"The Habit of Beauty" del regista Mirko Pincelli racconta la lenta e faticosa rinascita di una coppia di genitori (Francesca Neri e Vincenzo Amato) che, in seguito alla morte del proprio figlio dopo un incidente stradale, non si sono più adattati alla vita quotidiana. Ciò li ha portati a separarsi ed a non frequentarsi più per anni e pertanto a distaccarsi l'uno dall'altro sempre di più. Quando l'uomo, che in passato era un fotografo di moda famoso e molto acclamato e che, invece, ora vive praticamente isolato dal resto del mondo e dando lezioni di fotografia ai giovani detenuti in un carcere, tenta nuovamente di ricontattare l'ex-moglie, ovviamente le reca un profondo scompiglio interiore.
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"The Habit of Beauty" del regista Mirko Pincelli racconta la lenta e faticosa rinascita di una coppia di genitori (Francesca Neri e Vincenzo Amato) che, in seguito alla morte del proprio figlio dopo un incidente stradale, non si sono più adattati alla vita quotidiana. Ciò li ha portati a separarsi ed a non frequentarsi più per anni e pertanto a distaccarsi l'uno dall'altro sempre di più. Quando l'uomo, che in passato era un fotografo di moda famoso e molto acclamato e che, invece, ora vive praticamente isolato dal resto del mondo e dando lezioni di fotografia ai giovani detenuti in un carcere, tenta nuovamente di ricontattare l'ex-moglie, ovviamente le reca un profondo scompiglio interiore. Malato e deciso all'insaputa di tutti di allestire una sua ultima mostra fotografica, egli decide di avere come assistente personale un giovane ex-detenuto, ormai scarcerato, in cui ha intravvisto notevoli doti artistiche nel campo della fotografia. Ciò porterà ad un cambiamento generale nelle vite di tutti gli individui.
Il soggetto e l'incipit del film sono sicuramente molto buoni e pieni di premesse che però, purtroppo, vengono vanificate nel corso della vicenda. Mirko Pincelli, infatti, sembra quasi costruire un'opera imitando (e senza riuscirvi) lo stile di quelle di Tom Ford dove l'estetismo e le vicende tormentate personali dei protagonisti vengono rappresentate in maniera altamente drammatica. Ma nella pellicola di Pincelli, invece, tutto ciò risulta molto pretenzioso ed apposta ricercato, svilendo così il lavoro nel suo complesso e risultando poco originale ed interessante. Peccato!
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