giuseppe
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mercoledì 22 febbraio 2017
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jeff nichols dipinge un piccolo capolavoro di delicatezza.
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"Dio non ha certo messo gialli, bianchi e neri in continenti diversi perchè si mischiassero le razze". Poche, laconiche parole che, nei verbali processuali della Virginia di fine anni ’50, descrivono un reato, quello di amare una persona di una razza diversa dalla propria. Richard, bianco e schivo, e Mildred, di colore e solare, sono nati e cresciuti in Virginia, ma, quando decidono si sposarsi, devono farlo nello stato di Washington D.C. perché le leggi virginiane non consentono matrimoni misti. Rientrati nella contea natia per costruire la propria vita insieme, i coniugi Loving diventano le vittime di una persecuzione folle, basata sulla regola secondo cui l’amore interraziale contravviene l’ordine, la pace e la dignità sociale.
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"Dio non ha certo messo gialli, bianchi e neri in continenti diversi perchè si mischiassero le razze". Poche, laconiche parole che, nei verbali processuali della Virginia di fine anni ’50, descrivono un reato, quello di amare una persona di una razza diversa dalla propria. Richard, bianco e schivo, e Mildred, di colore e solare, sono nati e cresciuti in Virginia, ma, quando decidono si sposarsi, devono farlo nello stato di Washington D.C. perché le leggi virginiane non consentono matrimoni misti. Rientrati nella contea natia per costruire la propria vita insieme, i coniugi Loving diventano le vittime di una persecuzione folle, basata sulla regola secondo cui l’amore interraziale contravviene l’ordine, la pace e la dignità sociale. Jeff Nichols, per raccontare una drammatica e violenta storia vera, ricorre a un minimalismo espositivo ricchissimo e dipinge un piccolo capolavoro di delicatezza. Una fotografia poetica ricerca nella placidità dei panorami agresti virginiani un complice narrativo. Da una parte sottolinea la dolcezza di Mildred e la dedizione di Richard, dall’altra, per contrasto, rende ancora più feroce la violenza che le istituzioni perpetrano su un amore tenero e solido fra due modesti cittadini americani. Joel Edgerton (Richard Loving) e Ruth Negga (Mildred Loving) sono i meravigliosi interpreti di una storia d’amore così tenue da avere la forza di vincere la lotta contro la persecuzione e la negazione, di cambiare la storia di un intero continente.
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loland10
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lunedì 27 marzo 2017
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una famiglia e le leggi
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“Loving” (id., 2016) è il quinto lungometraggio del regista di Little Rock Jeff Nichols.
“Sono incinta” sono le prime parole di lei a lui: i due sono seduti sul davanzale della casa dove abitano. Un piccolo giro di ripresa dal buio, un delicato fermo-immagine e la bocca che apre alla vita. Lui rimane frastornato per un attimo poi si avvolge a lei per renderla felice di una relazione difficile e malvista. Gesti minimi, semplici e ammantati di freschezza.
Una storia che indica un cambio di passo fondamentale. Il ‘Loving contro Virginia’ rimane non un epilogo della vicenda di due persone sposate ma l’inizio di una società che è rimasta prigioniera con catene legali improprie e anticivili con un silenzio di comodo e poteri piacenti a se stessi.
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“Loving” (id., 2016) è il quinto lungometraggio del regista di Little Rock Jeff Nichols.
“Sono incinta” sono le prime parole di lei a lui: i due sono seduti sul davanzale della casa dove abitano. Un piccolo giro di ripresa dal buio, un delicato fermo-immagine e la bocca che apre alla vita. Lui rimane frastornato per un attimo poi si avvolge a lei per renderla felice di una relazione difficile e malvista. Gesti minimi, semplici e ammantati di freschezza.
