cardclau
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sabato 13 ottobre 2018
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figlia e padre, entrambi adottati.
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Parliamo del film di Yvan Attal, Quasi nemici – l’importante è aver ragione, perché benfatto, frizzante, divertente, da non perdere. Gli attori sono bravissimi: Pierre Mazard (Daniel Auteuil) un professore della Facoltà di Giurisprudenza, che per una storia che dovete scoprire da voi, “deve” preparare, suo malgrado, una sua allieva, quasi extra-comunitaria, di ascendenze marocchine, Neïla Salah (Camélia Jordana), per una gara nazionale di retorica. Lui che si sente più francese dei francesi. Il viaggio che i due compiono assieme, pieno di colpi di scena, è ricchissimo non solo della loro storia psicologica, ma anche dei contributi di coloro che ci hanno preceduto, cito tra gli altri il Julius Caesar di William Shakespeare, e L’arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi di Arthur Schopenhauer.
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Parliamo del film di Yvan Attal, Quasi nemici – l’importante è aver ragione, perché benfatto, frizzante, divertente, da non perdere. Gli attori sono bravissimi: Pierre Mazard (Daniel Auteuil) un professore della Facoltà di Giurisprudenza, che per una storia che dovete scoprire da voi, “deve” preparare, suo malgrado, una sua allieva, quasi extra-comunitaria, di ascendenze marocchine, Neïla Salah (Camélia Jordana), per una gara nazionale di retorica. Lui che si sente più francese dei francesi. Il viaggio che i due compiono assieme, pieno di colpi di scena, è ricchissimo non solo della loro storia psicologica, ma anche dei contributi di coloro che ci hanno preceduto, cito tra gli altri il Julius Caesar di William Shakespeare, e L’arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi di Arthur Schopenhauer. È un viaggio sorprendente attraverso la conoscenza, mai inutile, né caratterizzata da facili scorciatoie, perché l’essere umano può essere sorprendente, anche per questo. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza … (Dante Alighieri dal Canto XXVI dell’Inferno). Neïla Salah ha il vantaggio della formidabile apertura al mondo della gioventù, manca di esperienza, ma è in grado, sorridendo, di tollerare la frustrazione alla grande, quando esposta alla diversità, quindi di apprendere. Pierre Mazard ha una solidissima esperienza, ma è rinchiuso nella rigidità di chi non è più giovane, di chi è solo senza una compagna con cui condividere la vita, di chi è solo senza figli che ti fanno comunque barcollare. A vedere la madre di Pierre in ospizio, in apparente stato catatonico preda del morbo di Alzheimer, invece piena di livore nei confronti di supposti torti subiti da un figlio a lei non ottemperante, uno sarebbe portato a pensare che Pierre abbia sviluppato una qualche cattiveria, e che sia fondamentalmente anaffettivo. Non è così, Pierre per quanto burbanzoso, ha bisogno di affetto, di sentirsi in qualche modo “padre” per i suoi allievi, e utilizza il suo sapere, la sua conoscenza, a questo scopo, sebbene non sempre a proposito. Il miracolo del film è che Neïla Salah permette a Pierre di farle da padre, e lo riconosce, e a Mounir, il suo ragazzo (Yasin Houicha) di farle da compagno, e lo riconosce. Insomma un pasticcino con cui addolcirti la vita, anche se hai il diabete, con creanza.
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(di antonio bianchi)
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giajr
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domenica 11 novembre 2018
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un film dal tratteggio romanzato di una realtà...
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Il film nel trattare la tematica dell'arte della retorica è interessante ed ha un suo slancio culturale/accademico ben definito. Anche il tema dei giovani arabi della seconda generazione in Francia non è per nulla da sottovalutare e doverosamente deve essere, il più possibile, oggetto di proficua discussione e rappresentazione storica. L'unico punto che allontana dalla realtà, romanzando (forse a ragione, trattandosi di una commedia) questo film è il carico di valori positivi che indossano Neila (la protagonista), la sua famiglia (mamma e nonna), il suo fidanzato ed i suoi amici d'infanzia. Sono tutti personaggi molto positivi che sicuramente non rappresentano il reale fenomeno sociale nella sua totalità.
