Con un piccolo budget, percorrendo tutta la romana Piazza Vittorio, Ferrara porta la cinepresa sui volti degli stranieri che la popolano e faticano a convivere. Tra personali confidenze e interviste, l’opera rivela lo spirito umanista del regista italo-americano, che risiede qui da anni con la figlia e la compagna e si considera anche lui un immigrato come gli individui immersi nella realtà multietnica di Piazza Vittorio. Tra frammenti di repertorio dell'istituto Luce e realtà attuale, la pellicola indaga sugli effetti della contaminazione e dell’integrazione, senza pregiudizi, censure o distanze, riflettendo non soltanto sulla controversa realtà storica-socio-politica di questa piazza, macchiata da crisi economica e degrado, ma anche sul fenomeno di chi ci vive solo ed emarginato, in cerca di sopravvivenza o riscatto.
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Con un piccolo budget, percorrendo tutta la romana Piazza Vittorio, Ferrara porta la cinepresa sui volti degli stranieri che la popolano e faticano a convivere. Tra personali confidenze e interviste, l’opera rivela lo spirito umanista del regista italo-americano, che risiede qui da anni con la figlia e la compagna e si considera anche lui un immigrato come gli individui immersi nella realtà multietnica di Piazza Vittorio. Tra frammenti di repertorio dell'istituto Luce e realtà attuale, la pellicola indaga sugli effetti della contaminazione e dell’integrazione, senza pregiudizi, censure o distanze, riflettendo non soltanto sulla controversa realtà storica-socio-politica di questa piazza, macchiata da crisi economica e degrado, ma anche sul fenomeno di chi ci vive solo ed emarginato, in cerca di sopravvivenza o riscatto. Un film interessante; una galleria di persone disperate e speranzose, riflesso dei tempi confusi di oggi, in bilico anch’essi tra smarrimento e voglia di affermazione.
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