Una storia che indica un cambio di passo fondamentale. Il ‘Loving contro Virginia’ rimane non un epilogo della vicenda di due persone sposate ma l’inizio di una società che è rimasta prigioniera con catene legali improprie e anticivili con un silenzio di comodo e poteri piacenti a se stessi. Siamo nel 1958 quando Richard eMildred Loving, lui bianco e lei nera, vengono arrestati e condannati ad un anno di prigione colpevoli di essersi sposati. Convogliarono a nozze, non in Virginia, per la legge razziale che proibiva matrimoni misti ma a Washington D.C. Anni e anni di fughe, nascondimenti, avvocati e sofferenze: tutto mentre la famiglia vuole crescere e arrivano figli.
Richard è un muratore e ha passione dei motori delle auto: un uomo di poche parole, crudo, lontano dai vizi, beve qualche birra. Unica passione senza confine è l’amore per Mildred, donna docile e forte, mite e risoluta con uno sguardo penetrante. Due persone normali in una normalità che non esiste per la famiglia interrazziale in Virginia.
Un film delicato e soffuso, riservato e discreto, tenue e amoroso. Un lieve che oggi racconta un’epoca e un destino da cambiare: la vera storia dei coniugi Loving viene portata sullo scherma dal regista con estrema discrezione e riservatezza nonostante l'argomento di cui si parla e le polemiche legali fino all’epilogo della Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1968. Una dichiarazione di vittoria che si vede da lontano: l’assenza degli interessati, una telefonata improvvisa, i modi di Mildred e l’ordinarietà di Richard che è attorniato dai piccoli figli. Un cambio di giudizio sulla famiglia vista da dentro non da altri. Il punto di vista di Jeff Nichols è la giusta causa per il rispetto verso le persone in causa.
E’ la stessa vita famigliare che vince sulle maldicenze, luoghi comuni e cattiverie: ‘sai che non dovevi sposarla…’ dice la madre di Richard a suo figlio, ‘forse…meglio divorziare’ si sente dire da amici o finti tali. Dura vivere in carcere e lontani per anni dal proprio Paese. Quando la fine dice ‘legalità’ Richard (Joel Edgerton), per l’ennesima volta, mette la malta sui blocchi di una casa, la sua casa che vuole costruire per sua moglie e i suoi figli. Un padre che rincuora l’animo e commuove per la storia che vive: il parto della moglie che vuole la suocera come levatrice, il guardare la tv appoggiato al corpo della moglie, la discrezione nell’aiutare i figli, la dolcezza di un viso duro ma che buca lo schermo. Il giusto è la giustizia di un amore quotidiano.
E che dire di Mildred Loving (Ruth Negga) che riesce a aprire sentimenti ben riposti con una retorica sottrattiva e occhi ben spalmati nel ‘destino’ dello spettatore che viene rapito da lei e dalle foto conclusive di una storia vera con colori sbiaditi fino al bianco e nero che distingue date e volti (Richard morì nel 1975 per un incidente, la moglie Mildred nel 2008).
Un film raccontato ad epigrammi, a piccole chiusure e aperture, a voli molto lievi e a leggerezze di cuore. Uno spirito di umanità e di forza interiore. Linea di confine evaporata dopoil matrimonio dei Loving.
Ambienti, luci, fotografia e movimenti di macchina sono in buona simbiosi d’intenti. Delle pellicole che raccontano una certa provincia americana (‘Moonlight’, “Barriere” e ‘Il diritto di contare’) ‘Loving’ merita certamente di essere visto.
Regia e sceneggiatura di Jeff Nichols vanno d’accordo con stacchi, primi piani e incroci interni-esterni misurati e efficaci.
Voto: 7½/10.
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mcpask
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lunedì 9 novembre 2020
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piu'' che mista una coppia mesta
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La storia (vera) di un uomo bianco e di una donna nera che nella Virginia degli anni ’60 si amano e decidono di sposarsi, nonostante le legge dell’epoca in quello Stato lo vietassero.
Scoperti e condannati per evitare il carcere sono costretti a lasciare l’amata (chissà perché) campagna della Virginia e trasferirsi a Washington.
Qualche anno dopo di loro si interessa il Comitato per i Diritti Civili che intende portare il caso alla Corte Suprema; segue vittoriosa battaglia legale.
