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Ultimo aggiornamento martedì 23 gennaio 2018
Tratto da "Padmavat", un poema epico del XVI secolo, il film racconta di una regina indù che preferì bruciarsi viva piuttosto che sottostare alle mire di un sultano. Al Box Office Usa Padmavati ha incassato 9 milioni di dollari .
CONSIGLIATO N.D.
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La letteratura indiana racconta che la regina indù Padmavati preferì bruciarsi viva pur di non cadere sotto l'assedio del sultano di Delhi, e per la legge del contrappasso l'attrice Deepika Padukone ha ricevuto minacce di essere bruciata come l'eroina che interpreta. Il film storico Padmavatì del regista Sanjay Leela Bhansali, atteso nelle sale indiane il primo dicembre 2017, è stato bloccato dalla censura e rimandato a data da destinarsi perché accusato di distorcere la storia. Le polemiche si sono ulteriormente infiammate dopo che un gruppo marginale di difesa della "casta dei cavalieri" ha offerto una ricompensa di dieci milioni di rupie (oltre 130.000 euro) per "chi brucerà viva la protagonista, Deepika Padukone".
Il film di Bollywood dal grande budget ha subito ripetuti e violenti attacchi anche durante le riprese sul set.
Tratto da "Padmavat", un poema epico del XVI secolo, il film racconta la storia della regina indù (Rani Padmini, nota anche come Padmavati) che, insieme al suo clan di guerrieri del Rajput, per non cadere nelle mani del sultano di Delhi, Alauddin Khalji, al termine di un lungo assedio del Chittor Fort nel 1303 preferì immolarsi con il fuoco insieme a tutte le altre donne.
Secondo le critiche il dramma altera deliberatamente la storia e offende la comunità del Rajasthan in cui il film è ambientato. In realtà, non risulta evidenza storica della regina Padmavati e il racconto è stato rimaneggiato più volte attraverso i secoli nell'India del nord. Dunque, il regista Sanjay Leela Bhansali che assicura di non aver in alcun modo distorto la storia, vede chiaramente nell'insistenza sull'accuratezza storica una violazione della creatività. Evidentemente, l'immagine dell'eroina che danza e balla fiera della sua libertà e del suo onore, opponendosi violentemente al sistema patriarcale del sultanato, risulta scomoda al governo indiano in clima preelettorale. Per di più, non sembrerebbero rispettare il buon gusto alcune scene tra la regina Padmavati e il conquistatore Mughal Alauddin Khilji, come raccontate dal regista noto per le atmosfere lussureggianti e dal forte impatto emotivo.
Così, dopo che l'organismo di censura preventiva indiano (Cbfc) ha deciso di sospendere l'esordio di Padmavatì nelle sale, il gruppo Akhil Bhartiya Kshatriya Mahasabha (Abkm) ha organizzato una manifestazione a Bareilly, in Uttar Pradesh, bruciando in un parco un centinaio di gigantografie dell'attrice Padukone e del regista Bhansali. E il responsabile della sezione giovanile dell'Abkm, Bhuvneshwar Singh, ha detto al riguardo: "Deepika dovrebbe sapere cosa si prova ad essere bruciati vivi. L'attrice non potrà mai immaginare il sacrificio della regina. Siamo pronti a dare 10 milioni di rupie a chi dovesse bruciarla viva. Chiediamo agli organizzatori di mostrarci il film prima che sia autorizzato ad andare nelle sale''.