Vangelo |
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Un film di Pippo Delbono.
Con Pippo Delbono, Safi Zakai, Nosa Ugiagbe, Ilaria Fantin.
continua»
Documentario,
Ratings: Kids+13,
durata 85 min.
- Italia, Belgio 2016.
- Fil Rouge Media
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il vangelo secondo Delbono.di MAURIDALFeedback: 16436 | altri commenti e recensioni di MAURIDAL |
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sabato 1 aprile 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL VANGELO SECONDO DELBONO
Il linguaggio di un artista , come Delbono è ormai chiaro a tutti, il teatro, il cinema, la vita è solo uno sguardo, un modo di vedere le cose e le persone soprattutto. Significa che per Pippo Delbono, tutto è spettacolo. tutta la realtà che vive e lo circonda deve essere guardata , e vissuta come una manifestazione estetica dello sguardo, una esperienza visiva , che al contempo è vita vissuta. Questo film non si discosta molto dai suoi precedenti per modo di vedere la realtà e dunque per il linguaggio di comunicazione scelto per trasmettere la storia , il contenuto narrativo che in questo caso riguarda il tema dei migranti. Ora il primo pensiero dello spettatore che sceglie questo film è una domanda legittima, perché un film su questo tema epocale, dopo altri film italiani già esaustivi dell’argomento. Come <<Fuocoammare>> . Una possibile risposta è proprio nella eclettica poetica del regista che in questo caso vuole dimostrare a se stesso la possibilità evangelica dell’amore universale . Quando un ateo affronta temi a sfondo religioso come qui , dobbiamo sin dall’inizio diffidare dalle coerenze o dalle interpretazioni teologiche Dei testi sacri,Infatti qui il Vangelo c’entra poco se non come citazione, si tratta invece della sensibilità del regista a narrare l’argomento delle tragedie umane come questa delle migrazioni di popoli dalla miseria e dalla guerra alla ricerca di una pace e vita migliore. Delbono ancora risente della sua tragedia umana , ancora qui come in Sangue risente della morte dell’amata madre che ha lasciato un vuoto affettivo che l’uomo e l’artista Pippo Debbono non riesce a colmare. Fare dei film per un regista può aiutare a rapportarsi con la realtà e in effetti la scelta di occuparsi di questo gruppo di uomini che salvi dalla morte quasi certa di un viaggio sui barconi per mare, aiuta a guardare più da vicino la condizione umana dei migranti, e capirne le ragioni per accettare la loro presenza oltre i razzismi e le divisioni. Delbono ci offre uno sguardo evangelico per nulla mistico anzi pieno di realtà quando li segue con l’obiettivo della sua videocamera in un povero centro di accoglienza che diventa un luogo di salvezza dove i poveri cristi sono uomini vivi con speranze e gioia di poter vivere ancora. Delbono vuole riempire il suo vuoto con l’amore verso il prossimo , consapevole di poter contribuire solo in parte alla soluzione del problema. Dunque un film terapeutico in parte riuscito, se non per i poveri personaggi che partecipano al film come vere comparse in un gioco alla teatralità e alla rappresentazione in cui il regista è maestro. Ma in fondo è meglio per tutti anche per gli stessi migranti uomini senza diritti giunti in una terra che li ospita e li respinge, e in questo film trovano dignità di accoglienza. Grazie dunque all’apostolo Delbono e alla sua ricerca laica dell’amore per l’umanità che forse troverà consensi anche tra gli uomini di Chiesa .(mauridal)
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