giulio
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domenica 8 maggio 2016
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the boy : un ragazzo inquietante
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The boy narra la storia di Greta,una giovane donna americana che accetta un lavoro in un piccolo villaggio in Inghilterra come tata per il figlio di 8 anni di una coppia benestante, mentre i due partono per una lunga vacanza. Arriva nella remota villa scopre che c'è qualcosa che non va. Il bambino a cui deve badare è solo una bambola. Ho potuto vedere The boy In lingua originale fuori dall'italia . The Boy è un film che sicuramente piacerà a tutti gli amanti dell' horror e del paranormale. Il regista attraverso un semplice oggetto riesce a creare nello spettatore un'inquietitudine ,una paura crescente e un forte interesse su ciò che accadrà. Molti troveranno sicuramente delle affinità con il film di James Wan Annabbelle, spin off di The Conjuring, che con un budget di appena 6 milioni ne ha incassato piu di 200 in tutto il mondo.
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The boy narra la storia di Greta,una giovane donna americana che accetta un lavoro in un piccolo villaggio in Inghilterra come tata per il figlio di 8 anni di una coppia benestante, mentre i due partono per una lunga vacanza. Arriva nella remota villa scopre che c'è qualcosa che non va. Il bambino a cui deve badare è solo una bambola. Ho potuto vedere The boy In lingua originale fuori dall'italia . The Boy è un film che sicuramente piacerà a tutti gli amanti dell' horror e del paranormale. Il regista attraverso un semplice oggetto riesce a creare nello spettatore un'inquietitudine ,una paura crescente e un forte interesse su ciò che accadrà. Molti troveranno sicuramente delle affinità con il film di James Wan Annabbelle, spin off di The Conjuring, che con un budget di appena 6 milioni ne ha incassato piu di 200 in tutto il mondo. Successo di Quest' ultimo aiutato dal film The conjuring, considerato dalla critica eccezionale ( condivido personalmente il giudizio ). The boy invece non potendo contare su nulla è riuscito comunque a incassare bene anche se meno di annabelle, a mio avviso una spanna sotto su tutti i campi. Prima di tutto la recitazione qui molto convincente al contrario di Annabelle e soprattutto grazie ad effetti speciali ed ad una ambientazione curata e efficace. In complesso un Bel film.
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hedivi90
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mercoledì 18 maggio 2016
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novità in un genere ormai troppo scontato
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Nonostante william Brent bell sia agli inizi e viene da due film horror di pessima qualità e pessimo successo , con the boy si incammina verso la strada giusta per il successo , trama della bambola nel genere del horror rivisitata rendendola il più credibile possibile , mai scontato ne banale , un film che lega momenti di suspance con una trama interessante che si lascia seguire fino alla fine , l idea di genitori che credono di avere un figlio che in realtà è una bambola la tata che si lega a questa figura e il continuo della storia è interessante unica pecca l ex ragazzo manesco che non c entra più di tanto come comparsa nel film se non per giustificare la morte del bambolotto e l inizio della fine , consiglio la visione .
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giulio2000
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domenica 15 maggio 2016
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non eccelle, ma inquietante al punto giusto
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Sono un fan di the walking dead, e non appena saputo di questo horror con Lauren cohan, sono corso subito al cinema a guardarlo. Il film narra la storia di Greta, che accetta l'incarico di babysitter in una casa di campagna del regno unito. Qui scopre con sorpresa, ed anche con molta inquietudine che il figlio della coppia è in realtà una bambola a grandezza umana di nome Brahms (non so perchè ma questo nome ci sta alla perfezione). La coppia assegna una serie di regole alla giovane ragazza e raccomanda lei di non tralasciarne neanche una. Ben presto Greta scoprirà che non tutto è come sembra... Pur non essendo l'horror dell'anno, The Boy colpisce abbastanza da far comunque per buona parte rabbrividire lo spettatore.
