Titolo originale | Cézanne - Portraits of a Life |
Anno | 2017 |
Genere | Eventi, Documentario, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Phil Grabsky |
Uscita | martedì 8 maggio 2018 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Nexo Digital |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,64 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 27 aprile 2018
Un viaggio nella vita di uno dei più grandi artisti mai esistiti attraverso gli spazi e le lettere private che ne segnarono l'esistenza. In Italia al Box Office Cézanne - Ritratti di una vita ha incassato 187 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Quando un artista è anche un innovatore lo si riconosce nel tempo. Cézanne lo è stato: un rivoluzionario nella pittura, tanto da essere, ancora oggi, un esempio per chiunque si approcci a quel mezzo. L'artista francese (1839-1906) ha inventato un modo per rendere la prospettiva attraverso il colore piano: pennellate piatte che, strato dopo strato, restituiscono allo spazio volumi modulati. Per questo, racconta il nipote dell'artista Philippe Cézanne, il bis-nonno era angosciato, pennellata dopo pennellata, dal fare un gesto sbagliato e rovinare l'intera composizione pittorica.
Cézanne. Ritratti di una vita racconta questi e altri dettagli dell'opera dell'artista, delle sue vicende famigliari e dei rapporti sociali partendo da un punto di partenza preciso e originale: una grande mostra di ritratti di Cézanne inaugurata al Musée d'Orsay a Parigi nel 2017 e portata successivamente alla National Gallery di Londra e poi, in questi giorni, presso quella di Washington, dove sarà aperta fino al primo luglio.
Un'esposizione insolita per un artista che è riconosciuto e studiato nel panorama della storia dell'arte moderna come il pittore delle nature morte - quelle mele e pere preziosamente custodite al Moma di New York, ad esempio - e dei paesaggi - dal suo luogo di nascita, Aix-en-Provence fino alle strade e ai palazzi di Parigi, città frequentata, ma non amata.
Ritratti di una vita è infatti la prima retrospettiva dedicata a Cézanne dove i volti e i ritratti delle persone che lo circondavano sono protagonisti. Paul Cézanne in città non si sentiva accettato dalla borghesia e dai collezionisti, e neppure dai colleghi artisti, come quelli che facevano parte del circolo di Manet e degli Impressionisti. Era un uomo di provincia, benestante, ma che veniva dalla campagna. E gli interessava la realtà. Era quella che voleva dipingere. Infatti quando, sin da giovane con il suo amico scrittore Émile Zola - anche lui della Provenza - si recava al Louvre - racconta la direttrice del Musée d'Orsay Laurence des Cars - uno degli artisti che copiava più frequentemente era Courbet, perché dipingeva l'essenza delle cose, le persone normali che svolgevano mestieri ordinari.
A Cézanne l'effimero non interessava e attraverso le sue pennellate apparentemente impulsive, già dalle prime più giovanili, dove il gesto era più tenace, raccontava il quotidiano: una caffettiera con la sua tazzina accanto - "La donna con la caffettiera" (1895) -, "Il giardiniere Vallier" (1906), seduto con il suo cappello di paglia senza il volto dettagliato, o ancora "I giocatori di carte" (1890-95) che, anonimi, giocano al tavolino di un bar.
Il film ripercorre la vita dell'artista attraverso due elementi narrativi principali: lo scambio epistolare dell'artista con amici intellettuali, da Zola, Pisarro o Huot e, il secondo livello, solido e importante, attraverso le immagini delle opere. Il regista si sofferma sui dipinti senza orpelli e forzature. Senza musiche d'impatto e parole. Bastano i volti ritratti; i paesaggi luminosi; quegli elementi quotidiani dipinti con pochi, essenziali tocchi.