peergynt
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mercoledì 30 agosto 2017
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l'impossibile utopia
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Si apre la 74. Mostra del cinema di Venezia con l'ultimo film di Alexander Payne, "Downsizing" (USA, 2017), che prova ad ipotizzare in un futuro molto vicino il rimpicciolimento della massa corporea degli umani come una pratica ormai fattibile e consolidata. Ma perché qualcuno dovrebbe farsi ridurre dalle dimensioni attuali ai 12 centimetri di altezza previsti? Ovviamente non tanto per far calare i consumi e la produzione di rifiuti e salvare l'ambiente, quanto piuttosto per potersi permettere beni da ultraricchi a pochissimi dollari: perché anche un palazzo delle dimensioni di quello dei reali d'Inghilterra, nel minimondo, costerebbe una sciocchezza.
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Si apre la 74. Mostra del cinema di Venezia con l'ultimo film di Alexander Payne, "Downsizing" (USA, 2017), che prova ad ipotizzare in un futuro molto vicino il rimpicciolimento della massa corporea degli umani come una pratica ormai fattibile e consolidata. Ma perché qualcuno dovrebbe farsi ridurre dalle dimensioni attuali ai 12 centimetri di altezza previsti? Ovviamente non tanto per far calare i consumi e l a produzione di rifiuti e salvare l'ambiente, quanto piuttosto per potersi permettere beni da ultraricchi a pochissimi dollari: perché anche un palazzo delle dimensioni di quello dei reali d'Inghilterra, nel minimondo, costerebbe una sciocchezza.
La suggestiva e intrigante idea iniziale non produce però un film del tutto riuscito. Ad un inizio coinvolgente e che calca i binari del film di fantascienza sul nostro futuro distopico regista e sceneggiatore fanno poi seguire una commedia satirica con parabola socio-umanitaria e storiella d'amore fra l'americano medio (Matt Damon) e la buona e altruista dissidente vietnamita (la divertente Hong Chau) che è storia già vista e un tantinello stucchevole.
Resta, di convincente, quell'ironia nei confronti di un genere umano che cerca sempre tutte le soluzioni per realizzare Utopia, la società perfetta, e che poi rovina tutto con le sue numerose "qualità" (egoismo, avidità, edonismo fine a se stesso, sfruttamento degli altri e chi più ne ha più ne metta). Ma quando quest'ironia si trasforma in una parodia che mette alla berlina gli ambientalisti più sfegatati, dipinti come dei perfetti idioti, allora il film perde una buona parte di pubblico.
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[+] tesoro, mi si è ristretto matt damon!
(di antoniomontefalcone)
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ruzzante
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martedì 30 gennaio 2018
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lento, lungo, indigeribile: polpettone !!!
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L'idea della miniaturizzazione delle persone era carina, ed io mi ero lasciato convincere dai traliers e dalla catalogazione dell'opera sotto la voce "Commedia" che si trattasse di un filmetto divertente e leggero. Dopo la prima mezz'ora ho capito di essermi sbagliato di grosso: la storia si dipana stancamente, priva di ritmo, con faticosa pesantezza e assumendo via via i connotati di un dramma sociale,umano, ecologico, politico e chi più ne ha più ne metta. La sceneggiatura, che si fa via via più opprimente, ci mette di fornte ogni sorta di problema, di tragedia individuale e sociale: l'abbandono, il divorzio, la disperata ricerca dell'amore vero, e poi il boom demografico, le devastazioni ambientali, il degrado sociale, la povertà, la sofferenza, fino ad arrivare niente po' po' di meno che all'estinzione della razza umana.
