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QUesto"Office Christmas Party"di Josh Gordon e Will Speck(2016)si propone quasi aprioristicamente di essere una sorta di"anti-film di Natale", volendo rifiutare una retorica spesso zuccherosa, inutile, quindi passa a voler essere una specie di"Natale 4.0", volendo esemplificare; ma il progetto, dopo un inizio scoppiettante, non riesce a convincere. Sarà anche(non voglio negarlo)perché comunque siamo legati a una certa immagine-standad del Natale, sempre uguale a sé stesso, con determinati valori e riti intangibili, ma... quando vediamo che tutto si costruisce sulla festa.(o party, meglio)nataliizia"da trasgressione", capito il meccanismo, il resto appare, francamente, pletorico, una serie di gags che si ripetono, non diremo stancamente(gli e le interpreti sono bravi/e, ognuno/a al posto giusto, ma lo sviluppo del plot, verso un esito in partenza(lo si capisce dopo 20 minuti dall'inizio del film), procede in modo apparentemente scoppiettante, in realtà chiuso su di sé, quasi"stantio", anche se la parola sembra eccessiva e me rendo conto. La finta trasgressione(tra l'altro indotta chimicamente...)dura troppo , mentre un elemento"ostativo"sarebbe stato opportuno, anche per ravvivare una tensione che, a un certo punto, è decisamente rallentata, tale da rasentare, pericolosamente, il livello zero... Forse non ho colto un sottotesto aziendale particolare, ma complessivamente, siamo nella dimensione di quell'antiretorica che rischia, pericolosamente, di ridiventare"retorica", a sua volta.Jennifer Aniston, Kate Mc Kinnon, Jason Bateman, Olivia Munn sono efficacissime/i, nulla da dire, ma il problmea vero sta a monte, nella sceneggiatura, si direbbe, un problema cui la messa in scena non riesce a rimediare. Il che non toglie, a tratti, soprattutto nella prima parte, la gradevolezza del film El Gato
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