Loveless

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zarar lunedì 11 dicembre 2017
non si può vivere senza amore Valutazione 3 stelle su cinque
89%
No
11%

Opera in nero, per così dire. Immaginate una storia gelida e senza speranza, su di uno sfondo gelido e senza speranza. A Mosca Boris e Zhenya, in procinto di divorziare, carichi di rancori, frustrazioni e insofferenza reciproca, già legati a partner diversi altrettanto improbabili quanto quello che si lasciano alle spalle, già impegnati a vendere la casa comune, non sanno letteralmente che farsene del figlio dodicenne, mai desiderato, poco amato e ora decisamente di troppo.  Metterlo in un istituto?  Purtroppo il piccolo Alyosha  vede, sente, tocca il diapason della tensione e della sofferenza e senza dir nulla semplicemente sparisce, proprio mentre i genitori sono fuori casa con gli amanti rispettivi. [+]

[+] l’abisso di un paese colto in un bisogno d’amore (di antoniomontefalcone)
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nanni lunedì 11 dicembre 2017
loveless Valutazione 3 stelle su cinque
71%
No
29%

Loveless o la disgregazione della famiglia tradizionale nel primo mondo all'inzio del terzo millennio. La famiglia è storicamente e strutturalmente un soggetto economico fondato su una rigida divisione dei ruoli uomo/donna la cui stabilità e solidità dipende esclusivamente dalla subalternità femminile e mai dall'affettività che semmai è accessoria. E' bastato liberare, giustamente, la donna da quel ricatto, aprendola al mondo del lavoro e la priorità per tutti è diventata la realizzazione della propria libertà individuale.........ed i figli....???...Andrej Zvjagincev con una scrittura asciutta, scarna, essenziale e nelle mani di attori perfetti, narrandoci i litiggi, i conflitti che precedeno il divorzio di Zhenya e Boris, affonda il coltello nella carne viva di queste problematiche e senza la pretesa di dare risposte prova ad indagarle ed in maniera incisiva a svelarne origini e dinamiche. [+]

[+] in sintesi (di dandeber)
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vanessa zarastro venerdì 8 dicembre 2017
“si stava meglio quando si stava peggio” Valutazione 4 stelle su cinque
62%
No
38%

La borghesia dei paesi nordici è spesso rappresentata in un modo spietato. Così in molti film di Susanne Bier (Dopo il matrimonio del 2006) in tanti di Bergman (Scene da un matrimonio del 1973) e in quelli Thomas Vinterberg (Festen - Festa in famiglia del 1998). Siamo a Mosca nel 2012. Genia e Boris sono una coppia sull’orlo del divorzio. Hanno un unico figlio dodicenne Alyosha, la cui nascita è stata il motivo principale del loro matrimonio. Un matrimonio senza amore così come ce ne sono stati tanti nelle generazioni precedenti ma come, sembra, continuino a esserci a tutt’oggi. All’epoca Genia voleva andar via dalla madre arcigna che non sopportava mentre Boris aveva bisogno di “metter su” famiglia. [+]

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angeloumana martedì 19 dicembre 2017
l'abbandono Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

 Loveless, ovvero ciò che non si dovrebbe mai dire e fare nei confronti dei bambini. Si provi a chiedere a un bambino come è sentirsi rifiutato o senza importanza. Due genitori nel fiore degli anni, che ancora sentono forti i sintomi di innamoramenti facili per altri partner, presi dalle loro rispettive storie segrete ma “poveri” di sentimenti, vite modeste: l'una con gli occhi sempre sul suo smartphone – quegli aggeggi che fanno sentire moderni ai giorni nostri, moderni e forse anaffettivi – l'altro è un anonimo impiegato di una grande azienda, vite di scarsa comunicazione e di ancor meno calore. L'appartamento che si vende perché ci si separa, Alyosha 12enne che sente i litigi dei genitori, parlano di un istituto a cui affidarlo, le sue spalle ancora piccole scosse dai pianti terribili la notte. [+]

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rickyantolini mercoledì 20 dicembre 2017
per non perdere il futuro Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Il film è un aspra e amara critica alla società moderna persa nella superficialità dell'amore delle relazioni, della fede, accecata dal banale, che pone la domanda -che cosa cerchiamo? Ma è soprattutto una società che rischia di perdere un futuro (o forse lo ha già perso) - tema centrale secondo me - dove la speranza è affidata a pochi baluardi coraggiosi (anche se spinti da un moto quasi asettico e clinico). Una mancanza di amore appunto (come dal titolo). Forse il messaggio diventa anche troppo calcato alla fine, e sembra quasi che il regista non voglia perdere del tutto la speranza su come andranno le cose, e non riuscendo a sbilanciarsi fatica a non lasciare la chiusura sospesa. Belle le scene dove la macchina da presa esita a lasciare l'azione ed indugia oltre la scena ad aspettare un dopo, sconsolata, quasi annoiata ed in cerca di qualcos'altro, in cerca come i personaggi di qualcosa oltre al vetro, un desiderio e nostalgia di natura. [+]

