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QUando parliamo di spy.story e di spionaggio in gneere, anche nel senso teorico o a partire dalle riflessioni di chii, come John Le Carre', ha riflettuto sulla questione dopo essere stato un"interno". Ora, in "AMerican Assassin"(da un romanzo di Victor Flynn, regia di Michael Cuesta, vari sceneggiatori, 2017)si da'forse per scontato che tutte/i sappiano questo gioco, per cui si passa da una pate all'altra o meglio non si passa affatto, fingendo di farlo... Decisamente la storia dello studente univeristario(poi ex.tale)cui a Ibiza un gruppo terrorista jahidista ha ucciso la fidanzata.-promessa sposa, che diventa, dopo un durissimo tironicio, un agente CIA impegnata in missioni anti.terrorismo islmaico sara'anche "verittiera"(vera, meglio)na qualcosa lasica scoertati e indubbiamente l'intervento del romanziere e poi , nella trasposzione filmica, degli sceneggiatori, ha certo"aggiustato il tiro", facendo credere che certi intrecci siano veri/falsi o anche tutte e due le cose insieme, dove antrualrmente rimane la questione della psicologia della spia/controspisa, del suo atteggiamento verso il nemico e verso invece i (presunti)amici, id est anche l'"agenzia"di riferimento... Forse, in qualche modo, in uno schema piu'manichero e semplicistico, erano meglio i film di James Bond, quantomeno piu'"corretti"in qualche modo.... Qui simao si fronte a qualcosa che sfugge e si confonde, senza pero'che cio'venga esplicato, appunto. Per il resto il regista e'abile, alternando sequenze all'interno ed"esterni", primi piani e piani americnai etc., Michael Keaton e¿un crudale(Ma"giusto", come recita la vulgata sever.imperialsita domiante sempre) istruttore dell'Agency efficace nel suoi ruolo, Dyan O'Brian come novellino che si impratichisce subito idem, bene Sanaa Lathan e Shiva Negar, a testimonianza del fatto che molte interpreti sono di eccelsa bravura, ma in effetti non si capisce bene la destinazione anche ideologica del film, dato che rwlizzare un film come questo vuol dire anche prendere posizione, in qualche modo, sul tema del terrorismo islmaista, sempre che(lo si puo'escludere, pero', nel contesto presente)non si tratti di una pura operazione spettacolare e di cinema per il cinema, diremmo anzi meglio, appunto, per il mero"spettacolo"... Eugen
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