Gli sdraiati

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ema sabato 9 dicembre 2017
il peggiore film che abbia visto quest'anno Valutazione 1 stelle su cinque
78%
No
22%

Questo è un film noioso e banale: non dice nulla di nuovo sul rapporto tra padri e figli, il cosiddetto "confronto generazionale", ma questo si può anche tollerare, anche perché è un argomento che nel cinema ed in letteratura è stato trattato in lungo e in largo. Il problema è che i personaggi sono privi di spessore e, secondo me, il padre in particolare non è rappresentativo della situazione dei padri moderni (che non tutti sono ricchi e famosi). Il personaggio del suocero tassista, poi, è del tutto inutile e, mi sembra, messo lì solo per "strappare" le lacrime del pubblico (ma non le mie). Detto questo, una "commedia" in cui non si ride, magari anche amaramente (come nella migliore tradizione della commedia all'italiana), non può essere considerata tale. [+]

[+] concordo (di gigi22562)
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laura giovedì 7 dicembre 2017
quegli accendini accesi.... Valutazione 2 stelle su cinque
74%
No
26%

C'è qualcosa che non convince fra le immagini che scorrono sullo schermo.
Quel ragazzo, quei ragazzi con i loro capelli lunghi, in bicicletta per le strade di Milano, non sono  gli autentici sdraiati chiusi fra le pagine del libro o distesi sui nostri divani ad ammorbarci con la musichetta di qualche gioco elettronico, o con i discorsi elevati di qualche youtuber, il cellulare nella sinistra e la mano destra tuffata nella scatola dei cereali. Quelli sullo schermo sono capaci di ridere, di amare, di odiare, di litigare e poi chiarirsi, si interessano di problemi sociali, sono capaci di camminare sui tetti, di pedalare - con tutta la fatica che ciò comporta.
Quelli sullo schermo siamo noi, madri e padri di questi ragazzi,  con l'accendino acceso alto sulle teste ad accompagnare la voce di Bob Marley. [+]

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evak. venerdì 29 dicembre 2017
intelligente Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

Arrivo un po' in ritardo su questo film perchè in questo periodo ho voluto rivedere prima tutti i film di Francesca Archibugi, della quale ho anche delle obsolete ma bellissime videocassette. Volevo essere sicura del mio giudizio su questo film. 
Francesca Archibugi è senza alcun dubbio, nel panorama del cinema italiano, la regista più intellettualmente e culturalmente preparata. Nei suoi film, come anche in questo, è tangibile che il suo lavoro è frutto di un'attenta e capace analisi del contesto contemporaneo. Archibugi guarda, osserva, partecipa; lei stessa si interroga, a volte pare anche riflettersi, senza mai giudicare le dinamiche delle relazioni sociali, famigliari e adolescenziali (temi a lei molto cari). [+]

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mariaf. lunedì 27 novembre 2017
evviva i buoni film! Valutazione 5 stelle su cinque
76%
No
24%

 Un film che non avrei voluto perdere per nessuna ragione al mondo, infatti, mi sono fiondata alle 10,40 del mattino, orario per me insolito, nell’unico cinematografo che lo proiettava.
Ha soddisfatto in pieno le mie attese rendendo la lettura dell’omonimo libro di Michele Serra ancora più gradevole.
Non esiste nessuna guida che insegni quale percorso seguire per essere un buon genitore, per cui, alé, pronto via, come dilettanti allo sbaraglio ci improvvisiamo competenti in materia a scapito o a volte per fortuna dei figli che saranno le nostre cavie.    
L’argomento ci riguarda tutti, perché tutti genitori o no siamo circondati da adolescenti il cui mondo per noi resta, impenetrabile, incomprensibile non riusciamo a trovare un punto di contatto e una sola ragione che ci porti a giustificare il loro comportamento. [+]

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no_data mercoledì 29 novembre 2017
diagonale
86%
No
14%