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Sono un fan di the walking dead, e non appena saputo di questo horror con Lauren cohan, sono corso subito al cinema a guardarlo. Il film narra la storia di Greta, che accetta l'incarico di babysitter in una casa di campagna del regno unito. Qui scopre con sorpresa, ed anche con molta inquietudine che il figlio della coppia è in realtà una bambola a grandezza umana di nome Brahms (non so perchè ma questo nome ci sta alla perfezione). La coppia assegna una serie di regole alla giovane ragazza e raccomanda lei di non tralasciarne neanche una. Ben presto Greta scoprirà che non tutto è come sembra... Pur non essendo l'horror dell'anno, The Boy colpisce abbastanza da far comunque per buona parte rabbrividire lo spettatore. Punto forte della situazione le inquadrature su Brahms. Se c'è qualcosa che inquieta in questo film, sicuramente è la bambola, con quel suo sguardo fin troppo reale. Buona la recitazione della Cohan, che si conferma dopo l'essere ormai diventata il punto fermo del cult horror della AMC. Diretto da William Brent Bell, the boy è un horror tutto sommato decente, che sfrutta il naturale timore dello spettatore verso una bambola.
Voto: 6.5
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no_data
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giovedì 5 gennaio 2017
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chiaramente abusi su minore
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- protagonista gnocca
- mai nuda
- scena sotto la doccia dove, dietro la tenda, accadono cose strane
- asciugamani che non cadono mai, nemmeno dopo una nottara chiusa in soffitta
- nottata chiusa in soffitta
- irresistibile voglia di farsi gli affari dei proprietari
- proprietari di casa ricchi e strani
- ex fidanzato violento
- nuovo fidanzato dolce
- casa enorme isolata, senza campo, senza wifi e, con la pioggia, senza elettricità
- familiari della protagonista stupidi che danno il nuovo indirizzo ad ex fidanzato violento
- assassino immortale
- i buoni che vanno giù svenuti con un solo colpo alla testa
Il film sembra parlare di una bambola posseduta, che se la tratti bene, é la bambola posseduta più dolce del mondo.
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- protagonista gnocca
- mai nuda
- scena sotto la doccia dove, dietro la tenda, accadono cose strane
- asciugamani che non cadono mai, nemmeno dopo una nottara chiusa in soffitta
- nottata chiusa in soffitta
- irresistibile voglia di farsi gli affari dei proprietari
- proprietari di casa ricchi e strani
- ex fidanzato violento
- nuovo fidanzato dolce
- casa enorme isolata, senza campo, senza wifi e, con la pioggia, senza elettricità
- familiari della protagonista stupidi che danno il nuovo indirizzo ad ex fidanzato violento
- assassino immortale
- i buoni che vanno giù svenuti con un solo colpo alla testa
Il film sembra parlare di una bambola posseduta, che se la tratti bene, é la bambola posseduta più dolce del mondo. La trama in realtá racconta la storia di un bambino incompreso che, dopo l'omicidio della sua compagna di giochi, decide di dare fuoco alla casa in cui viveva, così, perché no. Sopravvissuto all'incendio, ma orribilmente sfigurato, viene segregato nel seminterrato della nuova casa dai genitori, costretto ad indossare una maschera per celare le cicatrici, e rimpiazzato da una bambola. Questi sono chiaramente abusi su minore. Il film é inquietante per i primi 10 minuti, perché si sa che le bambole e i bambini sono creepy, il resto del film è un'insieme di cliché, cronache di abusi gratuiti su minore e il colpo di scena finale. Da vedere per ridere di gusto con gli amici.
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sickboy
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venerdì 16 settembre 2016
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cercasi tata
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In cerca di occupazione, la giovane Greta accetta un incarico da baby-sitter presso la villa di due anziani coniugi. Dovrà occuparsi del loro figlio di 8 anni, Brahms, durante l'assenza dei genitori, in partenza per una lunga vacanza. Al momento delle presentazioni, Greta scoprirà con sconcerto di doversi occupare non di un bambino in carne ed ossa ma di un bambolotto di porcellana con fattezze da bambino. Le verrà inoltre consegnato un elenco di regole e disposizioni ben precise da adottare nei confronti di Brahms, a cui attenersi scrupolosamente. La surreale condizione, porterà ben presto Greta ad ignorare le regole imposte. Ma le conseguenze si riveleranno sempre più inquietanti... Annunciato in pompa magna alla sua uscita, "The boy" rappresenta il classico caso di spunto interessante sprecato però da una sceneggiatura per nulla all'altezza delle appetibili premesse.
