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Mescolano ingredienti svariati, ma parimenti privi di misura, Benoit Delepine e Gustave de Kervern. Una comicità di grana più che grossa, per di più frequentemente alla ricerca della risata più banale, ed una malinconia che costantemente scivola nel patetico. Un tour attraverso i grandi vini di Francia e immagini di desolante approssimazione. Il conservatorismo più ottuso della provincia contadina francese ed il messaggio di speranza nella famiglia allargata quale utopia di salvezza. Un attore dall'illustrissimo passato, Gerard Depardieu, ed uno dall'eclettico quanto ottimo presente, Benoit Poelvoorde, più svariati comprimari di lusso. Ma forse sta proprio negli interpreti la chiave per comprendere correttamente "Saint Amour", nella presenza dello scrittore di ultra-culto Michel Houllebecq, nel puntare ad un cinema di alta qualità rischiando il tonfo. Perché, a ben vedere, molti degli stessi ingredienti erano stati alla base del genialmente anarchico "Louise Michel", ed il decalogo dell'ubriachezza sta lì a ricordarcelo, in bilico fra il comico ed il tragico, pericolosamente in bilico, ma forse è meglio rischiare il patetico, ed il tonfo, che continuare a percorrere strade fin troppo battute. Ben vengano allora anche i passi falsi.
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