Titolo originale | Slam: Tutto per una ragazza |
Titolo internazionale | Slam |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Andrea Molaioli |
Attori | Ludovico Tersigni, Barbara Ramella, Jasmine Trinca, Luca Marinelli, Fiorenza Tessari Pietro Ragusa, Gianluca Broccatelli, Fausto Maria Sciarappa, Tony Hawk, Caterina Biasiol, Lidia Vitale, Lisa Galantini, Anna Ferzetti, Pietro Faiella, Carolina Pavone, Filippo Gattuso, Valentina Blandino, Roberta Marcucci, Carlo Del Priore, Laurent Lecointe, Kilian Lecointe, Matteo Giorgini, Andrea Mongelli, Antonella Di Vincenzo, Marta Vecchiarelli, Nina Sciarappa, Martinha Do Amor Divino, Francesco Albertini, Adriano Scilipoti, Frederica Piccioni, Paola Coppola, Mia Amer. |
Uscita | giovedì 23 marzo 2017 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,02 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 31 marzo 2017
Un giovane ragazzo appassionato di skateboard sogna un futuro straordinario e tenta di sfuggire al destino della sua famiglia. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Slam - Tutto per una ragazza ha incassato 152 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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16 anni, l'amore per lo skate e il desiderio di un destino diverso dalla propria famiglia. Figlio di madre appena 32enne e padre inguaribile furfante, Samuel possiede quel fascino angelico che tanto attrae le coetanee: non fa eccezione Alice, bella e spregiudicata, che immediatamente intuisce nel ragazzo un'aura diversa dagli altri. Innamorarsi a quell'età è un battito d'ala, così come lasciarsi oppure complicarsi "ingenuamente" la vita.
S'intuisce fin dalle prime sequenze che il terzo lungometraggio di Andrea Molaioli sia il risultato di un percorso approfondito dentro a quell'infernale paradiso chiamato "adolescenza". Se la materia di base giunge dalla penna navigata e prolifica di Nick Hornby (Slam, 2007), il lavoro di non facile adattamento ambientale risiede nello studio del regista romano, chiamato a trasferire una vicenda così smaccatamente anglosassone in un contesto italiano, in cui il grado di separazione genitori-figli è ben più vistoso.
In questo senso Samuel e la sua troppo giovane madre - incarnata da una dinamica Jasmine Trinca - appaiono ancor più socialmente alienati rispetto a quanto non siano i personaggi della Londra di Hornby. Ad aumentare il distacco è la devozione del giovane al mitico skater Tony Hawk, un vero eroe per chi ama questo sport ma certamente una figura assai più radicata nella cultura americana.
Non è un caso che il proletario Samuel sia anche un "California Dreamer" nel senso più puro del termine. Innamorarsi della "pariolina" Alice e dunque penetrare un mondo totalmente opposto al proprio assume i toni del triplo salto mortale, quel "900" che Samuel è determinato a praticare sulla pista di skate. Ma la vita smette di essere un gioco quando i tornanti da scavallare diventano le responsabilità verso una nuova creatura, quale quella che Alice rivela a Samuel di attendere proprio nel giorno del suo 17° compleanno. Da quel momento la narrazione cambia colore e la struttura del testo arriva ad appoggiarsi alla dimensione dell'incubo, declinata in un misterioso andirivieni temporale di incerta coerenza. In gioco per il ragazzo è la consapevolezza della responsabilità futura e l'eventuale scelta di aderirvi, memore delle diverse "risposte" genitoriali: la madre assumendola, il padre rifiutandola.
Lo sguardo di Molaioli, che trova nel meccanismo di "presa di coscienza" una costante nel proprio cinema, mostra tutta la volontà a restare solidamente agganciato al punto di vista di Samuel, che non solo è un teenager ma è anche uno skater, e quindi si organizza formalmente in continue evoluzioni / rivoluzioni sintattiche come stesse viaggiando sulle montagne russe. Tenere il passo dietro a una tale ambizione poetica è impresa di raro successo e gli scivoloni narrativi e ritmici del film pagano il prezzo di un obiettivo forse troppo audace. Come se non bastasse, su Slam - Tutto per una ragazza grava anche la facile pietra di paragone Piuma di Roan Johnson, commedia assai differente ma intessuta sulla medesima traccia dei teen-parents, "ad ogni costo". Per entrambi il genere è il romanzo di formazione, dispositivo assai più complesso delle apparenze perché tenta di specchiare un pubblico adolescente sempre più esigente. Una risposta di plausibilità del film è dunque attesa anche dalla voce dei coetanei di Samuel e Alice, veri giudici di questa funambolica avventura da macchina da presa.