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Il film nel trattare la tematica dell'arte della retorica è interessante ed ha un suo slancio culturale/accademico ben definito. Anche il tema dei giovani arabi della seconda generazione in Francia non è per nulla da sottovalutare e doverosamente deve essere, il più possibile, oggetto di proficua discussione e rappresentazione storica. L'unico punto che allontana dalla realtà, romanzando (forse a ragione, trattandosi di una commedia) questo film è il carico di valori positivi che indossano Neila (la protagonista), la sua famiglia (mamma e nonna), il suo fidanzato ed i suoi amici d'infanzia. Sono tutti personaggi molto positivi che sicuramente non rappresentano il reale fenomeno sociale nella sua totalità. Per questo si può concludere dicendo questo film tratteggia in modo romanzato una realtà, anche problematica, di questo decennio. GIAJR.COM
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flyanto
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mercoledì 17 ottobre 2018
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due personalità forti
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In questo periodo escono nelle sale cinematografiche italiane molte commedie francesi, tra cui “Quasi Nemici” del regista Yvan Attal.
La storia è incentrata tutta sulla coppia formata da un professore di Diritto presso l’Università di Parigi ed una sua allieva di origini magrebine ma di nazionalità francese. In seguito al ritardo da parte della ragazza alla prima lezione dell’anno accademico tenuta dal suddetto professore, la giovane viene da lui ripresa ironicamente, ed in maniera politicamente scorretta davanti a tutta la classe, compromettendo seriamente i futuri reciproci rapporti. Conseguentemente, però, il professore, uomo borioso, arrogante, brontolone e profondamente nazionalista, viene richiamato dalla Commissione Disciplinare dell’Università per l’ accaduto che, nel frattempo, è stato ripreso tramite i cellulari dagli alunni e poi postato su You Tube, diventando così di dominio pubblico.
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In questo periodo escono nelle sale cinematografiche italiane molte commedie francesi, tra cui “Quasi Nemici” del regista Yvan Attal.
La storia è incentrata tutta sulla coppia formata da un professore di Diritto presso l’Università di Parigi ed una sua allieva di origini magrebine ma di nazionalità francese. In seguito al ritardo da parte della ragazza alla prima lezione dell’anno accademico tenuta dal suddetto professore, la giovane viene da lui ripresa ironicamente, ed in maniera politicamente scorretta davanti a tutta la classe, compromettendo seriamente i futuri reciproci rapporti. Conseguentemente, però, il professore, uomo borioso, arrogante, brontolone e profondamente nazionalista, viene richiamato dalla Commissione Disciplinare dell’Università per l’ accaduto che, nel frattempo, è stato ripreso tramite i cellulari dagli alunni e poi postato su You Tube, diventando così di dominio pubblico. Rischiando l’uomo un’espulsione dalla Cattedra per le offese rivolte alla ragazza, gli viene quasi imposto dai superiori di ‘riappacificarsi’ con la giovane studentessa, tramite delle lezioni private di retorica finalizzate ad un concorso a fine anno. Sarà proprio durante questo tempo trascorso insieme che entrambi impareranno a conoscersi meglio ed a stimarsi, ma soprattutto ad apprendere l’uno dall’altra degli insegnamenti importanti per il proprio futuro.
La commedia di Attal funziona proprio grazie al duo formato da Daniel Auteuil, nei panni del professore, e dalla giovane Camélia Jordana, la studentessa: Auteuil è un attore fuori classe che nobilita ogni pellicola attraverso l’interpretazione di sempre differenti personaggi e, pertanto, egli costituisce già un valore aggiuntivo al film. La Jordana ben si accorda con Auteuil e così la loro interazione risulta quanto mai spontanea e vera ai fini degli insegnamenti morali che vengono sostenuti. Inoltre, la storia è divertente e, dunque, piacevole e i dialoghi, intelligentemente brillanti, si accordano bene al ritmo brioso del film scandendone i vari eventi.
Insomma, una classica commedia francese che spicca, secondo la tradizione, in eleganza e spirito arguto e, pertanto è sicuramente consigliabile.
