lbavassano
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domenica 5 marzo 2017
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interessante ma non riuscito
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A volte si ha l'impressione che i recensori professionisti non vedano i film di cui pretendono di parlare, o vedano film completamente diversi. Definire "Vi presento Toni Erdmann" "un trionfo di risate" non è solo fuorviante, ma completamente falso, perché il tono fondamentale del film è la malinconia, e proprio le scene in cui apparentemente più si spinge il pedale del "comico", in realtà del grottesco, sono le più tristi, volutamente le più tristi quando non angoscianti. Ma questo ovviamente non è un problema, come non sarebbe un problema la lunghezza fuori misura, non fosse che tale lunghezza è per gran parte il risultato di una somma di sequenze di cui si fa fatica a comprendere il senso, se non quello di espandere una trama in sé piuttosto esile in direzioni diverse.
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A volte si ha l'impressione che i recensori professionisti non vedano i film di cui pretendono di parlare, o vedano film completamente diversi. Definire "Vi presento Toni Erdmann" "un trionfo di risate" non è solo fuorviante, ma completamente falso, perché il tono fondamentale del film è la malinconia, e proprio le scene in cui apparentemente più si spinge il pedale del "comico", in realtà del grottesco, sono le più tristi, volutamente le più tristi quando non angoscianti. Ma questo ovviamente non è un problema, come non sarebbe un problema la lunghezza fuori misura, non fosse che tale lunghezza è per gran parte il risultato di una somma di sequenze di cui si fa fatica a comprendere il senso, se non quello di espandere una trama in sé piuttosto esile in direzioni diverse. Sicuramente intenso l'aspetto umano, molto meno quello "politico", che non va oltre gli stereotipi e smarrisce quella capacità introspettiva che è il pregio maggiore di un'opera sicuramente interessante ma, a mio parere, non riuscita. Bello, molto bello, però il finale.
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brunaparolini
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mercoledì 15 marzo 2017
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film sconsigliavile
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Oggi, sono uscita dal cinema, arrabbiata, annoiata e delusa. La regista cosa ha voluto trasmetterci con questo assurdo film, privo di poesia? Protagonisti un padre scimmione che gira con una parrucca ed una dentiera finta, ed una figlia in carriera che si dimentica di vivere!! Il padre goffo e ingombrante che cerca di raggiungerla per costruire un rapporto, mai esistito prima; che in conclusione non approda da nessuna parte!!! Il film è disseminato di scene dell’assurdo, tipica quella di lei che invita amici e colleghi di lavoro a casa per festeggiare il suo compleanno e che ad un certo punto con fatica si leva l’abito e decide di riceve gli invitati nuda e pretende che anche loro si spoglino; lo fa per stupire, lo fa per egocentrismo, perché lo fa???
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Oggi, sono uscita dal cinema, arrabbiata, annoiata e delusa. La regista cosa ha voluto trasmetterci con questo assurdo film, privo di poesia? Protagonisti un padre scimmione che gira con una parrucca ed una dentiera finta, ed una figlia in carriera che si dimentica di vivere!! Il padre goffo e ingombrante che cerca di raggiungerla per costruire un rapporto, mai esistito prima; che in conclusione non approda da nessuna parte!!! Il film è disseminato di scene dell’assurdo, tipica quella di lei che invita amici e colleghi di lavoro a casa per festeggiare il suo compleanno e che ad un certo punto con fatica si leva l’abito e decide di riceve gli invitati nuda e pretende che anche loro si spoglino; lo fa per stupire, lo fa per egocentrismo, perché lo fa??? E poi l’imbarazzante scena di sesso consumato a metà, con una conclusione disgustosa??? Il finale poi è lasciato alla libera interpretazione; padre e figlia, finalmente, hanno allacciato un rapporto, oppure no???
Non ho parole!!!!
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goldy
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venerdì 3 marzo 2017
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interminabile
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Il minutaggio inutilmente lungo è la prima rulevanza negativa da sottolineare. Tutto il film è sgangherato. Non riesce a coinvolgere nell'intento criticoalla disumanizzazione dei rapporti à di lavoro all'interno delle multinazionali. Il grottesco del padre non è mai divertente ma solo inutilmente imbarazzante. Ines è innamorata del sua disumanità che poi si scioglie inspiegabilmente al pianoforte con il padre. Un impianto narrativo molto difficile da amalgamare e che nelle mani della regista rimane giustapposto senza mai riuscire a fondersi in una commedia di denuncia che dovrebbe essere brillante nelle intenzioni ma che si rivela mortifera e interminabile.
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Il minutaggio inutilmente lungo è la prima rulevanza negativa da sottolineare. Tutto il film è sgangherato. Non riesce a coinvolgere nell'intento criticoalla disumanizzazione dei rapporti à di lavoro all'interno delle multinazionali. Il grottesco del padre non è mai divertente ma solo inutilmente imbarazzante. Ines è innamorata del sua disumanità che poi si scioglie inspiegabilmente al pianoforte con il padre. Un impianto narrativo molto difficile da amalgamare e che nelle mani della regista rimane giustapposto senza mai riuscire a fondersi in una commedia di denuncia che dovrebbe essere brillante nelle intenzioni ma che si rivela mortifera e interminabile. Film per festivalieri eccentrici privi di personalità.