Purtroppo sceneggiatura e regia scelgono il basso profilo, così delle lotte e delle marce di protesta che infiammarono gli Stati Uniti ci arrivano solo poche, sbiadite immagini da un televisore in bianco e nero e quasi nulla ci viene mostrato dell’udienza alla Corte Suprema.
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La storia (vera) di un uomo bianco e di una donna nera che nella Virginia degli anni ’60 si amano e decidono di sposarsi, nonostante le legge dell’epoca in quello Stato lo vietassero.
Scoperti e condannati per evitare il carcere sono costretti a lasciare l’amata (chissà perché) campagna della Virginia e trasferirsi a Washington.
Qualche anno dopo di loro si interessa il Comitato per i Diritti Civili che intende portare il caso alla Corte Suprema; segue vittoriosa battaglia legale.
Purtroppo sceneggiatura e regia scelgono il basso profilo, così delle lotte e delle marce di protesta che infiammarono gli Stati Uniti ci arrivano solo poche, sbiadite immagini da un televisore in bianco e nero e quasi nulla ci viene mostrato dell’udienza alla Corte Suprema.
Tutto il film è un susseguirsi di quadretti familiari della coppia e dei numerosi figli.
Considerando che lei è bruttarella e che lui è un depressone con l’espressività di un cespuglio non c’è da essere allegri. Infatti si dorme alla grande.
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boffese
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mercoledì 19 luglio 2017
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la famiglia loving
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Loving e' una piccola perla e Jeff Nichols si dimostra come sempre uno dei registi piu' promettenti e interessanti. Tratto da una storia vera , quella dei coniugi Loving che nel 1959 , una volta sposi , devono combattere contro le leggi razziali americane. Una storia semplice di razzismo raccontata e filmata con una grande delicatezza. Semplice nel senso che a differenza di altri film che trattano temi razziali , Nichols fa una scelta molto emotiva e poco carnale , andando a cercare la manifestazione per una volta fuori dai soliti canoni violenti. Bravissimo a cercare di colpire lo spettatore al cuore e non alla "pancia".... e ci riesce alla grande. Bravi la Negga e Edgerton, seguono perfettamente l'idea del regista e fanno una performance fantastica , poche lacrime ma visi che tralasciano emozioni ad ogni immagine.
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Loving e' una piccola perla e Jeff Nichols si dimostra come sempre uno dei registi piu' promettenti e interessanti. Tratto da una storia vera , quella dei coniugi Loving che nel 1959 , una volta sposi , devono combattere contro le leggi razziali americane. Una storia semplice di razzismo raccontata e filmata con una grande delicatezza. Semplice nel senso che a differenza di altri film che trattano temi razziali , Nichols fa una scelta molto emotiva e poco carnale , andando a cercare la manifestazione per una volta fuori dai soliti canoni violenti. Bravissimo a cercare di colpire lo spettatore al cuore e non alla "pancia".... e ci riesce alla grande. Bravi la Negga e Edgerton, seguono perfettamente l'idea del regista e fanno una performance fantastica , poche lacrime ma visi che tralasciano emozioni ad ogni immagine. Unico appunto , un montaggio un po troppo statico che non riesce a dare quasi mai pathos , soprattutto nella scena della corte suprema In un annata "scarica" di grandi film , Loving rimane un gioiellino . Per chi non l'avesse visto andatevi a ricercare Take Shelter, opera seconda del regista , un capolavoro. Voto: 8 pieno
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silver90
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martedì 18 luglio 2017
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leggesi voce del verbo amare
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Con lo stile asciutto che lo caratterizza, Jeff Nichols porta sullo schermo la storia vera dei coniugi Loving, traendo spunto da un documentario di Nancy Buirski (The Loving Story), che racconta la travagliata vicenda di Richard e Mildred Loving: lui bianco e lei nera, in America, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, innamorati prima e innocentemente sposati poi. La prima sequenza del film, che sintetizza il loro sentimento, è molto bella. Ma subito qualcosa turba l’idillio, perché “la legge divina ha reso i colori diversi e non bisogna mischiare” dice un giudice del luogo: l’assurda sentenza è di un anno di carcere per entrambi, con sospensione della pena per 25 anni a patto di lasciare definitivamente i confini dello Stato.