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In cerca di occupazione, la giovane Greta accetta un incarico da baby-sitter presso la villa di due anziani coniugi. Dovrà occuparsi del loro figlio di 8 anni, Brahms, durante l'assenza dei genitori, in partenza per una lunga vacanza. Al momento delle presentazioni, Greta scoprirà con sconcerto di doversi occupare non di un bambino in carne ed ossa ma di un bambolotto di porcellana con fattezze da bambino. Le verrà inoltre consegnato un elenco di regole e disposizioni ben precise da adottare nei confronti di Brahms, a cui attenersi scrupolosamente. La surreale condizione, porterà ben presto Greta ad ignorare le regole imposte. Ma le conseguenze si riveleranno sempre più inquietanti... Annunciato in pompa magna alla sua uscita, "The boy" rappresenta il classico caso di spunto interessante sprecato però da una sceneggiatura per nulla all'altezza delle appetibili premesse. Fino a quando il "gioco" regge, sorretto dalla curiosità di scoprire cosa si cela dietro il mistero del bambolotto, allora le cose vanno discretamente bene. Ma quando la sceneggiatura rivela le sue carte, la delusione è cocente. Forse, nelle intenzioni dello sceneggiatore e del regista, vi era la volontà di creare il colpo di scena ad effetto. Peccato che, invece, un finale francamente imbarazzante, riveli soltanto confusione e scarsità di valide idee e pertanto non convince affatto, affossando quanto di buono creato nelle premesse. Una storia conclusa in maniera improbabile, troppo, per potersi definire accettabile. Si salvano la scenografia, le atmosfere e la discreta prova attoriale. Ma resta l'amaro di una bella idea sprecata frettolosamente. Si poteva fare decisamente di meglio.
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fabrizio friuli
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venerdì 16 settembre 2022
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un horror che diventa un thriller
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Una giovane donna si trasferisce in Europa per lavorare come tata , e viene ospitata in una grande casa di campagna dove vivono una coppia di coniugi che hanno un figlio chiamato Brahms, tuttavia, la protagonista del film si accorge che hanno come figlio una bambola di porcellana che viene accudita come se fosse un bambino vero, ed ovviamente Greta non prende seriamente questo incarico , fin quando non scopre che Brahms nasconde un passato oscuro e che nella casa capitano degli avvenimenti, causati dallo stesso Brahms, che vive nascosto nella casa e cerca di possedere Greta , per avere una madre in eterno.
Nel complesso, il lungometraggio non merita di essere stroncato , nonostante sia il tipico horror, o meglio , appaia come il tipico horror americano dove appare una bambola raccapricciante e una grande casa isolata, perché verso l' ultima parte si capisce che gli spostamenti della bambola non vengono causati dalla presenza paranormale, bensì dalla presenza di Brahms che non ha perso la vita nell' incendio , ma è rimasto sfregiato a causa delle ustioni, e copre il suo volto con una maschera identica al viso della bambola di porcellana, e oltre alla figura di Brahms, entra in scena un secondo antagonista che è l' ex compagno di Greta , un individuo dall' aspetto prestante ma che viene ritenuto dalle conoscenze di Greta stessa , una persona non raccomandabile, infatti lei rivela al secondo protagonista del film che il suo ex compagno era violento ed ha perfino perso un figlio , un figlio che lei stava attendendo, e lui raggiunge la villa per poter riprendersi Greta , e durante la discussione , egli distrugge la bambola e Brahms riappare ed uccide l' uomo , e poi cerca di riprendersi Greta , che viene aiutata da Marcus , il ragazzo delle consegne, e alla fine del film , Greta ferisce Brahms e salva Marcus ed entrambi abbandonano la tenuta dove il folle Brahms aggiusta la bambola, e rimane in solitudine, forse per sempre , dato che i suoi genitori hanno fatto cessare i corsi delle loro vita spontaneamente ( in sostanza, msi sono suicidati ).
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Una giovane donna si trasferisce in Europa per lavorare come tata , e viene ospitata in una grande casa di campagna dove vivono una coppia di coniugi che hanno un figlio chiamato Brahms, tuttavia, la protagonista del film si accorge che hanno come figlio una bambola di porcellana che viene accudita come se fosse un bambino vero, ed ovviamente Greta non prende seriamente questo incarico , fin quando non scopre che Brahms nasconde un passato oscuro e che nella casa capitano degli avvenimenti, causati dallo stesso Brahms, che vive nascosto nella casa e cerca di possedere Greta , per avere una madre in eterno.