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Tratto dall'omonimo romanzo di Nick Hornby, "Slam - Tutto per una Ragazza" racconta la storia di due adolescenti romani, di differente estrazione sociale (lui figlio a sua volta di una coppia di genitori molto giovani e lei figlia di due noti professionisti) i quali si conoscono, si innamorano subito come avviene in maniera del tutto naturale e spontanea a quell'età, [...] Vai alla recensione »
Avevo letto il romanzo di Hornby a suo tempo. Probabilmente non uno dei romanzi più conosciuti, ma mi era piaciuto molto. Ero quindi curiosa di vedere il film perché si sa che spesso i film deludono rispetto ai romanzi. La trasposizione romana invece mi è piaciuta molto. Gli attori sono credibili, il film è delicato e garbato e offre vari spunti di riflessione.
Film bellissimo! l'ho visto con mia figlia dodicenne e mi sento di consigliarlo a tutti: genitori e figli adolescenti o preadolescenti insieme, post adolescenti che hanno voglia di fare un salto del passato e ricordare la freschezza dell'adolescenza! ma è anche un film sulla genitorialità con le sue difficoltà ma anche gratificazioni.E' un film bello, fresco, giovane! si ride e ci si commuove, si esce [...] Vai alla recensione »
ho visto il film giovedì scorso, la sala era piena. il film è vitale e di gran classe, chi ha letto il libro di Nick Horby mi ha detto che non delude le aspettative, io che non l'ho letto non so da dove parta la riuscita del film, ma di sicuro il film è riuscito. Prova ne era la reazione continua del pubblico misto di tutte le età. Bellissima colonna sonora, recitazione e fotografia.
ho visto il film giovedì scorso. La sala era piena. il film è vitale ed elegante. bella la fotografia la colonna sonora e la recitazione. complimenti al regista!
Quando vedi un film tratto da un libro che hai amato può succedere che: A) ti piaccia più del libro, B) non ti piaccia per nulla, C) che ti restituisca suoni, odori, atmosfere che hai sentito sfogliandolo...questo è il caso di Slam! E se avete letto il libro di Nick Hornby vi invito ad andarlo a vedere, se non lo avete letto vi invito comunque ad andare perché è [...] Vai alla recensione »
Peccato che sia già stato tolto dalla distribuzione a Roma... ho consigliato a molti di andare a vederlo ma... sparito. Pessima distribuzione evidentemente. Peccato. Film intelligente e allegro. Adatto per genitori e ragazzi. Lo recuperermo l'estate nelle arene. Speriamo
mi è piaciuto tanto. finalmente un film dove i genitori sono fuori dai cliché e i ragazzi raccontati senza distanza. bello
siamo rimasti sorpresi entrambi e trascinati dalla storia e dai personaggi
Film giovanilistico piuttosto banale e scontato. Gradevole in certe parte soprattutto per l'ingenuità e una certa simpatia del protagonista non va a fondo dell' argomento alternando sogno e realtà e rimanendo su di un piano di assoluta superficialità. Passa via come acqua corrente e lascia poco di sè.
Tutto è cominciato nel 2011 quando due registe francesi, le sorelle Delphine e Muriel Coulin, esordirono al lungometraggio di finzione con 17 ragazze e la benedizione dei fratelli Dardenne, in veste di produttori. 17 ragazze narrava la storia (ispirata ad un evento realmente accaduto negli Stati Uniti) di una cittadina della provincia francese, Lorient, in cui ben 17 adolescenti fra i 16 e i 17 anni decidevano di rimanere incinte. Lorient era raffigurata come una comunità economicamente depressa: di più, una comunità umiliata dalla disoccupazione e dalla nuova povertà. E i genitori delle ragazze erano figure di sfondo depresse e assenti, il cui sgomento di fronte alle gravidanze delle figlie aveva poco ascendente sulle decisioni delle adolescenti, che facevano fra di loro cartello affrontando insieme la loro sfida. Il film destò sgomento anche fra il pubblico e infiammò la critica: in Italia fu vietato ai minori di 14 anni, ma vinse il Premio speciale della giuria al Festival di Torino.
Cinque anni dopo, sono entrati in produzione in Italia due film che hanno al centro un'adolescente incinta: Piuma di Roan Johnson, in concorso all'ultima Mostra del cinema di Venezia, e Slam - Tutto per una ragazza di Andrea Molaioli, presentato proprio al Festival di Torino nella sezione Festa mobile e appena uscito nelle nostre sale.
In entrambi i film al centro della storia c'è una coppia giovanissima in cui lei scopre di essere incinta e accetta di portare a termine la gravidanza e i genitori sono figure in qualche modo inadeguate: lavoratori precari in grande difficoltà economica, padri eternamente adolescenti, nel caso di Slam (basato sull'omonimo romanzo di Nick Hornby) una madre e una nonna a loro volta rimaste incinte giovanissime. Sia in Piuma che in Slam le gravidanze sono incidenti di percorso e non accadimenti intenzionali, com'era invece in 17 ragazze: ma resta il fatto che le giovanissime protagoniste decidono di tenere il bambino a dispetto delle circostanze poco favorevoli.