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michelecamero
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domenica 14 ottobre 2018
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commedia francese gradevole
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Commedia francese brillante ed intelligente nello spuntoche viene fornito da uno dei problemi più vistosi per le società occidentali odierne cioè quello della necessità e della opportunità di accettare e favorire l’integrazione. Qui quello spunto assume le forme di un contrasto tra un arrogante, provocatorio, razzista, sgradevole, ma poi rivelatosi anche disponibile, professore di retorica di una Università parigina di Diritto che ha l’esigenza di arginare le voci di una presunta vicinanza di quella Istituzione alla destra ed una studentessa del primo anno di origine araba proveniente da una delle banlieue della Capitale. La giovane è un po’ ruvida e primitiva, irruenta ed istintiva ma anche intelligente e caparbia nel suo progetto di vita di diventare un grande avvocato francese.
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Commedia francese brillante ed intelligente nello spuntoche viene fornito da uno dei problemi più vistosi per le società occidentali odierne cioè quello della necessità e della opportunità di accettare e favorire l’integrazione. Qui quello spunto assume le forme di un contrasto tra un arrogante, provocatorio, razzista, sgradevole, ma poi rivelatosi anche disponibile, professore di retorica di una Università parigina di Diritto che ha l’esigenza di arginare le voci di una presunta vicinanza di quella Istituzione alla destra ed una studentessa del primo anno di origine araba proveniente da una delle banlieue della Capitale. La giovane è un po’ ruvida e primitiva, irruenta ed istintiva ma anche intelligente e caparbia nel suo progetto di vita di diventare un grande avvocato francese. Per una circostanza legata al futuro accademico del professore ben interpretato da Daniel Auteuil i due dovranno lavorare insieme e lui dovrà introdurla ai segreti ed al fascino della dialettica e della retorica, utilizzando come viatico il libro di Schopenhauer “L’Arte di avere ragione”. Il film vuole invitare lo spettatore a riflettere sulla importanza della parola e soprattutto della padronanza del vocabolario e della propria capacità di utilizzo di questa formidabile arma che è la dialettica unita ad una saggia tecnica del movimento del proprio corpo e dell’utilizzo di quel comportamento somatico. Ho pensato ad una riedizione moderna della favola di “My Fair Lady” senza che questo accostamento debba essere giudicato come un limite o addirittura un difetto. Infatti altro obiettivo di questa gustosa pellicola che ci mostra anche una giovane attrice da tenere d’occhio, Camèlia Jordana, è quello di ridurre le distanze sociali tra le persone e tra le differenti componenti, urbanistiche ed umane, delle nostre città, lasciando altrove i pregiudizi e mettendosi alla prova nei e con i rapporti umani evitando di scappare via al primo sgradevole contatto con il prossimo. Lo so, non è facile, ma è ciò che ha composto la Storia dell’Umanità.
micam
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flyanto
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mercoledì 17 ottobre 2018
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due personalità forti
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In questo periodo escono nelle sale cinematografiche italiane molte commedie francesi, tra cui “Quasi Nemici” del regista Yvan Attal.
La storia è incentrata tutta sulla coppia formata da un professore di Diritto presso l’Università di Parigi ed una sua allieva di origini magrebine ma di nazionalità francese. In seguito al ritardo da parte della ragazza alla prima lezione dell’anno accademico tenuta dal suddetto professore, la giovane viene da lui ripresa ironicamente, ed in maniera politicamente scorretta davanti a tutta la classe, compromettendo seriamente i futuri reciproci rapporti. Conseguentemente, però, il professore, uomo borioso, arrogante, brontolone e profondamente nazionalista, viene richiamato dalla Commissione Disciplinare dell’Università per l’ accaduto che, nel frattempo, è stato ripreso tramite i cellulari dagli alunni e poi postato su You Tube, diventando così di dominio pubblico.
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In questo periodo escono nelle sale cinematografiche italiane molte commedie francesi, tra cui “Quasi Nemici” del regista Yvan Attal.