Nel complesso, il lungometraggio non merita di essere stroncato , nonostante sia il tipico horror, o meglio , appaia come il tipico horror americano dove appare una bambola raccapricciante e una grande casa isolata, perché verso l' ultima parte si capisce che gli spostamenti della bambola non vengono causati dalla presenza paranormale, bensì dalla presenza di Brahms che non ha perso la vita nell' incendio , ma è rimasto sfregiato a causa delle ustioni, e copre il suo volto con una maschera identica al viso della bambola di porcellana, e oltre alla figura di Brahms, entra in scena un secondo antagonista che è l' ex compagno di Greta , un individuo dall' aspetto prestante ma che viene ritenuto dalle conoscenze di Greta stessa , una persona non raccomandabile, infatti lei rivela al secondo protagonista del film che il suo ex compagno era violento ed ha perfino perso un figlio , un figlio che lei stava attendendo, e lui raggiunge la villa per poter riprendersi Greta , e durante la discussione , egli distrugge la bambola e Brahms riappare ed uccide l' uomo , e poi cerca di riprendersi Greta , che viene aiutata da Marcus , il ragazzo delle consegne, e alla fine del film , Greta ferisce Brahms e salva Marcus ed entrambi abbandonano la tenuta dove il folle Brahms aggiusta la bambola, e rimane in solitudine, forse per sempre , dato che i suoi genitori hanno fatto cessare i corsi delle loro vita spontaneamente ( in sostanza, msi sono suicidati ). Gli attori selezionati per i ruoli sono quasi tutti poco noti , esclusa l' attrice è modella Lauren Cohan , che impersona il ruolo della protagonista, che sente una sorta di affinità con i genitori di Brahms , avendo perso anche lei un figlio , anche se loro non hanno mai perso il loro losco figlio , la sceneggiatura del film è sufficiente e non vengono mostrati i soliti jump scare, tipici degli horror americani attuali, ovvero, I mump scare sono le presenze grottesche che appaiono all' improvviso dopo una scena che fa salire l' ansia , soltanto negli incubi di Greta appaiono delle scene paranormali simili ai jump scare , ma sono istantanei . La recitazione di Lauren Cohan è soddisfacente, non eccelsa , ma soddisfacente, e ciò dimostra che potrebbe acquisire una certa visibilità nel mondo cinematografico, augurandosi che non venga sfruttata solo per l' aspetto estetico, che farebbe invidia a quello di Elisabeth Taylor.
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rrr
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sabato 1 aprile 2017
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interessante, non straordinario
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No spoiler sostanziali.
Il filone della bambola assassina è uno di quelli sfruttati fino all'osso: nelle varie declinazioni dal pupazzo ventriloquo ai terribili bambolotti degli anni '80 abbiamo davvero provato quasi tutto, ed è francamente molto difficile immaginare che qualcosa di nuovo e interessante possa essere costruito in questo solco.
In realtà The boy si presenta subito come un film dotato di un suo linguaggio espressivo: i colori, la regia e il ritmo delle prime scene definiscono una dimensione visiva interessante e coerente che, pur senza pretesa di particolare ricercatezza, suggerisce una certa attenzione alla qualità.
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No spoiler sostanziali.
Il filone della bambola assassina è uno di quelli sfruttati fino all'osso: nelle varie declinazioni dal pupazzo ventriloquo ai terribili bambolotti degli anni '80 abbiamo davvero provato quasi tutto, ed è francamente molto difficile immaginare che qualcosa di nuovo e interessante possa essere costruito in questo solco.
In realtà The boy si presenta subito come un film dotato di un suo linguaggio espressivo: i colori, la regia e il ritmo delle prime scene definiscono una dimensione visiva interessante e coerente che, pur senza pretesa di particolare ricercatezza, suggerisce una certa attenzione alla qualità. Anche la modalità con cui viene presentato l'elemento chiave del film (il bambolotto, inutile girarci intorno) è originale, e va apprezzata la delicatezza di questo "incontro" che lascia lo spettatore confuso tanto quanto la protagonista.
