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Travis Zariwny è il semisconosciuto regista di quest’Horror adolescenziale, che inizia bene e finisce male, nel senso che dopo le prime sequenze, ambientate in una vecchia e tetra villa di campagna, in cui aleggia misteriosa la presenza di una figura demoniaca, a metà strada tra Babadook e Boogeyman, evocata dal solito gioco di società, visto mille volte dalla serie dei Ouija in poi, e che costituiscono l’antefatto al film, e la successiva comparsa sullo schermo di Lin Shaye, la cui sola partecipazione alla pellicola, sebbene nel ruolo di comprimaria, nella parte della nonnina afflitta da demenza senile, ne dovrebbe garantire la serietà e la degna appartenenza ai film di genere, la suspense decade rapidamente, fino a sfociare nel ridicolo e nello splatter.
Pessima l’idea di rappresentare il fantasma come un grosso spaventapasseri con un teschio mummificato al posto della faccia, così come è da ingenui far raccontare ad uno dei due ragazzi la propria esperienza con il mostro all’altro, con un improvvido flashback, che, riportando indietro l’azione di pochi minuti, spezza il ritmo della narrazione fantastica, mandando in frantumi quel poco di atmosfera che si era riusciti a creare miracolosamente con la scenografia giusta, alcune sequenze indovinate e l’inquietante personaggio, interpretato, come al solito magistralmente, dalla Shaye. Il film delude le aspettative che esso stesso aveva creato nelle premesse ed il finale giunge scontato a completare maldestramente l’opera con la maledizione del gioco che si tramanda indefinitamente nel tempo.
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