La douleur

   
   
   

Gli amori difficili al tempo di Buchenwald

di Emiliano Morreale La Repubblica

Il racconto Il dolore di Marguerite Duras, uscito dopo il grande successo dell'Amante, raccontava sotto forma di cronaca asciuttissima e in diretta i giorni dell'aprile 1945 in cui lei attendeva con angoscia ritorno del compagno Robert Antelme. Quest'ultimo, partigiano deportato a Buchenwald (esperienza sulla quale scriverà un libro memorabile, La specie umana), e la moglie vive giorni d'angoscia non sapendo se lo troverà nelle liste dei morti o in quelle dei vivi. Nel frattempo Duras era diventata l'amante di un altro giovane intellettuale, Dionys Mascolo, che sposerà nel 1947, e che la aiuta a cercare il marito: paura, speranza e sensi di colpa si mescolano dunque in un autentico groviglio. Finkiel, nell'adattare il testo della scrittrice, sceglie una confezione piuttosto accademica, da epigono del sotto-genere francese sul periodo dell'occupazione: si pensi, negli ultimi anni, ai libri tratti da Suite francese di Irene Nemirowsky e da Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo. Nel caso del Dolore il procedimento è particolarmente incongruo, data la secchezza del testo di partenza, che cercava di restituire l'atmosfera dell'epoca momento per momento, rielaborando (così dichiarò l'autrice) appunti dell'epoca e quindi annotando non solo i sentimenti della narratrice, ma anche varie considerazioni sull' assestamento della Francia del dopoguerra. Per aggiungere sostanza al racconto, il film aggiunge invece tutta una prima parte ambientata durante l'occupazione, con Marguerite che per cercare Robert contatta un agente collaborazionista. Il racconto è affidato in gran parte alla voce fuori campo, il cui rapporto con le immagini è però molto diverso da quello dei film scritti da Duras (Hiroshima mon amour di Alain Resnais) o da lei diretti (India Song). Lontani da ogni cortocircuito sperimentale, qui c'è un effetto prolisso, un po' ridondante, e la regia ha qualche caduta (ralenti, l'apparizione di un doppio della protagonista), cui si aggiungono una musica onnipresente e una protagonista, Mélanie Thierry, spesso sopra le righe. Il dramma dei personaggi riesce a emergere a tratti, eppure ci sarebbe stato materiale per un film di ben altra intensità. La douleur è stato scelto dalla Francia come candidato per gli Oscar, ma non è entrato nella shortlist che precede le nomination vere e proprie.
Da La Repubblica, 17 gennaio 2019


di Emiliano Morreale, 17 gennaio 2019

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