Buona parte del film si appoggia sulle buone basi gettate all'inizio, rinunciando a introdurre grandi elementi di sorpresa: piacevole la sensazione di disagio che cresce di scena in scena, ma purtroppo lo strumento non viene sfruttato fino in fondo e non riesce a instillare vera angoscia, anche a causa della superficialità con cui sono definiti i (peraltro pochissimi) personaggi del film. Per fare un salto di qualità sarebbe stato sufficiente indugiare di più, al momento giusto, nel dubbio della malattia mentale, magari includendo nuovi elementi dal passato della protagonista, che invece rimane uno sfondo grossolano e poco utile ai fini della storia.
Ciò non toglie che la trama del film sia buona e la realizzazione gradevole. Alla fine il colpo di scena arriva e fa il suo dovere, offrendo una buona chiusura al climax generale.
Non lo considererei un capolavoro, ma di questo film bisogna secondo me apprezzare la buona regia, la qualità generale e qualche idea interessante: si sarebbe potuto fare qualcosa di più con uno sforzo minimo, ma gli elementi di novità non mancano, ed in fondo è più che godibile.
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elgatoloco
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venerdì 12 maggio 2017
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il"boy"eterno...
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Al di là della ricostruzione, anche topograficamanete accurata(ma più che altra anche proprio nell'archittettura d'interni, con una magione old english che sembra un castello(ghost's castle, ovviamente) di netta impronta"Hammer"(vecchia e gloriosa casa di produzione britannica, con film su Frankenstein, Dracula, ma anche trasposizione filmiche dai racconti di Edgar Allan Poe), la lettura del film (quando si scopre l'arcano...)va condotta in chiave psicoanalitica, riprendendo le tesi freudiane (ma non solo, winnicotiane e altre)su infanzia, fanciullezza, pubertà, "adultità"mai pientamente raggiunta....Ma anche chi non legga le cose in questa chiave può essere postiviamente sorpreso dal film, che lavora sulla suspense con molta intelligenza, con la dialettica attesa-stupore-spavento pienamente messa in atto.
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Al di là della ricostruzione, anche topograficamanete accurata(ma più che altra anche proprio nell'archittettura d'interni, con una magione old english che sembra un castello(ghost's castle, ovviamente) di netta impronta"Hammer"(vecchia e gloriosa casa di produzione britannica, con film su Frankenstein, Dracula, ma anche trasposizione filmiche dai racconti di Edgar Allan Poe), la lettura del film (quando si scopre l'arcano...)va condotta in chiave psicoanalitica, riprendendo le tesi freudiane (ma non solo, winnicotiane e altre)su infanzia, fanciullezza, pubertà, "adultità"mai pientamente raggiunta....Ma anche chi non legga le cose in questa chiave può essere postiviamente sorpreso dal film, che lavora sulla suspense con molta intelligenza, con la dialettica attesa-stupore-spavento pienamente messa in atto. Salda la direzione di Brent Bell, mente Lauren Cohan, oltre all'indubbia bellezza, porta con sé un bagaglio professionale di note volissima qualità, anche in cosniderazione del fatto che per molto tempo è in scena da sola.Non vorrei/sempre che venga realizzato, non lo so)un number two, essendo il film, a mio parere, completo così, mentre una continuazione sarebbe o rimasticatura con qualche aggiunta o indebita"prosecuzione"quando e dove non c'è da proseguire. Sempre che non emerga un genio del cinema à la John Carpenter, capace di scardinare il genere dall'interno innovandolo, il che, sic rebus stantibus, sembra abbastanza improbabile, purtroppo.Anche perché qui siamo dalle parti di"The Phantom of the Opera"e anche là un "numero due"sarebbe una zeppa o un insulto all'originale, diremmo. L'opera filmica qui c'è, anche per la magistrale combinazione con la musica classica e operitsica(il boy non a caso si chiama Brahms...). Da non trascurare le figure"fantasmatiche"dei genitori... El Gato
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valterchiappa
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mercoledì 18 ottobre 2017
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la bambola fa sempre paura
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I film horror che regolarmente appaiono in programmazione sono ormai come un piatto tradizionale, che so, una amatriciana. Partendo da pochi ingredienti, sempre quelli, la riuscita dipende da un insieme alquanto ristretto di variabili: la qualità della materia prima, i tempi di cottura giusti. Ma sempre di una amatriciana si tratta. Così gli appassionati del genere, di fronte ad una nuova uscita, sanno già che non verranno sorpresi, quando, avendone desiderio, usciranno per gustare per l’ennesima volta il loro piatto preferito.
