L'Affido - Una storia di violenza

Acquista su Ibs.it   Dvd L'Affido - Una storia di violenza   Blu-Ray L'Affido - Una storia di violenza  
   
   
   

Scontato fino alla banalità Valutazione 1 stelle su cinque

di cardclau


Feedback: 10993 | altri commenti e recensioni di cardclau
domenica 24 giugno 2018

Nell’ “Affido – Una storia di violenza”, il regista Xavier Legrand ha una grandissima miopia, si limita ad agire quello che la gente si aspetta. La gente si aspetta che ci sia una chiara dicotomia, tra le indifese, tenere, dolci, ed innocenti femmine (bianche) e i violenti, irriflessivi, impulsivi, e direi tendenzialmente femminicidi maschi (neri). Così la gente se ne sta tranquilla sapendo a chi addebitare la colpa in una relazione disturbata. Xavier Legrand non ha capito che il cinema permette una riflessione ben più articolata, e che il tema che ha scelto, della separazione e della gestione dei figli è estremamente più complesso ed sorprendentemente variegato, di quello che ci mostra. Nel film viene tutto semplificato e banalizzato, ad un certo punto comprendiamo perché la ex-moglie ed i figli si comportano così, in un modo apparentemente insopportabile, e che Antoine Besson (Denis Ménochet) è un padre incapace in modo assoluto di elaborare un abbandono, forse perché essenzialmente deprivato, “senza famiglia”. Basta vedere come viene trattato, nel dissenso, dai suoi genitori. Direi completamente abbandonato. Non nego che certe storie possano andare in questo modo. Ma ci possono essere ben altre e ben più ricche riflessioni. Uno, che la violenza non è solo fisica. Non a caso i siciliani dicono “le parole sono pietre”. Due, che tutti i bambini, maschi e femmine, sono nella loro crescita, sotto lo strapotere di una femmina, la madre, che può decidere per i figli se il padre ha almeno una qualità, o se è uno zero su tutta linea (ma non è chiaro il perché, con un maschio del genere, lo abbia scelto, e abbia fatto almeno un figlio). Di solito si insegna che l’attività fisica fa scendere la glicemia e il diabete, ma è inesatto. La glicemia e diabete scendono con l’attività fisica solo per l’effetto permissivo dell’insulina, la cui presenza permette di fare entrare il glucosio nei muscoli in attività. Allo stesso modo la madre esercita un effetto permissivo sul modo con cui i figli valuteranno e vivranno il loro padre, se ragionevolmente potente, o perdutamente impotente. La virilità non dipende quindi solo da un padre adeguato, ma dall'effetto permissivo della madre. Tre, spiegatemi perché Shakespeare (che non è un maschilista femminicida ma è uno che ha capito le donne, a differenza di quello che ammette alla fine della sua vita Sigmund Freud) ad un certo punto scrive: “l’inferno non è nulla di fronte ad una donna arrabbiata”.

 

 

 

 

Andando a vedere il film A Quiet Passion sulla, più che grandissima, poetessa americana Emily Dickinson (impersonata da una splendida Cynthia Nixon), temevo di trovarmi di fronte ad un film agiografico e mieloso, sul tipo Maria Maddalena, che parte in quarta per spiegare a noi poveri mortali il genio senza macchia, o la vera santità, cioè l’inspiegabile, l’inintelligibile, l’inverosimile. Invece il regista Terence Davies, lasciando giustamente perdere la spiegazione del genio sfolgorante della Dickinson, si è permesso (a parte alcune poesie di rara bellezza) solo di descrivere con notevole efficacia l’ambiente che l’ha vista muoversi, lasciando a noi le riflessioni sull’ostico argomento, ma con qualche prezioso elemento in più. La Dickinson vive a cavallo della metà del diciannovesimo secolo, da una famiglia dell’alta borghesia dell’est degli Stati Uniti, da una parte religiosamente rigida (come bene sapevano fare i puritani), timorata di un Dio particolarmente severo, e dall’altra incredibilmente moderna (compatibilmente con i tempi) nel modo con cui si poteva esprimere il dissenso, e venivano considerate le donne. A quei tempi la relazione uomo-donna è intrappolata da stereotipi liberticidi da entrambe le parti, dove il maschio e la femmina già alla nascita dovevano interpretare accuratamente la parte a loro attribuita. La Dickinson non lavora (forse non era considerato consono al rango sociale), non si trova un marito e non viene spinta a farlo. Scopre la sua fortissima, emozionante,  potenzialità poetica, tocca col cuore e conosce profondamente il mondo della poesia, e compone fantastiche  poesie apparentemente in solitudine per molti anni della sua esistenza. La scelta delle parole e delle espressioni nelle poesie di Emily Dickinson ha dello straordinario. Ritengo, forse a torto, che l’espressione della vera creatività ponga le sue robuste radici nell’esistenza di un potente oggetto d’amore. Come il bambino che giocando, si impegna allo spasimo se è la madre che lo sta guardando. Bach non avrebbe composto a quelle altezze se non avesse amato profondamente sua moglie. Puccini lo dicono un libertino, ma non può non avere vissuto con sacralità le diverse storie d’amore vedendo e ascoltando le eroine delle sue opere, decisamente diverse, ma tutte donne vere e splendide: Mimi’, Tosca, Madama Butterfly, Turandot. E l’oggetto d’amore della Dickinson? Sicuramente la famiglia, che fondamentalmente riesce a proteggerla, poi le fantasie amorose (col pastore), al di là della fisicità e delle imbalsamate convenzioni sociali.