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francescoizzo domenica 7 gennaio 2018
dramma e tragedia senza fronzoli Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Già nelle stupende inquadrature iniziali, il freddo e il silenzio in riva al fiume russo esprimono bene ciò che poi il film ci racconterà: fondamentalmente chiusura egoistica ,freddezza di rapporti e indifferenza  verso il bambino dodicenne, frutto innocente di una relazione finita nel risentimento e nell'odio reciproci.il dramma è nei fatti: nella rabbia continua che Zhenya scarica addosso al marito Boris,da cui si sta separando. Nell'ignavia colpevole e pilatesca di lui, nella stupidità della sua nuova compagna, e nello sfogo furibondo della suocera, quando la vanno a trovare.
Unica figura perlomeno "non negativa" sembra essere il nuovo compagno di lei,che semplicemente sta al di fuori dai loro problemi. [+]

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mareincrespato70 giovedì 31 maggio 2018
perla di zvyagintsev: scene da un matrimonio 2.0 Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
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Loveless è un film che mi ha entusiasmato,  da non perdere, una perla cinematografica che,  grazie ad una solida sceneggiatura e un’indimenticabile perfezione formale, ci parla della Russia contemporanea, ma anche di umanità universale,  attraverso le peripezie (eufemismo) familiari di una coppia borghese, alle prese con una crisi personale ed esistenziale ingestibile  ed ineludibile.
Rotture, recriminazioni, ed insostenibile odio reciproco con il figlio dodicenne Alyosha drammaticamente trasformato in strumento di ripicche.
 Zhenya e Boris cercano di rifarsi una vita, ma la loro anaffettività,  metafora di una Russia attuale che ha visto sgretolarsi vecchi valori senza trovarne nuovi, rappresenta lo spirito dei tempi, dove in Occidente e non solo, il turbo-capitalismo dei beni diventati bisogni ha prosciugato lo spirito comunitario-identitario, ma soprattutto le singole individualità emotive. [+]

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iconologo mercoledì 3 gennaio 2018
quando z. esce dal simbolo pasticcia Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

Quando Z. esce  dalla simbologia che gli era riiuscita potente in leviathan pasticcia. A parte lentezze e calligrafismo di alberi piegati dalla neve e falansteri, ci vuole un pò di grammatica ( e di montaggio) per fare il noir. alla russa Se tutti i personaggi sono egoisti e aggressivi (e neppure il nuovo fidanzato di lei mostra delle qualità, se lei va fuori casa a fare cyclette al freddo con la maglia "Russia"), se perfino le ragazze in strada o al ristorante si mostrano ubriache, self-iose o disponibili,se neppure capiamo se il bambino è morto o ritrovato in ospedale quando lo continuano a cercare, se anni dopo continuano a restare affissi  i volantini che lo danno per disperso, parleremo di nichilismo, dunque come giustificare  a elogio del volontariato il pistolotto su come fare una efficace  ricerca dei dispersi che il regista ci ammannisce?  Non capisco come a Berlinio abbia avuto l'Orso d'oro, se non per dare una botta a Putin; certo non è una esplorazione dei traumi dei bambini. [+]

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ralphscott mercoledì 8 agosto 2018
tanti premi. e quello x chi resiste sino in fondo? Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
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Dò due stelle perchè si vede che dietro la cinepresa c'è un professionista,ma la noia e la rabbia per l'ennesimo prodotto pretenzioso e sopravvalutato mi farebbero scendere col voto. Ma è possibile girare due ore abbondanti di prodotto insipido,piatto e squilibrato per trasmettere la solita crisi coniugale,lo squasso familiare,rancori,figlio travolto dagli eventi,ecc.? Tema trito e ritrito - e non sarebbe un reato riprenderlo avendo qualcosa da aggiungere - eseguito mille volte,in certi casi sfornando capolavori (penso a Bergman e a Rossellini),ma nel nostro caso annacquando la sensibile descrizione della sofferenza del minore - il suo pianto dietro la porta è,con la scena dell'obitorio,una delle poche cose che salverei - con tante,troppe sequenze di tedio e scene di sesso gratuite (Zvyaginstev non va proprio per il sottile). [+]

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taniamarina domenica 25 novembre 2018
"i hope the russians love their children too" Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Così cantava Sting nel pieno degli anni della guerra fredda. Cambiano gli scenari ma la domanda rimane la stessa: la Russia ama i suoi figli? Prova davvero amore per l'amore? Questo film è un viaggio lento, nervoso, dotato di una fotografia splendida e gelida. Il mondo fluisce con fare ipnotico, ghiacciato da una tensione disturbante ed una cupezza che si poggia arrogantemente sulle spalle. Un film nero e senza pietà, la fine di una relazione e l'inizio del baratro per un bambino che appare poche, pochissime volte ed al contempo troppe, in tutto il suo insopportabile strazio. Se il bambino sopravviverà o meno alla sua sparizione, se il suo corpo risulterà corrotto od integro al clima aggressivo della Russia, è un accadimento senza alcuna importanza. [+]

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