Anche in “The boy”, del giovane americano William Brent Bell, promettente specialista, ci sono tutti gli ingredienti tradizionali della ricetta: la casa gotica dagli ambienti lugubri e le scale cigolanti, il contesto rigorosamente isolato da ogni forma di civilizzazione, gli anziani proprietari un po’ strambi: un posto da cui ogni essere sano di mente scapperebbe a gambe levate, se non si trattasse appunto della trama di un film dell’orrore.
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I film horror che regolarmente appaiono in programmazione sono ormai come un piatto tradizionale, che so, una amatriciana. Partendo da pochi ingredienti, sempre quelli, la riuscita dipende da un insieme alquanto ristretto di variabili: la qualità della materia prima, i tempi di cottura giusti. Ma sempre di una amatriciana si tratta. Così gli appassionati del genere, di fronte ad una nuova uscita, sanno già che non verranno sorpresi, quando, avendone desiderio, usciranno per gustare per l’ennesima volta il loro piatto preferito.
Anche in “The boy”, del giovane americano William Brent Bell, promettente specialista, ci sono tutti gli ingredienti tradizionali della ricetta: la casa gotica dagli ambienti lugubri e le scale cigolanti, il contesto rigorosamente isolato da ogni forma di civilizzazione, gli anziani proprietari un po’ strambi: un posto da cui ogni essere sano di mente scapperebbe a gambe levate, se non si trattasse appunto della trama di un film dell’orrore. Sempre quelli anche gli strumenti tecnici nelle mani del regista: protagonisti ripresi costantemente da dietro, nella sospensiva attesa di qualche coltello che gli si pianti nella schiena o di due mani che li afferrino al collo, inquadrature che si stringono repentinamente su dettagli cruciali, ambienti claustrofobici da contrapporre a una natura mai rasserenante, ombre, molte, e fasci di luce, cupi e sommessi vibrare d’archi pronti ad un improvviso crescendo.
“The boy” però utilizza come elemento portante uno dei protagonisti più utilizzati dei narratori del genere e più amati dai suoi cultori: la bambola. Dal pupazzo meccanico di “Profondo Rosso” fino alla demoniaca “Annabelle”, passando per il sanguinario burattino di “Saw” e la Chucky di “La bambola assassina”, la perenne fissità dello sguardo e il contrasto fra l’apparente inanimatezza e l’ipotetica presenza sono strumenti ideali per turbare i sogni degli spettatori.
Greta (Lauren Cohan), una graziosa ragazza americana in fuga da un passato cupo e misterioso, giunge nella nebbiosa campagna inglese per far da baby-sitter al figlio di un’aristocratica coppia. Subito la sorpresa: Brahms, il bambino, non è di carne ed ossa, ma è un pupazzo di ceramica a grandezza naturale. Gli anziani genitori lo accudiscono come fosse vero: lo cambiano, gli raccontano favole, gli fanno ascoltare la musica preferita. Dopo l’iniziale stupore Greta, venuta a sapere che il vero Brahms era perito vent’anni prima nell’incendio di casa, accondiscende i due vecchi ed accetta la stravagante proposta. Ma quando questi partono per una vacanza, la ragazza pensa di poter fare di testa sua: comincia a flirtare con un bel giovanotto locale (Rupert Evans) e soprattutto trascura il decalogo di rigide regole che le sono state lasciate per l’accudimento. Ovviamente qui le cose cominciano a complicarsi: fenomeni inspiegabili, voci lamentose ed altre amenità del genere lasciano intendere che il pupazzo sia tutt’altro che inanimato.