Il film lo definirei DIAGONALE
L’intelligente ironia di Francesco Piccolo unita al talento di Francesca Archibugi di penetrare la fragilità adolescenziale permette a questo film di avere un attento e compassionevole sguardo sul rapporto padre-figlio.
Il film non si pone lo scopo di fare un’analisi della società in cui noi oggi viviamo
non vuole condannare né assolvere né filosofeggiare sul rapporto padre figlio ma vuole solo restituirci un’immagine onesta e reale di una relazione così intensa e complessa.
Tito un dinoccolato troppo alto, troppo sbilanciato adolescente è alla ricerca di una propria identità , rifiutando di conformarsi al modello paterno considerato ormai obsoleto egli esprime e manifesta il proprio disagio attraverso un linguaggio costantemente provocatorio ed indisponente nei confronti del proprio padre camuffando la propria insicurezza con l’insolenza. [+]

[+] mi complimento (di zulgin)
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lux venerdì 1 dicembre 2017
interessante spaccato sulle attualissime “famiglie allargate”.. Valutazione 4 stelle su cinque
77%
No
23%

.. ed il rapporto genitori/figli adolescenti al giorno d’oggi. Io non sono madre, quindi non posso esprimere un giudizio personale a riguardo, ma le amiche che vivono “l’incubo” quotidiano di un periodo di vita così difficile l’hanno trovato molto veritiero. Io ho trovato molto intenso e divertente Claudio Bisio, molto tenero Cochi Ponzoni (che conoscevo solo come comico!), accattivante l’interpretazione di Antonia Truppo (dallo sguardo alla parlata cadenzata), spettacolari i ragazzi, tutti giovani attori esordienti, soprattutto Gaddo Bacchini e Matteo Oscar Giuggioli (che si interfaccia a Bisio in numerose occasioni) e Ilaria Brusadelli.

Bellissime riprese di una Milano che non è più “da bere”, ma è tutta da scoprire girandoci. [+]

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raffele domenica 10 dicembre 2017
felpe, zainetti, lacrime Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Sono disordinati, infingardi, insolenti. Piccoli, stupidelli, teneri, innocenti. Ma ti guardano con l’arroganza misteriosa di chi ha dalla sua più che una certezza: una legge della natura. Cioè prendere, in un modo o nell’altro, la loro strada. O comunque una strada. Che sicuramente non è quella di casa, quella di mamma e papà, quella di quello dei due che si è collocato come madre/padre, genitore insomma, super-io controllore e giudice, perché l’altro dei due può anche figurare come genitore amico, vittima dell’altro. Uno dei due con ogni probabilità sarà l’invadente, il cerbero, che ti sta col fiato sul collo … i meno fortunati hanno il collo sottovento ad entrambi. [+]

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jackmalone sabato 9 dicembre 2017
vince chi ha più voglia di scalare la montagna Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Il rapporto fra genitori e figli, ampiamente trattato da sempre  in tutta la filmografia , ricorda sempre di più gli incontri ravvicinati del III tipo. Non si capisce più chi sia l'alieno in questione;ciascuna delle due parti ritiene che l'alieno sia l'altro. Parlano due linguaggi inaccessibili l'uno all'altro, si muovono e agiscono in modo antitetico in mondi paralleli che non si toccano mai, ognuno trova assurdi e misteriosi i comportamenti dell'altro e se i genitori hanno un bagaglio culturale, migliori mezzi linguistici e rilevanti capacità comunicative ciò non aiuta a creare il rapporto , anzi ne distrugge ogni possibilità di esistenza. [+]

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lucius domenica 3 dicembre 2017
film sui figli (e sui padri) Valutazione 3 stelle su cinque
91%
No
9%

  Essere stati giovani  negli anni 80 è diverso da essere stato giovane nel '68...... ovvero essere nati negli anni'60 non è come essere nati negli anni immediatamente successivi al dopoguerra... Facciamo un pò di conti: Bisio-Selva può avere circa 55 anni e dunque è nato più o meno nel '62. I suoi genitori dunque sono nati prima del secondo conflitto ( e Cochi Ponzoni rappresenta bene questa generazione). [+]

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flyanto mercoledì 29 novembre 2017
l'inevitabile scontro generazionale Valutazione 3 stelle su cinque
86%
No
14%

 Tratto dall'omonimo romano di Michele Serra, "Gli Sdraiati" della regista Francesca Archibugi ora nelle sale cromatografiche italiane, è un film che riflette il conflitto generazionale tra genitori e figli.

Qui, per la precisione, quello tra un padre (Claudio Bisio), noto giornalista televisivo e personaggio di spicco, ed il figlio (Gaddo Bacchini) studente di liceo. [+]

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