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klauss
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giovedì 9 marzo 2017
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da evitare
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Sinceramente non riesco a comprendere il successo di questo film e addirittura la sua nomination all'Oscar. Presentarlo come "un trionfo di risate" crea solamente delle aspettative mal ripagate. Il film è sopravvalutato, di una noia mortale e decisamente troppo lungo. Vedere persone (tante) che abbandonano la sala mi è dispiaciuto ma penso che sia la risposta stizzita all'esaltazione di questa pellicola.
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m.vittoria
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lunedì 6 marzo 2017
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un film lungo, noioso, brutto
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Due ore e quaranta per una "storia" che poteva essere raccontata in un'ora: esasperante, oltre che noioso. Non lo definirei commedia, né tantomeno divertente, casomai triste e deprimente, con personaggi che vivono una vita squallida ed esprimono solo infelicità e solitudine (peccato che questo tema non sia stato approfondito). Le famose battute "divertenti" non divertono affatto, tranne che nei primi cinque minuti, quando si è bendisposti e soprattutto desiderosi di vedere un film piacevole. Se poi essere spiritosi significa travestirsi da clown e fare delle stupidaggini, mi chiedo se per il regista Maren Ade ci sia differenza fra un buon umorismo intelligente e le gag trite e ritrite da circo.
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Due ore e quaranta per una "storia" che poteva essere raccontata in un'ora: esasperante, oltre che noioso. Non lo definirei commedia, né tantomeno divertente, casomai triste e deprimente, con personaggi che vivono una vita squallida ed esprimono solo infelicità e solitudine (peccato che questo tema non sia stato approfondito). Le famose battute "divertenti" non divertono affatto, tranne che nei primi cinque minuti, quando si è bendisposti e soprattutto desiderosi di vedere un film piacevole. Se poi essere spiritosi significa travestirsi da clown e fare delle stupidaggini, mi chiedo se per il regista Maren Ade ci sia differenza fra un buon umorismo intelligente e le gag trite e ritrite da circo. Il tema dell'incapacità di comunicare tra padre e figlia poteva essere trattato e svolto in modo ben diverso, con una profondità che qui manca. Per non parlare della scena gratuita e disgustosa di (non) sesso fra Ines e il suo amico. Anche il tema della denuncia sociale rimane a galleggiare in superficie. Da evitare assolutamente.
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bob50
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giovedì 16 marzo 2017
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pietra tombale per la maren ade
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Difficile immaginare un film più stucchevole, noioso e privo di interesse di questo. L'ingiustificata lunga durata è servita solo a renderlo oltremodo indigesto. Non si riesce a capire quale sia la molla che spinge a realizzare un film così noiosi e spenti. Eppure il tema del rapporto padre-figlia, che il film si prefiggeva, era suscettibile di ben altri sviluppi. Ma la Maren Ade evidentemente non aveva nulla da dire. Avrà fatto affidamento sulla platea delle persone puntualmente pronte a gridare al capolavoro ogniqualvolta vengono proposte cose incomprensibili.
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harroldthebarrel
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domenica 9 luglio 2017
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chi è grottesco?
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Chi lo critica forse si aspettava di andare a vedere una commedia per farsi quattro risate. Ma questo film per fortuna non è niente di tutto ciò. Toni Erdmann con la sua parrucca e la sua dentiera è il personaggio grottesco, surreale, che non ci parla solo del rapporto tra padre e figlia, ma che fa fare tutti i conti con una certa realtà disumanizzante, nella quale la forsennata ricerca individuale del proprio interesse, a qualunque costo, fa anche perdere il contatto e la percezione di ciò che davvero ci sta attorno e degli altri, al di lá del ruolo che occupano nella societá. Seguendo il percorso del film, in virtuoso equilibrio tra i momenti umoristici e la melanconia di fondo con il dramma interiore della figlia, ci rendiamo conto che in realtá non è Toni a essere grottesco e insulso.
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harroldthebarrel
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domenica 9 luglio 2017
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sorprendente
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Chi lo critica forse si aspettava di andare a vedere una commedia per farsi quattro risate. Ma questo film per fortuna non è niente di tutto ciò. Toni Erdmann con la sua parrucca e la sua dentiera è il personaggio grottesco, surreale, che non ci parla solo del rapporto tra padre e figlia, ma che fa fare tutti i conti con una certa realtà disumanizzante, nella quale la forsennata ricerca individuale del proprio interesse, a qualunque costo, fa anche perdere il contatto e la percezione di ciò che davvero ci sta attorno e degli altri, al di lá del ruolo che occupano nella societá. Seguendo il percorso del film, in virtuoso equilibrio tra i momenti umoristici e la melanconia di fondo con il dramma interiore della figlia, ci rendiamo conto che in realtá non è Toni a essere grottesco e insulso.