Alla fine il piatto riesce: la tensione è costante e si salta sulla sedia al momento giusto; la macchina da presa di William Brent Bell si muove sapientemente, supportata da un’ottima fotografia; la protagonista Lauren Cohan, ormai navigata nel genere dopo il successo di “The walking dead”, è efficace; ma più bravo (non è una battuta) è il pupazzo: è il suo sguardo vitreo continuamente puntato sull’inerme spettatore a provocare i brividi più intensi.
In più, rispetto ad analoghi prodotti che spesso, dopo aver camminato su binari già tracciati, evolvono per di più verso un finale banale o prevedibile, in “The boy” la scrittura sviluppa, nel suo svolgimento, un tema credibile e non scontato, come il legame simbiotico che, per via del suo vissuto, la protagonista instaura ad un certo punto con la bambola e congegna un colpo di scena finale che è veramente tale, sorprendente e giustamente terrificante.
Si intenda, “The boy” rimane un prodotto standard, ma la bambola ancora una volta funziona. E se, come ogni tanto accade, vi prende un’insana fame di paura, saprà saziarvi.
Voto: 6
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adoroifilmhorror
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giovedì 21 aprile 2016
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insomma...
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"The boy" di William Brent Bell l'ho guardato una sera cercando a caso tra una lista online di film horror usciti di recente, non l'avevo mai sentito prima d'ora. Devo dire che dalla trama un po' mi ha incuriosito perchè i film in cui ci sono bambole di mezzo di solito sono inquietanti. All'inizio la storia parla di due anziani benestanti che hanno perso 20 anni fa il figlio di 8 anni in un incendio e fingono che un bambolotto sia lui e hanno bisogno di una tata che gli tenga compagnia mentre loro sono in vacanza. Quando partono iniziano ad accadere cose strane in casa ed è la parte più spaventosa del film soprattutto quando Brahms, il "bambino" si sposta da solo da dove viene messo e questo fa pensare ad una sola cosa: è posseduto dallo spirito del vero figlio degli Heelshire, invece non è così; e si scopre che dietro a tutto ciò non c'è uno spirito ma Brahms in carne ed ossa che in realtà non è mai morto.
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"The boy" di William Brent Bell l'ho guardato una sera cercando a caso tra una lista online di film horror usciti di recente, non l'avevo mai sentito prima d'ora. Devo dire che dalla trama un po' mi ha incuriosito perchè i film in cui ci sono bambole di mezzo di solito sono inquietanti. All'inizio la storia parla di due anziani benestanti che hanno perso 20 anni fa il figlio di 8 anni in un incendio e fingono che un bambolotto sia lui e hanno bisogno di una tata che gli tenga compagnia mentre loro sono in vacanza. Quando partono iniziano ad accadere cose strane in casa ed è la parte più spaventosa del film soprattutto quando Brahms, il "bambino" si sposta da solo da dove viene messo e questo fa pensare ad una sola cosa: è posseduto dallo spirito del vero figlio degli Heelshire, invece non è così; e si scopre che dietro a tutto ciò non c'è uno spirito ma Brahms in carne ed ossa che in realtà non è mai morto. Io non sono riuscita a capire se gli Heelshire sapevano che loro figlio è vivo e vive tra le mura della casa (visto che nella lettera di addio si scusano per averlo fatto diventare così e gli augurano di stare bene con la tata), e se sapevano che era vivo perchè si sono presi cura di un bambolotto in tutti questi anni quando in realtà potevano accudire il loro proprio figlio? Inoltre nel finale vediamo qualcuno (probabilmente Brahms stesso che ancora una volta non è morto davvero) che ricompone i pezzi del pupazzo, a quale scopo? La mia idea è che il regista abbia voluto lasciare in sospeso questi enigmi probabilmente per farne un secondo film in cui spiega la vera storia di questa famiglia particolare e del loro figlio "strano" che fin da piccolo aveva dei problemi, in tal caso se ci fosse una continuazione spererei che sia più terrificante e interessante rispetto alla prima parte. Ritengo "The boy" un film carino ma non che "fa paura", sono rimasta delusa dal finale, avrei sperato che dietro a tutto ci fosse uno spirito malvagio, avrebbe reso tutto più inquietante. Spero che venga prodotta una continuazione in cui vengono risolti i "misteri".
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(di snoopy75)
[ - ] commento o spoiler?
[+] non raccontate la trama
(di themorenina)
[ - ] non raccontate la trama
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