QUO VADO? (IT, 2016) di GENNARO NUNZIANTE. Con CHECCO ZALONE, ELEONORA GIOVANARDI, SONIA BERGAMASCO, MAURIZIO MICHELI, LINO BANFI, LUDOVICA MODUGNO, NINNI BRUSCHETTA, SEBASTIAN DUCCIO, PAOLO PIEROBON, AZZURRA MARTINO
Fin da giovanissimo Checco sognava un lavoro sicuro, e oltre a ciò ha realizzato tutti gli altri sogni della sua vita: voleva vivere coi suoi genitori respingendo così una costosa indipendenza economica e ce l’ha fatta; desiderava essere eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità del matrimonio con relativi figli ed è riuscito anche in questo; ma soprattutto ha ottenuto il massimo guadagnando un posto fisso nell’ufficio provinciale caccia e pesca. Con questa meravigliosa leggerezza, Checco timbra licenze per cacciatori e pescatori e fa invidia a tutti. Ma quando il ministro Magnu, con un decreto, abolisce le Province, nel varo della riforma della pubblica amministrazione, Checco è convocato al Ministero dalla mefistofelica dirigente Sironi che lo piazza di fronte ad una scelta drastica: abbandonare il posto fisso (con un’allettante buonuscita che la Sironi ha offerto a tutti gli altri lavoratori che le si sono piegati) o essere trasferito lontano da casa. Pur di non lasciare il posto fisso che considera sacro anche perché fu proprio il senatore pugliese Nicola Binetto ad accomodare Checco in provincia e suo padre in comune, l’uomo accetta il trasferimento. Per metterlo in condizione di dimettersi e cedere al ricatto, la Sironi lo fa girovagare fra Lampedusa, Val di Susa e Sardegna imponendogli gli incarichi più improbabili, ma Checco resiste eroicamente a ciascuno di essi, finché la dirigente non lo spedisce al Polo Nord assegnandogli la mansione di difendere una base di ricercatori scientifici italiani dagli attacchi degli orsi bianchi. Qui il nostro conosce Valeria, una scienziata che si occupa di animali in pericolo d’estinzione, e s’innamora perdutamente di lei, venendone poco a poco ricambiato. Con lei si trasferisce per un lungo periodo in Norvegia, conoscendone la numerosa prole (avuta da tre uomini differenti!), chiede ai genitori di trasferirsi lassù per un po’ per presentargliela e specialmente cambia le sue abitudini, diventando più civile e aprendo il suo piccolo mondo ad un’inedita esistenza che amplierà i suoi orizzonti e modificherà la sua esistenza. Ma ad un certo punto la nostalgia di casa preme e Checco sente il bisogno di rimpatriare: Valeria lo segue e insieme aprono, in un paese forestale della Calabria, un’Oasi della Legalità in cui curano animali esotici per poi reinserirli nel loro habitat naturale. Eppure l’imperterrita tenacia della Sironi non demorde: convinta a voler appioppare assegni sempre più consistenti al suo rivale per non perdere la faccia di fronte al governo, espropria il terreno che ospita lo zoo e indirettamente sancisce la rottura del rapporto fra Checco e Valeria. Ma, quando tutto sembra perduto, ecco arrivare una lieta notizia: Valeria è di nuovo incinta, e stavolta di Checco. L’uomo va giù in Africa, dove viene preso in ostaggio da una tribù locale e poi rilasciato nonostante lo sciamano lo ritenga un poco di buono e raggiunge l’amata in ospedale, dove però la bambina appena nata ha bisogno di un vaccino, e i pochi che là arrivano sono razionati. Per la prima ed unica volta, dunque, Checco firma un assegno per cedere il suo posto fisso di guardia forestale (ruolo che fino ad allora, tornato in Italia, aveva ricoperto) e ottenere in cambio una dose sostanziosa di vaccini per l’intero ospedale. Ogni cosa si conclude per il meglio: Checco è diventato padre, affida momentaneamente il nipotino ai nonni e, mentre la Sironi viene accolta nel consiglio d’amministrazione in virtù del suo inatteso atto di carità, l’individuo che tanto l’ha fatta penare si congratula con lei prima di dedicarsi ad un compito imparato già sui ghiacci del Circolo Polare Artico. Quarta collaborazione del trio Valsecchi (produttore inossidabile per Taodue, stavolta affiancato da Medusa)-Nunziante (regista e sceneggiatore)-Zalone (cosceneggiatore e protagonista). Luca Pasquale Medici ripropone, col suo spiritaccio sgrammaticato e dissacrante che però non dimentica mai la funzione educativa del proprio cinema, un’avventura del suo alter ego, quel "tamarro" pugliese in perpetuo equilibrio tra conformismo e anarchia, cartina di tornasole dei difetti e vizi del popolo nostrano. Sembra incredibile che ad ogni film riesca a superare sé stesso: in effetti, con la carriera sul grande schermo, ha saputo valorizzarsi molto più che come cantautore neomelodico-demenziale. La sua verve creativa non perde un colpo, rilascia divertimento scoppiettante da tutti i pori, trasuda spassose gag a catena che rispettano puntualmente i tempi comici, deride le macchinazioni e le cose che dovrebbero funzionare meglio sul piano politico, sociale e culturale con un’autoironia esilarante che, fra una battuta ad effetto e una voce narrante onnipresente e onnisciente, infonde riflessioni sì amare sul Belpaese, ma esclude a priori il déjà-vu in favore di una novità brillante, fresca e intelligente. Come anche nei tre precedenti, anche in Quo vado? vengono trattati temi come il machismo omofobico, il mammismo, il razzismo, la maleducazione civile, l’integrazione culturale, il provincialismo e il carrierismo, e la critica in chiave di protesta allegra e spensierata centra il bersaglio nuovamente e con vigore giammai appassito. Ma Zalone non si prende la scena tutta per sé, lascia spazio anche al resto del cast, che vede un’infuocata Bergamasco, una gentile Giovanardi, un infido Bruschetta, un Micheli prudentemente sotto le righe, una Modugno madre affettuosa e zeppa di inutili premure e un Banfi in partecipazione straordinaria nelle vesti del politico che difende "la fissità di posto" (tanto per il gusto della citazione!) come un arcivescovo il Vangelo. Non è stata un’impresa facile diventare primatista italiano d’incassi nel medesimo periodo in cui nelle sale hanno sbancato al box office film come Star Wars: Il risveglio della forza e Il ponte delle spie, ma il nostro insostituibile e bravissimo comico è riuscito con ardente passione nell’impresa, regalando al pubblico anche due nuovi brani musicali il cui sarcasmo dirompente e la cui energia positiva permettono un ascolto tanto attento quanto curioso: I Am an Italian Boy – Mafia, pizza & Maccaroni e La prima Repubblica non si scorda mai.
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