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Chi lo critica forse si aspettava di andare a vedere una commedia per farsi quattro risate. Ma questo film per fortuna non è niente di tutto ciò. Toni Erdmann con la sua parrucca e la sua dentiera è il personaggio grottesco, surreale, che non ci parla solo del rapporto tra padre e figlia, ma che fa fare tutti i conti con una certa realtà disumanizzante, nella quale la forsennata ricerca individuale del proprio interesse, a qualunque costo, fa anche perdere il contatto e la percezione di ciò che davvero ci sta attorno e degli altri, al di lá del ruolo che occupano nella societá. Seguendo il percorso del film, in virtuoso equilibrio tra i momenti umoristici e la melanconia di fondo con il dramma interiore della figlia, ci rendiamo conto che in realtá non è Toni a essere grottesco e insulso.
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esnaider
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lunedì 10 aprile 2017
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non vedevo un film così...
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brutto, da decenni. 160 minuti di noia ravvivate qui e la da qaulche spunto comico e grottesco. La regista pensa di filmare una commedia, ma lo fa con pesantezza teutonica, come se fosse un film di alexander kluge. scene non chiuse ,gag abborracciate, episodi completametne marginali che non aggiungono nulla al cuore del film che è il rapporto padre/figlia. Qualche scena molto riuscita espressivamente (la protagonista che canta una struggente canzone di amy winehouse), pause infinite vuote di senso, temi accennati e poi lasciati cadere, una disgustosa scena di sesso completamente inutile. la confusione mentale di regia e sceneggiatura affondano il pretenzioso film. si salvano gli interpreti peter simoschek e la bella sandra huller che con la sua interpretazioene e la sua bellezza tiene insime un film sgangherato.
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brutto, da decenni. 160 minuti di noia ravvivate qui e la da qaulche spunto comico e grottesco. La regista pensa di filmare una commedia, ma lo fa con pesantezza teutonica, come se fosse un film di alexander kluge. scene non chiuse ,gag abborracciate, episodi completametne marginali che non aggiungono nulla al cuore del film che è il rapporto padre/figlia. Qualche scena molto riuscita espressivamente (la protagonista che canta una struggente canzone di amy winehouse), pause infinite vuote di senso, temi accennati e poi lasciati cadere, una disgustosa scena di sesso completamente inutile. la confusione mentale di regia e sceneggiatura affondano il pretenzioso film. si salvano gli interpreti peter simoschek e la bella sandra huller che con la sua interpretazioene e la sua bellezza tiene insime un film sgangherato.
sconsigliatissimo.
la critica ha forse sbagliato sala e visto un altro film. nella sua recensione non manca la solita tiritera qualunquista sul liberismo selvaggio che però sono certo faccia meno danni dei brutti film e dei cattivi recensori.
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antonio salvo
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venerdì 30 settembre 2022
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il difficile compito di essere umani
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Un film bizzarro che sprona la ricerca del suo significato. In un certo senso un triller che non ha colpevoli e che non ne vuole. Cancella i peccati per redimerli. Svia il tema principale volutamente effimero, il rapporto inesistente tra padre e figlia, per reinventarlo in mille modi tutti possibili ma anche tentando l' improvvisazione teatrale, l' inventiva, la tenacia del padre sulla piatta, algida figlia, donna di successo che crede unicamente in una fantomatica promozione. Il mondo dove lei cerca l' originalita' la priva di ogni umana emozione o sentimento. Il padre rincalza il suo star bene apparendo in ogni momento della vita della figlia ma scegliendo lui il momento di entrare in scena.
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Un film bizzarro che sprona la ricerca del suo significato. In un certo senso un triller che non ha colpevoli e che non ne vuole. Cancella i peccati per redimerli. Svia il tema principale volutamente effimero, il rapporto inesistente tra padre e figlia, per reinventarlo in mille modi tutti possibili ma anche tentando l' improvvisazione teatrale, l' inventiva, la tenacia del padre sulla piatta, algida figlia, donna di successo che crede unicamente in una fantomatica promozione. Il mondo dove lei cerca l' originalita' la priva di ogni umana emozione o sentimento. Il padre rincalza il suo star bene apparendo in ogni momento della vita della figlia ma scegliendo lui il momento di entrare in scena. Non come padre essendo da sempre inesistente. E' qui l' originalita' del film, il padre diventa uno sconosciuto, con un altro nome, aspetto buffo come un peloso pupazzo muto. Ma suscita emozioni, scioglie l' animo dei personaggi del film, ingessati dalla statica esigenza dell' apparire e del successo. Parla con tutti pur non conoscendoli e nel film mette a fuoco pillole di umanita' e di ordinarieta' fuori dall'etichetta e dal protocollo. Un film che volontariamente ha una falsa trama che induce a pensare. Ecco che ogni scena palesa il suo significato e ci riporta al tema delle relazioni familiari, di lavoro, intime. L' intimita' e' forse il tema principale del film forse perche' e' fondamentalmente melanconico, basato sul tema della fine, a noi rapportarla a cosa, e che infatti termina con il tema della morte quasi fosse il the end da sublimare con la sana ironia: fino a che punto siamo pronti ad inventarci il motivo per vivere.
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