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Con lo stile asciutto che lo caratterizza, Jeff Nichols porta sullo schermo la storia vera dei coniugi Loving, traendo spunto da un documentario di Nancy Buirski (The Loving Story), che racconta la travagliata vicenda di Richard e Mildred Loving: lui bianco e lei nera, in America, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, innamorati prima e innocentemente sposati poi. La prima sequenza del film, che sintetizza il loro sentimento, è molto bella. Ma subito qualcosa turba l’idillio, perché “la legge divina ha reso i colori diversi e non bisogna mischiare” dice un giudice del luogo: l’assurda sentenza è di un anno di carcere per entrambi, con sospensione della pena per 25 anni a patto di lasciare definitivamente i confini dello Stato. La radice puritana dei padri fondatori reclama i suoi statuti: ci si arrocca nella fortezza precostituita e si esplellono i non allineati. I due coniugi non hanno scelta, formano la famiglia in più posti, tra città e campagna, tornando infine all’idea di Frontiera che anima l’altra faccia dell’America: lo spazio aperto e la casa nella prateria è sempre l’deale numero uno a cui tendere (e non a caso Nichols riprende ossessivametne Richard Loving costruire case su case con le proprie mani). Memore dell'insegnamento di Douglas Sirk e dei rifacimenti di Todd Haines, Nichols realizza un film trattenuto, in cui l'eccessivo pudore dei sentimenti, che andrebbe contestualizzato nell'epoca in cui avvenne, genera una paranoia alla luce del sole. Il diverso è sin da subito osteggiato, diviso, rinchiuso e infine allontanato come una minaccia per la società. Le radici dell'oscurantismo sono evidenti e ben riconoscibili nelle leggi dello Stato della Virginia, cui si oppongono volenterosi avvocati dell'Est. Nichols è molto bravo nel descrivere l'isolamento dei protagonisti in una lotta che invece riguarda tanti, come intuisce la signora Mildred. Eppure l'evento storico che permise di cambiare la costituzione in favore dei matrimoni interraziali è messo da parte, mentre la telecamera di Nichols indugia sul volto impassibile di Richard Loving, che non capisce come sia possibile condannare l'unione di due persone che si amano. "Io mi sono occupato di te" è l'unico interrogativo che si pone ossessivamente, mentre intanto il processo mediatico si è messo in moto, fino ad arrivare alla Corte suprema. Forse è per questa dicotomia che il film non riesce ad andare oltre le rigide convenzioni di genere; le notizie arrivano soltanto tramite i telegiornali e i telefoni, le intrusioni di un giornalista di Life (in un cameo di Michael Shannon) e della stampa non modificano la situazione interna ed esterna alla coppia. Sicché lo stile autoriale un po' si perde, insistendo sul motto del prendersi cura l'uno dell'altra (take shelter). Leggesi alla voce del verbo amare.
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vanessa zarastro
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venerdì 17 marzo 2017
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il diritto di amare
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Non dovrebbe stupire l’ondata di questa serie di film ambientati tra la fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60 (Diritto di contare, Jackie, Loving) che riesumano un periodo di battaglie per i diritti civili (donne, neri e altri). Con tutti i disordini e sparatorie, avvenute in USA negli ultimi anni, tra poliziotti bianchi e neri e ora con le enunciazioni razziste di Donald Trump, sembra veramente di tornare indietro di mezzo secolo.
Tratto da una storia vera, il film narra le vicende di Mildred e Richard Loving una coppia interrazziale: lei è una casalinga metà indiana e metà afroamericana, lui un muratore bianco.
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Non dovrebbe stupire l’ondata di questa serie di film ambientati tra la fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60 (Diritto di contare, Jackie, Loving) che riesumano un periodo di battaglie per i diritti civili (donne, neri e altri). Con tutti i disordini e sparatorie, avvenute in USA negli ultimi anni, tra poliziotti bianchi e neri e ora con le enunciazioni razziste di Donald Trump, sembra veramente di tornare indietro di mezzo secolo.
Tratto da una storia vera, il film narra le vicende di Mildred e Richard Loving una coppia interrazziale: lei è una casalinga metà indiana e metà afroamericana, lui un muratore bianco. Si amano e si sposano, quasi in segreto, a Washington dove non c’era la Racial Integrity Act. Siamo nello Stato della Virginia nel 1958 e dovranno aspettare il 1967 per far valere i loro diritti. Infatti, Mildred e Richard vengono arrestati e condannati a un anno di prigione. Con un patteggiamento o divorziano o sono esiliati dalla Contea – per 25 anni.
Si ritroveranno a vivere a Washington, ospitati da parenti generosi, dove lei crescerà tre figli. Lontano dagli affetti e dagli amici, la vita in città è una vera condanna per chi ha passato la vita liberamente nei campi! Non c’è verde dove correre e giocare e le macchine presentano un pericolo: i bambini soffrono sempre chiusi in casa.
Mildred decide così di tornare a vivere in campagna, convincendo il più schivo Richard, non prima di aver scritto al Ministro di giustizia Robert Kennedy (siamo negli anni di presidenza del fratello John 1961/63). Saranno contattati dagli avvocati dell’ACLU (American Civil Liberties Union) che si faranno promotori di una battaglia che diventerà un fatto nazionale quando la sentenza della Corte Suprema, nel 1967 gli darà finalmente ragione, ridando dignità e restituendo diritto di amarsi.
Un film minimalista girato in punta di piedi. Non c’è nessuna scena violenta ma la prepotenza la si respira lungo tutto il film, la si legge nello sguardo timoroso sempre abbassato di Richard, nella sua paura dei rumori, in un ritmo lento che sembra sempre presagire una disgrazia e che, per fortuna, non arriva mai.
L’amore della coppia è descritto in modo commovente attraverso una fisicità discreta. La mano nella mano e la tenerezza sono documentati dalle foto in bianco e nero scattate dall’inviato di “Life” Grey Villett e pubblicate nella rivista.
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fabiofeli
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lunedì 20 marzo 2017
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perderemo una battaglia, ma vinceremo la guerra
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Usa, Stato della Virginia, 1957. Richard Loving (Joel Edgerton) vive in una piccola città in un quartiere abitato in maggioranza da persone di colore. E’ una persona semplice: un grande lavoratore che fa il muratore con perizia e determinazione. E’ innamorato di Mildred (Ruth Nigga), una timida afroamericana figlia di un amico. Nel tempo libero esplica il suo talento sui motori della sua auto per truccarne la potenza. E’ l’epoca delle sfide con scommesse su brevi e brucianti corse sui rettifili. Ricordate la scena di Gioventù bruciata nella quale James Dean rischia di perdere la vita in una di queste gare forsennate? La Virginia all’epoca ha ancora leggi razziali molto restrittive: le razze umane non devono incrociarsi, perché – si sostiene – il Creatore le ha distribuite in continenti diversi.
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Usa, Stato della Virginia, 1957. Richard Loving (Joel Edgerton) vive in una piccola città in un quartiere abitato in maggioranza da persone di colore. E’ una persona semplice: un grande lavoratore che fa il muratore con perizia e determinazione. E’ innamorato di Mildred (Ruth Nigga), una timida afroamericana figlia di un amico. Nel tempo libero esplica il suo talento sui motori della sua auto per truccarne la potenza. E’ l’epoca delle sfide con scommesse su brevi e brucianti corse sui rettifili. Ricordate la scena di Gioventù bruciata nella quale James Dean rischia di perdere la vita in una di queste gare forsennate? La Virginia all’epoca ha ancora leggi razziali molto restrittive: le razze umane non devono incrociarsi, perché – si sostiene – il Creatore le ha distribuite in continenti diversi. Ovviamente quei legislatori non si erano resi conto che la deportazione di decine di migliaia di africani liberi, resi schiavi nel continente americano, aveva già trasgredito largamente la “legge divina”, e anche insediare persone di razza bianca nel Nord America sterminando le popolazioni indigene non era proprio stata un’azione raccomandata da Dio. Richard e Mildred aspettano un bambino e già vivono insieme: lo sceriffo li incarcera per aver violato la legge. Sono costretti a recarsi a New York dove il matrimonio inter-razziale è permesso, ma dovranno patire un esilio di 25 anni se vorranno tornare nella loro terra senza violare la legge. Il movimento per i diritti civili dei neri di Martin Luther King invade le piazze americane; a Mildred consigliano di scrivere al ministro della giustizia Bob Kennedy sulla loro situazione. Comincia il braccio di ferro tra conservatori della Virginia e progressisti che chiedono la fine di quella assurda apartheid …
La storia è vera, anche se oggi può sembrare strano che un popolo governato da una delle costituzioni più moderne appena 60 anni fa vivesse contraddizioni così profonde. La vita dei coniugi Loving è stata travagliata e sofferente; per piegare la Corte della Virginia hanno dovuto ricorrere alla Corte Suprema. Ma c’era un destino nel loro cognome, Loving appunto, perché “omnia vincit amor”. La trama fila abbastanza liscia e le recitazioni sono di buon livello, con una citazione speciale per Ruth Nigga che dà vita a una donna timida, ma risoluta e caparbia, con una ampia gamma espressiva. L’ambientazione riesce a dare una idea abbastanza precisa del mondo rurale e periferico dell’epoca. Nell’attuale cinema americano si moltiplicano le storie che sbriciolano il muro tra bianchi e neri e fanno collezioni di premi. Ci sembra una cosa sana, anche se è ancora solo un parziale risarcimento. Con buona pace dei razzisti USA ed europei, e pure di quelli di casa nostra. Un film da vedere.
Valutazione ***
FabioFeli
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vincenzoambriola
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mercoledì 22 marzo 2017
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amore e stima
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Richard e Mildred si sposano, non nel loro stato, la Virginia, ma a Washington DC. In Virginia, infatti, i matrimoni interrazziali sono proibiti dalla legge e severamente perseguiti. Siamo nel 1958, non nel 1800, e in alcuni stati americani le leggi razziali sono ancora in vigore. La determinazione di Mildred, assecondata da Richard, fa sì che un movimento per i diritti civili collegato a Bob Kennedy, riesca a sollevare il caso davanti alla Corte Suprema e a far abrogare la legge della Virginia. Un film lineare, in cui la coppia è messa a fuoco senza alcuna ideologia, mostrandone il travaglio e le difficoltà che deve superare per continuare a vivere normalmente. Una coppia che all'inizio non capisce l'ingiustizia e che, quindi, reagisce in maniera spontanea, senza saper gestire la reazione del sistema giudiziario della Virginia.
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Richard e Mildred si sposano, non nel loro stato, la Virginia, ma a Washington DC. In Virginia, infatti, i matrimoni interrazziali sono proibiti dalla legge e severamente perseguiti. Siamo nel 1958, non nel 1800, e in alcuni stati americani le leggi razziali sono ancora in vigore. La determinazione di Mildred, assecondata da Richard, fa sì che un movimento per i diritti civili collegato a Bob Kennedy, riesca a sollevare il caso davanti alla Corte Suprema e a far abrogare la legge della Virginia. Un film lineare, in cui la coppia è messa a fuoco senza alcuna ideologia, mostrandone il travaglio e le difficoltà che deve superare per continuare a vivere normalmente. Una coppia che all'inizio non capisce l'ingiustizia e che, quindi, reagisce in maniera spontanea, senza saper gestire la reazione del sistema giudiziario della Virginia. Solo quando entra in campo il movimento per i diritti civili si assiste a una presa di coscienza che infonde coraggio, soprattutto a Mildred, rendendoli consapevoli del significato simbolico della loro battaglia. Molto intensi i due sposi, diversi non solo per il colore della pelle ma proprio per il loro carattere: roccioso e silenzioso Richard, aperta ed empatica Mildred. Li accomunano due sentimenti: l'amore e la stima reciproca.
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