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L'idea della miniaturizzazione delle persone era carina, ed io mi ero lasciato convincere dai traliers e dalla catalogazione dell'opera sotto la voce "Commedia" che si trattasse di un filmetto divertente e leggero. Dopo la prima mezz'ora ho capito di essermi sbagliato di grosso: la storia si dipana stancamente, priva di ritmo, con faticosa pesantezza e assumendo via via i connotati di un dramma sociale,umano, ecologico, politico e chi più ne ha più ne metta. La sceneggiatura, che si fa via via più opprimente, ci mette di fornte ogni sorta di problema, di tragedia individuale e sociale: l'abbandono, il divorzio, la disperata ricerca dell'amore vero, e poi il boom demografico, le devastazioni ambientali, il degrado sociale, la povertà, la sofferenza, fino ad arrivare niente po' po' di meno che all'estinzione della razza umana.
Quelle due o tre situazioni divertenti ( o quasi) scompaiono, nemmeno si ricordano più, inghiottite da 135 minuti di noia assoluta. Cristoph Waltz fa il mafioso serbo: personaggio che sembra del tutto fuori posto, messo lì giusto per alleggerire un po' il clima di tetra disperazione che pervade tutto il film. E un pochino ci riesce anche ... e verrebbe da dire: poverino.
Insomma, un'opera pretenziosa, che aspirerebbe forse a spiegarti il vero senso della vita, ma che riesce solo a farti slogare le mandibole per gli sbadigli
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flyanto
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mercoledì 31 gennaio 2018
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quando ridimensionarsi implica un migliore stile d
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Come ne "I Viaggi di Gulliver " dello scrittore Jonathan Swift, in "Downsizing - Vivere alla Grande" , viene raccontata una storia dove i protagonisti si sono rimpiccioliti nelle proprie dimensioni al fine di salvare la Terra dall'essere sovrappopolata e consumata per ciò che concerne le sue energie. In realtà, questo nobile scopo è stato perseguito ed attuato inizialmente solo da un gruppo di scienziati norvegesi, diffusosi poi esso anche nel resto del Mondo, ha indotto molti individui, e qui più precisamente quelli residenti negli Stati Uniti, ad optare di, appunto, rimpicciolirsi per avere però la possibilità di vivere un'esistenza con maggiori comforts e benessere economico, adattando quelle che nel Mondo attuale per loro sono esigue risorse a quelle, divenute maggiori, nel nuovo mondo ridimensionato.
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Come ne "I Viaggi di Gulliver " dello scrittore Jonathan Swift, in "Downsizing - Vivere alla Grande" , viene raccontata una storia dove i protagonisti si sono rimpiccioliti nelle proprie dimensioni al fine di salvare la Terra dall'essere sovrappopolata e consumata per ciò che concerne le sue energie. In realtà, questo nobile scopo è stato perseguito ed attuato inizialmente solo da un gruppo di scienziati norvegesi, diffusosi poi esso anche nel resto del Mondo, ha indotto molti individui, e qui più precisamente quelli residenti negli Stati Uniti, ad optare di, appunto, rimpicciolirsi per avere però la possibilità di vivere un'esistenza con maggiori comforts e benessere economico, adattando quelle che nel Mondo attuale per loro sono esigue risorse a quelle, divenute maggiori, nel nuovo mondo ridimensionato. Il protagonista della storia (Matt Damon), con la moglie, aderisce a questa 'scaltra' scelta e, dunque,al nuovo stile di vita ma per lui da questo momento in poi cambierà totalmente la vita ed anche i propri valori.
"Downsizing" è un film che inizia molto bene ed in maniera piuttosto originale nel suo concetto generale e per come viene anche presentato sullo schermo dal punto di vista tecnico l'intero processo del ridimensionamento degli individui, ma la pellicola in questione nel corso dello svolgimento della vicenda, purtroppo, peggiora divenendo banale e piuttosto scontata. Il regista Alexander Payne non è riuscito a mantenere elevato lo standard e le premesse iniziali arrivando a sviluppare e, di conseguenza, concludere, la storia in una maniera parecchio deludente e svilente le aspettative interessanti dell'esordio. Sembra quasi che per il film si sia voluto trovare un finale a tutti i costi poichè non si riusciva più a districarsi da un contesto diventato difficile ormai da maneggiare e sviluppare.
