I magnifici sette

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Un film di Antoine Fuqua. Con Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D'Onofrio, Byung-Hun Lee.
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Titolo originale The Magnificent Seven. Azione, Ratings: Kids+13, durata 132 min. - USA 2016. - Warner Bros Italia uscita giovedì 22 settembre 2016. MYMONETRO I magnifici sette * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Alla scoperta dell'uomo del West Valutazione 0 stelle su cinque

di lgiulianini


Feedback: 1735 | altri commenti e recensioni di lgiulianini
lunedì 6 febbraio 2017

Ho molto apprezzato questo lavoro di Antoine Foqua, che non considero solo un ottimo remake del più noto lavoro di John Sturges comunque del 1960, ma qualcosa di nuovo e con motivazioni diverse da offrire allo spettatore che il puro intrattenimento seppur di livello, animato soltanto dalle  sottomotivazioni della valorizzazione del senso dell'onore, del coraggio disinteressato e dell'amicizia virile.

Foqua ci offre uno spaccato umano e sociale dell'America post guerra civile, ancora per molti versi allo sbando, epoca in cui molti cercano una ricollocazione, e su tutto e tutti aleggia ancora un clima di violenza, un senso di vendetta e di precarietà che partendo dai singoli, si comunica a comunità intere, spesso piccoli e scalcinatissimi avamposti di una frontiera ancora poco definita, popolati da uomini sudaticci e sempre pronti a sfoderare le armi, paesuncoli con negozietti scalcinatissimi che trasudano assolati polveroni, ma con sempre in piena evidenza il becchino (a volte con tanto di salma del criminale di turno esposta), ed il saloon con annesso immancabile bordello.

La violenza e la precarietà sembrano respirarsi e toccarsi con mano nel villaggio di Rose Creek, i cui abitanti stanno per essere scacciati dalle loro terre dal “magnate ladrone” Bartolomew Bogue, che ha scoperto l'oro nelle vicinanze ed intende impadronirsi della valle sloggiandone i contadini con la violenza, appunto.

Ma commette l'errore di uccidere a sangue freddo il marito di Emma Cullen, interpretata dalla bella e brava Haley Bennet, una donna che “ha le palle”, e che si mette subito alla ricerca di chi possa offrirle giustizia, non disdegnando “la vendetta”.

Sarà Sam Chisolm, un ex pistolero yankee che ora fa il delegato di giustizia e l'ufficiale di pace in sette stati, come ripete ogni volta agli stralunati sceriffi quando stende qualcuno, al limite il pizzicagnolo del borgo, sfoderando l'avviso di taglia sempre ripiegato nel panciotto. Sam è il primo frutto che incontriamo degli orrori seminati dalla guerra civile americana, mai sufficientemente indagati neanche dalla storiografia ufficiale: si è riciclato come uomo di legge, ma si vede chiaro che lascia una scia di sangue enorme dietro di sé, ed ha subito lui stesso un crimine atroce, che ha sterminato la sua famiglia, che vendicherà proprio uccidendo Bart Bogue, ma questa dinamica personale che Fouqua accenna solamente, verrà svelata pienamente alla fine del film, perciò lasciamo allo spettatore il piacere di scoprirla.

Perciò quando Sam Chisolm accetta l'incarico che Emma Cullen gli conferisce lo fa non solo perché “anche i contadini hanno diritto ad una vita”, o perché gli offrono non molto ma “tutto” quello che hanno per ottenere una speranza di sopravvivere, ma per pareggiare il conto con un torto feroce, subìto proprio qualche anno dopo la fine della guerra civile (1867), perpetrato da una banda di “grigi” (ex confederati) rinnegati , proprio al soldo di Bogue per rubare terre nel Kansas, accumulando enormi fortune ai danni degli inermi, perché “Dio non le avrebbe create pecore, se non volesse che li tosassimo”.

Chissà quante fortune furono accumulate così, utilizzando bande di rinnegati che non deposero mai le armi da una parte e dall'altra, e batterono la frontiera seminando sangue per decenni al soldo soltanto di chi li pagasse di più. Di questa temperie di incertezza e di violenza sono permeati tutti i personaggi: Goodnight Robichaux ed il suo socio orientale, che si guadagnano da vivere improvvisando duelli non cruenti (quasi), a base di scommesse, il giocatore Faraday che sbarca il lunario sui tavoli da gioco, il ricercato Vazquez, che accetta di partecipare all'impresa con la promessa che Chisolm non lo ricercherà più, il cacciatore di scalpi permeato di religiosità veterotestamentaria interpretato dall'ottimo Vincent d'Onofrio, che ha sulle spalle la fama di avere ucciso e scalpato 300 indiani crows però, ed accetta perchè ha bisogno di una nuova storia da vivere essendo ormai disoccupato dopo la chiusura degli indiani nelle riserve, il giovane e letale guerriero Comanche scacciato dagli anziani della sua tribù, che rimasto solo non sa di fatto ormai più dove andare.

Una umanità raccogliticcia e provvisoria quindi, con alle spalle ciascuno la sua violenza, e che si unisce per aiutare una popolazione inerme altrimenti preda del più violento di tutti, il capitalista in pectore che si arricchisce rubando ed uccidendo il prossimo, mossa più dal caso e dal bisogno di appartenere finalmente a qualcosa di utile, mettendo a tacere per un momento incubi, orrori subiti ed inferti, e finalmente smetterla almeno per un attimo di “non sapere dove andare”, a rischio anche di morirne.

Foqua ci regala quindi un ritratto dell'uomo del West com'era realmente per lo meno negli anni compresi tra il 1860 ed il 1890 in molti stati del sud ovest, dal New Mexico alla California almeno, al di là di retoriche patriottarde o superomismi fumettari: un uomo solo, sporco e sudato, sopravvissuto ad una guerra che aveva distrutto corpi e sfracellato spiriti, pronto ad ogni  violenza pur di dare un senso ad una vita senza alcuna direzione. Sotto il profilo attoriale sono tutti bravi, ma spicca come sempre il carisma maturo di Denzel Washington, che meriterebbe il secondo oscar questa volta da protagonista, fotografia incantevole, commento musicale secondo me adeguato alle scene, sceneggiatura in grado di regalare molti momenti di emozione senza mai esagerare o forzare i toni. Non credo si possa chiedere di più ad un film.

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lgiulianini lunedì 6 febbraio 2017
ho dimenticato le stellineeeeeeeee
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Chiaramente cinque stelle per questo bel film!

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