valori della cooperazione e della solidarietà fra i popoli sembra ormai un'utopia irrealizzabile, sacrificata all'altare della finanza. Secondo gli autori, il processo di unificazione europea è maturato con dei vizi congeniti da cui è scaturita la crisi che ormai sembra senza fine. L'isituzione di una moneta unica, il trasferimento della sovranità monetaria dalle banche centrali nazionali alla Banca centrale europea, da cui deriva l'impossibilità da parte dei singoli stati di sostenere l'economia interna emettendo moneta, il mito del rapporto deficit/pil al 3% accettato per fede e le politiche di austerità conseguenti, hanno portato soltanto ad un aumento della disuguaglianza, innestando processi di aumento delle tenisioni sociali che mettono in pericolo l'esistenza stessa della democrazia. Se l'aspetto positivo del documentario è che questi temi, pur non brillando in originalità, siano affrontati ai fini della divulgazione, quello negativo è che manca la parte propositiva. Prevale in modo assoluto una visione economicistica della realtà. E, anche, questa, è un po' superficiale e si fa sedurre dalla prospettiva dei facili consensi. Mi è sembrato un documentario che parla alla pancia del pubblico. Probabilmente è molto più efficace il linguaggio narrativo di un film di Ken Loach.
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