 

 

Il film inizia in modo "incoraggiante" (ma forse, senza tanti giri di parole, si potrebbe dire in modo piuttosto inquietante), con Marcello, il Dogman, che sta facendo il bagnetto ad un Dogo argentino, cattivissimo, col quale non vorresti mai fare un incontro solitario, a due, nel bosco. Nei suoi confronti il lupo mannaro mi è sembrato desolatamente un dilettante. Dopo il film sono tornato a casa stravolto, aggrappandomi col pensiero, per salvarmi e sopravvivere, al mondo dei Lapponi, che ho conosciuto in seguito al film Sami blod, popolo "primitivo" ma molto più evoluto di noi, dove non c'è, o non c’era, assolutamente posto per la disperazione, il nulla, il suicidio, la depressione, la personalità delinquenziale, borderline, o schizoaffettiva, la miseria morale e materiale, l’assenza di progettualità per quanto minima. Prima di scrivere questa recensione, come dice in una sua commedia il grande Eduardo De Filippo, ci ho dormito su tutta la notte: “… a dà passà a nuttata”.

Ma visto che viviamo in questa società, piena zeppa di chiari (meno) e oscuri (molti di più), niente sogni ad occhi aperti, ma immergiamoci completamente in questo sciroppo agrodolce andato terribilmente a male, tappandoci non gli occhi, perché la consapevolezza è essenziale, ma per benino il naso, assaggiandolo quanto basta per capire. Anzitutto bisogna decisamente lodare il regista Matteo Garrone per aver affrontato un tema così difficile con una notevolissima abilità filmica; e nel contempo Marcello Fonte (Marcello, ambiguo, di un’incertezza fragile, e di una incapacità di difendere se stesso che ha del tenero) ed Edoardo Pesce (Simone, estremamente disturbante nella sua brutale anaffettività e forza distruttiva) per aver dato vita con estremo realismo e credibilità (a tal punto da dimenticare che sono attori) a dei personaggi che purtroppo stanno diventando sempre più “comuni” nelle nostre disastrate periferie urbane. Il monito appare questo, e finisco: se non riusciremo ad invertire la rotta, il viaggio sarà quello di un travagliatissimo non ritorno verso la non vita, e non basterà un filo spinato elettrificato a salvarci. Insomma, un film non consigliato per i coronaropatici.

[+] lascia un commento a cardclau »
Sei d'accordo con la recensione di cardclau?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
20%
No
80%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico

Ultimi commenti e recensioni di cardclau:

Vedi tutti i commenti di cardclau »
L'Affido - Una storia di violenza | Indice

Recensioni & Opinionisti Premi
Multimedia Shop & Showtime
MYmovies
Marzia Gandolfi
Pubblico (per gradimento)
  1° | vanessa zarastro
  2° | lapo10
  3° | angeloumana
  4° | loland10
  5° | achab50
  6° | figliounico
  7° | cinefoglio
  8° | flyanto
  9° | cardclau
Festival di Venezia (2)
Cesar (16)


Articoli & News
Video recensione
la video recensione
Immagini
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 |
Link esterni
Shop
DVD
Uscita nelle sale
giovedì 21 giugno 2018
Scheda | Cast | News | Trailer | Poster | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità