Una vita tormentata quella di Tonya Maxine Harding!
Tirata su da LaVona Golden (la strepitosa Allison Janney) una madre arcigna, cattivissima e con il vizio del bere, già all’età di quattro anni Tanya (interpretato dalla bravissima Margot Robbie) sapeva pattinare. Genitori separati la madre fa la cameriera in un ristorante e la spinge ad avere successo come la cosa più importante al mondo, tanto che una volta cresciuta, non le permetterà neanche finire la scuola per avere più tempo a disposizione per allenarsi. L’obiettivo è vincere a tutti i costi!
Con il padre la bimba avrebbe anche un buon rapporto, lui la porta a caccia e le insegna a sparare, ma poi si rivela un debole quando si tratta di affrontare la ex moglie e di sfuggire con la scusa del lavoro di notte quando la piccola in lacrime gli chiede di andare a vivere con lui e di non lasciarla con la mamma.
Tonya possiede un talento incredibile nell’ambito del pattinaggio su ghiaccio, ma anche un carattere irruente e indomabile che finirà per essere invisa dall’establishment sportivo. Jeff è apparentemente un bravo ragazzo; è il primo che la corteggia e diventerà suo marito alternando momenti di affettuosità a violenze fisiche.
Nel film sono rappresentate tutte donne forti, quasi delle virago, mentre gli uomini deboli o almeno frustrati.
Tonya Harding, nata a Portland nel 1970, è stata la prima pattinatrice americana a eseguire un triplo Axel nel 1991 – un salto che prevede tre rotazioni e mezzo e che si esegue partendo “in avanti sul filo esterno sinistro della lama del pattino” - salto che alle donne sembrava proibito e che era stato eseguito solo dalla giapponese Midoro Ito. Ha partecipato alle Olimpiadi sia nel 1992 arrivando quarta sia, di nuovo nel 1994, dopo aver vinto il titolo nazionale di pattinaggio artistico, anche dopo un sospetto incidente occorso alla sua amica e rivale Nancy Kerrigan. Infatti, poco prima delle Olimpiadi di Lillehammer, la pattinatrice Kerrigan subì un aggressione da uno sconosciuto che le ruppe il ginocchio destro con una spranga di ferro e dovette ritirarsi nella gara nazionale.
Le indagini incriminarono Jeff Gillooy, l’ex marito di Tonya con il quale aveva ricominciato a convivivere, come mandante dell’agguato. Tonya negò di avere a che fare con l’incidente ma il marito in un momento di rabbia accusò lei di esserne l’ideatrice.
Il risultato fu che Tonya pagò una mega multa di 160.000 dollari, la Federazione Americana le revocò il titolo nazionale la bandì a vita, e l’International Skating Union la etichettò come “persona non gradita” spezzandole la vita.
Qualche anno dopo Tonya, forte fisicamente e atletica, intraprende la carriera di pugile senza troppa convinzione né particolare successo.
Il film, presentato alla festa del Cinema di Roma del 2017, termina con la voce di Doris Day che canta Dream a Little Dream, montaggio incrociato tra (dalle stelle alle stalle) i volteggi sui pattini e il crollo sul ring, con la voce fuori campo che dice “Questa è la storia della mia vita” e “Questa è la fottuta verità” mentre The Passenger di Iggy Pop prende il posto della mielosa Doris Day.
Biografico? film sportivo? Dark comedy? Qualcuno faceva notare che l’agguato eseguito da due balordi aveva la comicità dei film dei Coen. La sceneggiatura di Steven Rogers spazia tra i generi rendendo piuttosto sgradevole la sboccata protagonista all’inizio – urla e botte – rendendola, invece, più umana verso la fine, nella sofferenza e nella perdita. Margot Robbie è stata candidata all’Oscar 20128 come migliore protagonista mentre, per il ruolo della madre di Tonya, Allison Janney ha vinto quello come Miglior attrice non protagonista.
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