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michelecamero
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sabato 27 gennaio 2018
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fiaba moderna per grandi
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Favola moderna ambientalista un po’ lunga in verità, con uno sguardo preoccupato sul procedere del mondo irrispettoso della natura, delle sue leggi, delle sue esigenze e che prende spunto da una grande certificazione corrispondente ad una opinionbe del regista condivisibile, almeno per quel che mi riguarda: i problemi del mondo di oggi nascono soprattutto dal soprapopolamento e dalla insufficienza delle risorse della Terra per potervi far fronte. Del resto in soli 150 anni circa la popolazione mondiale è in effetti passata da meno di due miliardi ad oltre sette miliardi e continua a crescere vertiginosamente. Ora chi nella vita approcciandosi alla storia non si è limitato a quanto letto sui libri di testo scolastici, sa benissimo quanto abbiano inciso nei rivolgimenti e nei cambiamenti le innovazioni tecnologiche in agricoltura ad esempio oltre che nell’industria e nei commerci, per un verso, e le carestie o i cattivi raccolti, le guerre e le epidemie (che per fortuna oggi non ci sono più o quasi) per un altro.
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Favola moderna ambientalista un po’ lunga in verità, con uno sguardo preoccupato sul procedere del mondo irrispettoso della natura, delle sue leggi, delle sue esigenze e che prende spunto da una grande certificazione corrispondente ad una opinionbe del regista condivisibile, almeno per quel che mi riguarda: i problemi del mondo di oggi nascono soprattutto dal soprapopolamento e dalla insufficienza delle risorse della Terra per potervi far fronte. Del resto in soli 150 anni circa la popolazione mondiale è in effetti passata da meno di due miliardi ad oltre sette miliardi e continua a crescere vertiginosamente. Ora chi nella vita approcciandosi alla storia non si è limitato a quanto letto sui libri di testo scolastici, sa benissimo quanto abbiano inciso nei rivolgimenti e nei cambiamenti le innovazioni tecnologiche in agricoltura ad esempio oltre che nell’industria e nei commerci, per un verso, e le carestie o i cattivi raccolti, le guerre e le epidemie (che per fortuna oggi non ci sono più o quasi) per un altro. In questo film viene provocatoriamente prospettata una possibile risoluzione che è quello del ridimensionamento nelle misure del genere umano destinato così a consumare meno e dunque a consentire alla Terra di durare di più, metafora forse della esigenza di un ridimensionamento generalizzato del genere umano nel modo di essere e di fare. Poi però comunque bisognerà sempre fare i conti con la natura degli uomini la quale pare non muti per il solo fatto del ridursi delle dimensioni fisiche … Non so quanto questo film piacerà agli italiani, temo non molto.
michelecamero
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carloalberto
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mercoledì 31 gennaio 2018
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favola senza capo ne' coda.
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Film di intrattenimento di Alexander Payne con velleità ambientaliste ed intenzioni vagamente moraleggianti. Ottimi gli effetti speciali, ma trama sfilacciata e diluita in un tempo esagerato (2 ore e 20 di pellicola, troppo lungo). Vero e godibile, soltanto a tratti. Ben rappresentato lo stato d’animo dei giovani coniugi Paul e Audrey Safranek, combattuti tra sentimenti contrastanti di desiderio e paura nel progettare il cambiamento radicale della loro esistenza con la scelta irreversibile di farsi rimpicciolire pur di raggiungere a tutti i costi il sogno americano, la famosa villetta con giardino sul retro. La storia risulta, tuttavia, incoerente per il genere fantascientifico, con colossali illogicità che si verificano nel mondo dei lillipuziani, creato in laboratorio in Norvegia ed esportato in tutto il mondo per scopi edonistici, e spesso melensa, così farcita dal buonismo cremoso di personaggi come Dusan, trafficante di droghe senza scrupoli dal cuore d’oro, interpretato da un istrionico Christoph Waltz, o la thailandese rifugiata politica, che aiuta gli affamati del mondo mini portando loro gli avanzi dei ricchi (quando un piatto di pasta del mondo normale sarebbe sufficiente per sfamare l’intera Lilliput!).
