Gifted, il dono del talento è un film delicato e poetico, emozionante e quietamente potente che riesce con disinvoltura e senza scendere nella retorica eccessiva, ad affrontare quel terreno semi'sconosciuto che riguarda la crescita dei bambini prodigio mentre prova a rispondere al quesito scottante: bisogna privilegiare l'intelletto e la genialità oppure l'infanzia del bambino?
Questo dilemma rappresenta il leit motiv della pellicola che cerca sapientemente di aprirsi strada seguendo le vicende di Mary, bambina di appena 6 anni e genio della matematica come la defunta madre, e di suo zio Frank che se ne prende cura dalla morte della sorella. L'uomo, ex professore universitario che ha abbandonato tutto per trasferirsi al sud con la nipote, appare sin da subito come una persona premurosa ed empatica che sceglie uno stile di vita spartano pur di crescere la bambina nel modo più normale possibile, tenendo Mary lontana dalle scuole per bambini straordinariamente dotati e mettendole a disposizione il bene più grande: un'infanzia spensierata e felice, al pari dei suoi coetanei.
La vicenda però è destinata a complicarsi, non solo perchè Mary si sente a disagio nella scuola pubblica e attira subito le attenzioni dei maestri, ma sopratutto perchè la nonna materna vede nella piccola esclusivamente un talento matematico ineguagliabile pari a quello della figlia defunta. Spinta dall'ossessione di risolvere un'importante equazione lasciata incompiuta dalla figlia deceduta, nonchè di raggiungere traguardi matematico-scientifici rilevanti lasciati in sospeso, la nonna Evelyn intraprende una dolorosa battaglia legale contro suo figlio per ottenere la custodia della bambina e assicurarle l'istruzione più adeguata ai bisogni e alle straordinarie facoltà intellettive della piccola.
Durante questa assurda battaglia legale che si instaura tra famigliari e che logora la quiete e la serenità di ambedue le parti emergeranno vecchie ferite aperte e mai rimarginate, segreti e risentimenti che culmineranno in risvolti traumatici per la bambina.
Ed ecco che emerge un altro punto saliente e notevole nella storia in questione: quanto si è pronti a sacrificare per il bene di una bambina? E come si decide cos'è meglio per la sua crescita, formazione ed istruzione quando si parla di una bambina speciale e dotata? Quale prezzo si è pronti a pagare quando ne va della psicologia di una bambina? Mary infatti è colei che paga le conseguenze dei disguidi e delle lotte legali tra i suoi parenti, essendo affidata a terzi e perdendo i contatti con lo zio e il suo ambiente famigliare. Il finale fortunatamente ripristinerà l'equilibrio e riconcilieà parte della famiglia risultando confortante anche per lo spettatore.
Il lungometraggio firmato Webb, con alle spalle un'esperienza solida in commedie e cinefumetti, riesce a mantenere sempre un giusto equilibrio senza scadere mai nel banale, nel melo o nel ricatto emotivo dei suoi spettatori. La vicenda di una bambina geniale viene trattato in modo umano e delicato ponendo allo stesso tempo dei quesiti rilevanti e attuali inerenti all'educazione e crescita appropriata per una bambina con necessità didattiche non convenzionali. Come si può scegliere la via migliore senza peggiorare o ferire i sentimenti di questi bambini prodigio? Come si può supportare la crescita, lo sviluppo emotivo, sociale ed affettivo senza intralciare i bisogni per un'educazione formale più esigente rispetto agli altri bambini? La risposta ovviamente non è ovvia ne scontata e tantomeno facile da decidere.
"He loved me before I was smart" In questa frase, pronunciata da Mary e riferita allo zio, si racchiude il nocciolo di questa bellissima e delicata pellicola riguardo l'accettazione e l'amore incondizionato che tutti i bambini hanno diritto di ricevere a prescindere dai loro bisogni o caratteristiche speciali.
Ricapitolando, Gifted non brilla sicuramente per la sua originalità nella tematica affrontata, ma gestisce talmente bene gli elementi a disposizione da risultare un film godibile, emozionante e a tratti commovente. In costante bilico tra una commedia, un legal dramma, e un film sociale Gifted riesce a far breccia nel cuore dello spettatore senza deluderlo anche per merito della bravissima McKenna, giovanissima attrice nei panni di Mary. Chris Evans invece può finalmente tirare un respiro di solievo, abbandonati momentaneamente i panni stretti di Captain America, sfoggiando una recitazione pacata e senza eccessi ma tutto sommato convincente. Bravissime sia la perfida Lindsay Duncan in forma smagliante che il premio Oscar Octavia Spencer nel ruolo di una vicina altrettanto attenta e premurosa.
Ideale per famiglie ma diretto a chiunque sia dotato di un animo sensibile, Gifted è un film che avvolge piacevolmente lo spettatore, risultando convincente e interessante.
Voto: 3,5/5.
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