Dopo È nata una star? di Lucio Pellegrini ora con Slam - Tutto per una ragazza è la seconda volta che un romanzo di Nick Hornby viene adattato dal cinema italiano. Una stranissima coincidenza che ci porta, incontrando il regista e sceneggiatore del film Andrea Molaioli, a parlare di come si possa trasporre uno scrittore così contemporaneo e così specifico della cultura inglese in un altro paese. Specialmente in uno in cui da più di un decennio non si producono più film per ragazzi, cosa che invece questa storia è.
Molaioli ha esordito con La ragazza del lago e poi ha messo in scena il crack della Parmalat in Il gioiellino, film completamente diversi da Slam - Tutto per una ragazza, con il quale si presenta al Torino Film Festival, ma sempre scritti con o con la collaborazione di Ludovica Rampoldi.
Alla coppia stavolta si è unito anche uno dei più noti e importanti sceneggiatori italiani, Francesco Bruni.
Come mai proprio Nick Hornby?
Si tratta un po' di una passione personale. Da quando ero più giovane e non facevo cinema mi sono appassionato ai suoi romanzi come "Alta fedeltà" e poi "Un ragazzo", già all'epoca immaginavo che sarebbero potuti uscire dei film da quelle storie.
Ti sono poi piaciuti i film che ne sono poi stati tratti?
Si, ma con delle riserve. Però credo sia una questione emotiva e personale. "Alta fedeltà" è diventato un romanzo del cuore, anche al di là del valore letterario, ed è difficile che una trasposizione che oggettivizza quel che hai immaginato sia aderente con quel che avevi in testa.
L'hai tenuto presente quando hai adattato Slam?
Un po'. Credo che comunque non si possa riportare la visione soggettiva di nessuno, nemmeno la mia che ho fatto il film, ma quel che volevo davvero era la piacevolezza del tono di Nick Hornby, volevo mantenere quel valore e trasportarlo nel film.
Tu e Ludovica Rampoldi avete collaborato per la prima volta con Francesco Bruni, come funzionavano le dinamiche tra di voi?
Con Francesco ci conosciamo da tanto e abbiamo simpatia e stima l'uno per l'altro, quando ho letto questo romanzo l'ho chiamato e gli ho detto se voleva lavorare con me. La linea da seguire era la mia anche se poi mi sembra giusto che si possa rintracciare la personalità di ognuno nel prodotto finale.
Siate sinceri. Quale credibilità può avere il trasferimento dall'ambiente sociale di Nick Hornby alla Roma delle terrazze affollate di bella gente assai di sinistra? Il romanzo di dieci anni fa, e ora il film che ha traslocato la storia in Italia, ha nel suo cuore "l'incidente" tra due ragazzi innamorati, l'assunzione di responsabilità e il duro passaggio della linea d'ombra.
Una sala piena di adolescenti che applaudono fa un bell'effetto. Anche perché i protagonisti di Slam sono due sedicenni. Il film è tratto dal libro omonimo di Nick Hornby, che pare abbia apprezzato la trasposizione cinematografica. L'ambientazione è stata trasferita da Londra a Roma e la voce originale di Tony Hawk, skater californiano, idolo del protagonista Samuele, punteggia i momenti salienti della [...] Vai alla recensione »
I genitori perfetti non esistono. E quelli che pensano di esserlo sono, forse, i peggiori. Meglio andare avanti per tentativi, cercando di non replicare gli errori subiti quando si era dall'altra parte della barricata. Nel nuovo film di Andrea Molaioli SIam, tutto per una ragazza, tratto dal romanzo di Nick Hornby, Jasmine Trinca è Antonella, la madre giovane, tenera e imperfetta di Sam (Ludovico Tersigni), [...] Vai alla recensione »
Garbata commedia da un romanzo di Nick Hornby, trasferito da Londra a Roma. È amore tra il timido liceale proletario Samuel, fan dello skateboard, che vive con la giovanissima mamma Antonella, e la spregiudicata coetanea benestante Alice. Lei resta incinta e lui capisce di non poter sfuggire al destino di una famiglia. Come cambiano i tempi, qui, come nel recente Piuma, una gravidanza in verde età [...] Vai alla recensione »
Forse è l'Istat a guidare gli autori di alcune commedie di stagione: la natalità latita, speriamo che sia adolescente ("Piuma"). Incombe qui La neo genitorialità di Samuel (promettente Tersigni), figlio a sua volta di una sedicenne (una Trinca "alla Morante"). Il gioco di specchi dovrebbe ritagliare ambivalenze generazionali, ma questa piccola borghesia, nonostante l'impegno di Molaioli (dal romanzo [...] Vai alla recensione »
In Italia al cinema si fanno sempre più figli nonostante le statistiche recentissime confermino che nel nostro Paese il tasso di natalità è sempre in decrescita. Chissà allora se è proprio per questo (strategia subliminale più efficace dei bonus bebè fantasma?) che i film si concentrano sulla natalità. Meglio se affidata agli adolescenti come in Piuma di Roan Johnson- in televisione la terribile Mia [...] Vai alla recensione »