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Film di intrattenimento di Alexander Payne con velleità ambientaliste ed intenzioni vagamente moraleggianti. Ottimi gli effetti speciali, ma trama sfilacciata e diluita in un tempo esagerato (2 ore e 20 di pellicola, troppo lungo). Vero e godibile, soltanto a tratti. Ben rappresentato lo stato d’animo dei giovani coniugi Paul e Audrey Safranek, combattuti tra sentimenti contrastanti di desiderio e paura nel progettare il cambiamento radicale della loro esistenza con la scelta irreversibile di farsi rimpicciolire pur di raggiungere a tutti i costi il sogno americano, la famosa villetta con giardino sul retro. La storia risulta, tuttavia, incoerente per il genere fantascientifico, con colossali illogicità che si verificano nel mondo dei lillipuziani, creato in laboratorio in Norvegia ed esportato in tutto il mondo per scopi edonistici, e spesso melensa, così farcita dal buonismo cremoso di personaggi come Dusan, trafficante di droghe senza scrupoli dal cuore d’oro, interpretato da un istrionico Christoph Waltz, o la thailandese rifugiata politica, che aiuta gli affamati del mondo mini portando loro gli avanzi dei ricchi (quando un piatto di pasta del mondo normale sarebbe sufficiente per sfamare l’intera Lilliput!). Potrebbe sembrare una favola per adulti, ma Payne non è Jonathan Swift ed il film, non sapendo dove andare a parare, si perde nel finale arenandosi in un fiordo norvegese, tra scenari millenaristi con un’imminente fine del mondo ed un romantico idillio nato tra la sfortunata thailandese ed il protagonista, ormai redento dal sogno americano e tutto pervaso da un incondizionato amore platonico per il genere umano.
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[+] concordo n pieno
(di corazzatapotiomkin)
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ennio
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lunedì 24 settembre 2018
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troppe ambizioni su generi diversi
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Certo, leggendo nell'anteprima genere "commedia" bisogna essere preparati a qualcosa di banalmente americano. Quindi ok la storia romantica eccetera. Ma il genere subisce una forte commistione con la fantascienza, che potrebbe essere gradevole senonchè col passare dei minuti la fantascienza diventa puro fantasy, fumetto insomma.
L'idea del rimpicciolimento umano scientificamente indotto non è certo nuova, nella narrativa e nella cinematografia, qui però viene trattata a metà tra serio e faceto, e per un bel pezzo si rimane indecisi dove voglia andare a parare il film. Quando sembra che il fattore fantascientifico possa essere un aspetto interessante, ecco che viene frantumato dall'inverosimiglianza.
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Certo, leggendo nell'anteprima genere "commedia" bisogna essere preparati a qualcosa di banalmente americano. Quindi ok la storia romantica eccetera. Ma il genere subisce una forte commistione con la fantascienza, che potrebbe essere gradevole senonchè col passare dei minuti la fantascienza diventa puro fantasy, fumetto insomma.
L'idea del rimpicciolimento umano scientificamente indotto non è certo nuova, nella narrativa e nella cinematografia, qui però viene trattata a metà tra serio e faceto, e per un bel pezzo si rimane indecisi dove voglia andare a parare il film. Quando sembra che il fattore fantascientifico possa essere un aspetto interessante, ecco che viene frantumato dall'inverosimiglianza. Quando mai uomini alti dodici centimetri potrebbero sopravvivere all'aperto senza difese? Viene spiegato che "gli uccelli preferiscono mangiare i lemming". E i gatti dove sono? I ragni, le formiche, i topi? La grandine?
In ogni caso film troppo lungo con momenti inutilmente contemplativi, a tratti con tinte mistiche quasi messianiche. Film così dovrebbero durare i canonici 90/100 minuti.
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