Paterson |
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Un film di Jim Jarmusch.
Con Adam Driver, Golshifteh Farahani, Kara Hayward, Sterling Jerins.
continua»
Titolo originale Paterson.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 113 min.
- USA 2016.
- Cinema
uscita giovedì 22 dicembre 2016.
MYMONETRO
Paterson ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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I Buddha dell'Occidente
di Francesco2Feedback: 41665 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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domenica 26 marzo 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
' un fascino, quello di "Paddington", somerso e (s)fuggente. E tuttavia
innegabile anche a giudizio di chi scrive, pur non considerandolo il
capolavoro cui( ha) urla(to) certa critica.
Solo i digiuni del cinema di Jarmusch possono ignorare come la poetica
dell'assurdo abbia permeato il suo cinema, almeno - e dico almeno- fin
dai tempi di "Taxisti di notte"(1992). Allora, tuttavia, esisteva forse uno
sguardo di compassione verso i suoi protagonisti, misto ad una vena
leggermente surreale. La maturità artistica successiva ( anche "Dead
man" risale ormai al 1996) l'ha spinto a creare figure trasportate e trasporta-nti in una
dimensione apertamente onirica, oppure mistica ma non trascendentale ( penso a "Ghost
Dog" (2000), i cui eroi quotidiani sono "le persone inutili" di una vecchia canzone, dei
Buddha incrollabili dell'Occidente disposti - a volte- ad immolarsi in nome di un 'ideale.
Paterson è,non a caso, un poeta, e oltre ad incarnare il nome della sua città, potrebbe forse
rappresentare un "alter ego" dello stesso Jarmusch: non ambisce a scrivere un'opera
monumentale, o quantomeno la sua è una dimensione di artista legata al "quotidiano",
alle piccole grandi storie che compongono il suo teatro dell'assurdo: quello che ha fatto
lo stesso regista, in film minori come i "Taxisti" citati o l'ancor più discutibile "Coffee
and cigarettes" (2003). Se ci si fa caso, tale assurdo non assume quasi mai una dimensione
eclatante, tranne che una o due volte nel finale. In questo modo, il film perderebbe il suo
valore di "quaderno del quotidiano". Il finale del film potrebbe assumere una doppia lettura,
la fragilità del lavoro o della vita in generale, che improvvisamente potrebbe venire stravolta
da un avvenimentoimprevisto, ma, al contempo, la consapevolezza che ricominciare è
sempre possibile,e che forse alle cose materiali o meno?- non bisogna neanche legarsi
troppo, o comunque farne l'unica ragione della nostra esistenza. Tutti concetti detti, anzi
susurrati, senza nessuna retorica. Ma non sarebbe nello stile di quest'artista........
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