flyanto
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giovedì 14 giugno 2018
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la formazione sentimentale di un giovane
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“La Terra di Dio” del regista Francis Lee racconta la storia di un giovane il quale vive, dedicandosi alla cura del bestiame e dei campi, nella propria fattoria insieme alla nonna ed al padre infermo. Il suddetto ragazzo è molto scontroso di carattere e non ha un bel rapporto affettivo con il genitore e la nonna: da entrambi viene continuamente rimproverato ed egli a sua volta, risponde loro con arroganza e nervosismo. In realtà, molto probabilmente, è solo ferito dalla mancanza dell’affetto della mamma che, non si intuisce con precisione se sia morta o andata via dalla casa. Inoltre, egli è gay ma non ha relazioni stabili con nessuno bensì rapporti sessuali fugaci con qualche ragazzo incontrato casualmente.
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“La Terra di Dio” del regista Francis Lee racconta la storia di un giovane il quale vive, dedicandosi alla cura del bestiame e dei campi, nella propria fattoria insieme alla nonna ed al padre infermo. Il suddetto ragazzo è molto scontroso di carattere e non ha un bel rapporto affettivo con il genitore e la nonna: da entrambi viene continuamente rimproverato ed egli a sua volta, risponde loro con arroganza e nervosismo. In realtà, molto probabilmente, è solo ferito dalla mancanza dell’affetto della mamma che, non si intuisce con precisione se sia morta o andata via dalla casa. Inoltre, egli è gay ma non ha relazioni stabili con nessuno bensì rapporti sessuali fugaci con qualche ragazzo incontrato casualmente. Quando giunge nella sua fattoria un giovane rumeno come aiutante, la su avita cambia totalmente perché inizia a frequentarsi con quest’ultimo e soprattutto a coinvolgersi personalmente e profondamente per la prima volta dal punto di vista sentimentale.
“La Terra di Dio” è stato paragonato alla precedente pellicola “ I Segreti di Brokeback Mountain” del regista Ang Lee per la tematica simile trattata ma esso risulta di gran lunga superiore per la delicatezza con cui viene rappresentata l’evoluzione della relazione sentimentale dei due protagonisti e la trasformazione del protagonista come persona. La regia, se si considera che è addirittura un’opera prima del regista, risulta molto nitida ed essenziale contribuendo così a dispiegare la vicenda in una tempistica ottimale di non più 100 minuti. Inoltre, il film si avvale di una fotografia molto suggestiva che ritrae i freddi e brumosi paesaggi dello Yorkshire e che ben si armonizza con l’atmosfera generale della storia ed, anzi ne dà maggior risalto. Il tema della relazione sentimentale tra due uomini omosessuali, poi, viene da Francis Lee trattato con molta sensibilità, seppure non scevra di una certa dose di realismo che, in ogni caso, serve ad imprimere maggiore credibilità e valore alla vicenda.
Insomma, un piccolo gioiello di film che si distingue parecchio dai precedenti dello stesso genere.
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ralphscott
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sabato 14 luglio 2018
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il richiamo della natura
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La storia dei due ragazzi evolve insieme al loro rapporto col territorio,una natura esigente,faticosa,ma che stringe a se i personaggi e,con immagini evocative,lo spettatore. Niente scandali,anche quando la trama mette a confronto genitori di vecchio stampo,affatto amicali,con la passione esplosa tra i ragazzi: la routine riprende il sopravvento,la fattoria va mandata avanti,ci sono altre priorità,come la malattia del padre e gli animali da allevare. Un film aspro,fatto di silenzi e panorami,epurato da inutile tecnologia (il telefono a muro,simbolo di un mondo in via di estinzione).
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angeloumana
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domenica 5 agosto 2018
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tenerezza che contagia
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Un film che ricorda un poco Shell per l'ambientazione: una fattoria in aperta campagna, a buona distanza da un centro abitato. Shell si svolgeva nelle highlands scozzesi e la 17enne protagonista, che viveva sola col padre in una stazione di servizio, desiderava affetto e se lo andò a cercare altrove. In La Terra di Dio, nello Yorkshire, il giovane Johnny Saxby è rassegnato a continuare ad occuparsi delle pecore e delle mucche, l'attività che ha creato suo padre Martin ora invalido. Lì vive con lui e con la nonna e non sembra sperare altro, disabituato a carezze, sua madre Amy andò via da quel posto arido d'affetti e scarno di parole.
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Un film che ricorda un poco Shell per l'ambientazione: una fattoria in aperta campagna, a buona distanza da un centro abitato. Shell si svolgeva nelle highlands scozzesi e la 17enne protagonista, che viveva sola col padre in una stazione di servizio, desiderava affetto e se lo andò a cercare altrove. In La Terra di Dio, nello Yorkshire, il giovane Johnny Saxby è rassegnato a continuare ad occuparsi delle pecore e delle mucche, l'attività che ha creato suo padre Martin ora invalido. Lì vive con lui e con la nonna e non sembra sperare altro, disabituato a carezze, sua madre Amy andò via da quel posto arido d'affetti e scarno di parole. Ad un'amica studentessa di quei posti che lo invita a conoscere altre amiche non riserva alcun interesse, dice di non potersi occupare d'altro oltre a sgobbare tutto il giorno. E' abituato alla durezza di quella vita ma anche alla durezza del rapporto sempre riservatogli da un padre autoritario e incapace d'amore, che dà solamente ordini e con rancore. Johnny è omosessuale, si procura piaceri occasionali nei modi spicci ed espliciti che – pare – sono abituali in questa sessualità (vedasi Lo sconosciuto del lago), ma sono rapporti volti solo a soddisfazioni momentanee, non c'è affetto, nessun corteggiamento e nessuna carezza, relazioni occasionali senza seguito.
Accade qualcosa o arriva qualcuno, insospettabilmente, è “l'uomo del destino”: Gheorghe, coetaneo di Johnny, è un ragazzo rumeno che viene assunto temporaneamente in aiuto, immigrato in quel posto sperduto, ma bravo a far partorire le pecore, a badare agli animali a cui si dedica con empatia, al punto che buoi e pecore sembrano subito sentirsi meglio accuditi. Di lui il film dice poco, di una madre che ha (ed ora non si capisce dove sia), di una fattoria che avevano e che ora appare perduta. Per Johnny, Gheorghe è lo “zingaro”, almeno finché questi non reagisce e lo assale. Nell'assalto si riparametra il rapporto e si conoscono, tutti e due scoprono di aver voglia l'uno dell'altro. G. ha contaminato positivamente gli abitanti della casa, li ha contagiati di una certa dolcezza, è rispettoso sia con gli animali sia con “i nativi”, almeno a non provocarlo o offenderlo, sa apprezzare e far scoprire anche a Johnny la bellezza di quei luoghi, oltre alla tenerezza che il ragazzo non ha mai conosciuto. La presenza di G. può anche diventare duratura, sarebbe funzionale alla “strategia aziendale”, con lui la fattoria progredirebbe, data l'inabilità del padrone di casa Martin. A quegli inglesi ha pure fatto scoprire che dal latte di pecora si può ottenere un buon formaggio.
Come qualcuno ha scritto La Terra di Dio “non è una love-story gay, è una storia d'amore e basta”. I filmati di coda mostrano riprese d'epoca, di una terra che dà buoni frutti, di molte persone che ci lavorano: può darsi che la famiglia del regista avesse un'azienda così, Francis Lee è di quella terra, e una terra che appartiene a Dio (il titolo originale è God's own country) è rigogliosa se chi la coltiva ha amore per essa e per gli altri.
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