La storia è incentrata tutta sulla coppia formata da un professore di Diritto presso l’Università di Parigi ed una sua allieva di origini magrebine ma di nazionalità francese. In seguito al ritardo da parte della ragazza alla prima lezione dell’anno accademico tenuta dal suddetto professore, la giovane viene da lui ripresa ironicamente, ed in maniera politicamente scorretta davanti a tutta la classe, compromettendo seriamente i futuri reciproci rapporti. Conseguentemente, però, il professore, uomo borioso, arrogante, brontolone e profondamente nazionalista, viene richiamato dalla Commissione Disciplinare dell’Università per l’ accaduto che, nel frattempo, è stato ripreso tramite i cellulari dagli alunni e poi postato su You Tube, diventando così di dominio pubblico. Rischiando l’uomo un’espulsione dalla Cattedra per le offese rivolte alla ragazza, gli viene quasi imposto dai superiori di ‘riappacificarsi’ con la giovane studentessa, tramite delle lezioni private di retorica finalizzate ad un concorso a fine anno. Sarà proprio durante questo tempo trascorso insieme che entrambi impareranno a conoscersi meglio ed a stimarsi, ma soprattutto ad apprendere l’uno dall’altra degli insegnamenti importanti per il proprio futuro.
La commedia di Attal funziona proprio grazie al duo formato da Daniel Auteuil, nei panni del professore, e dalla giovane Camélia Jordana, la studentessa: Auteuil è un attore fuori classe che nobilita ogni pellicola attraverso l’interpretazione di sempre differenti personaggi e, pertanto, egli costituisce già un valore aggiuntivo al film. La Jordana ben si accorda con Auteuil e così la loro interazione risulta quanto mai spontanea e vera ai fini degli insegnamenti morali che vengono sostenuti. Inoltre, la storia è divertente e, dunque, piacevole e i dialoghi, intelligentemente brillanti, si accordano bene al ritmo brioso del film scandendone i vari eventi.
Insomma, una classica commedia francese che spicca, secondo la tradizione, in eleganza e spirito arguto e, pertanto è sicuramente consigliabile.
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rescart
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giovedì 5 agosto 2021
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non sono d''accordo con te, ma...
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Sono disposto a morire purché tu possa dire ciò che pensi, recita il famoso adagio attribuito erroneamente a Voltaire quasi a dimostrazione del fatto che la libertà di parola può portare anche a false attribuzioni. Come la probabile vittoria della protagonista nello scontro finale, che non si svolge per rinuncia. La falsa attribuzione a cui faccio qui riferimento è il futuro standing professionale dell'aspirante avvocatessa, che non era destinata ad esordire come sostenitrice dei diritti di chi può permettersi costosi studi professionali, ma come difensore d'ufficio dei tanti che finiscono invischiati presto nelle maglie della giustizia rischiando cosi di compromettere tutta la propria vita per un errore di gioventù.
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Sono disposto a morire purché tu possa dire ciò che pensi, recita il famoso adagio attribuito erroneamente a Voltaire quasi a dimostrazione del fatto che la libertà di parola può portare anche a false attribuzioni. Come la probabile vittoria della protagonista nello scontro finale, che non si svolge per rinuncia. La falsa attribuzione a cui faccio qui riferimento è il futuro standing professionale dell'aspirante avvocatessa, che non era destinata ad esordire come sostenitrice dei diritti di chi può permettersi costosi studi professionali, ma come difensore d'ufficio dei tanti che finiscono invischiati presto nelle maglie della giustizia rischiando cosi di compromettere tutta la propria vita per un errore di gioventù. È invece intrinseco nello stato di diritto il principio che tutti hanno diritto ad un avvocato, seppure non sono in grado di pagarlo. E sto parlando di un vero avvocato, seppure d'ufficio, non di un avvocato di ripiego praticamente inutile al fine di massimizzare le possibilità di avere una seconda opportunità per riscattarsi avendo compreso il proprio errore. Fa quindi bene la studentessa, seppure ambiziosa, a rinunciare allo scontro finale che le avrebbe dato l'occasione di fare un salto da gigante nella sua carriera. Ma sarebbe stato altrettanto per l'essere umano? Alla fine quello che deve vincere è sempre l'umanità, anche verso un professore cinico e senza scrupoli che per una volta ha solo ceduto alla sua umanità dicendo quello che pensava anche se non politicamente corretto e rischiando così di cadere dal trono accademico su cui si era insediato. Un'inutile vendetta che forse sarà stata sventata, il film non lo rivela, a condizione che chi si erge a giudice abbia avuto il coraggio della follia.
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