Le ultime cose |
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Un film di Irene Dionisio.
Con Fabrizio Falco, Roberto De Francesco, Christina Rosamilia, Alfonso Santagata.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 85 min.
- Italia, Francia, Svizzera 2016.
- Cinecittà Luce
uscita giovedì 29 settembre 2016.
MYMONETRO
Le ultime cose
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una metafora sul popolo dell'abissodiFeedback: 0 |
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domenica 18 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pur con l’esperienza e lo sguardo asciutto da documentarista la regista, esordiente, rappresenta una metafora del mondo in cui viviamo o forse del mondo come è sempre stato: il Banco dei pegni di Torino diventa il luogo di confine tra chi sta scivolando nell’abisso, aggrappandosi alla speranza di poter risalire, di poter riconquistare la dignità perduta, riscattando i simboli di una vita che non c’è più, e chi sfrutta cinicamente o con indifferenza questa speranza, lucrando quanto più è possibile.Nel film c’è il popolo dell’abisso: chi vorrebbe impegnare il suo dente d’oro, l’anziana che raccoglie gli avanzi del mercato. Poi ci sono quelli che non sanno di essere già precipitati: il pensionato, di cui si intuisce un passato di lavoro onesto e dignitoso, che per aiutare la figlia entra con riluttanza nel mondo del piccolo malaffare e il cuore, letteralmente, gli si spezza. La transessuale, senza appartenenze, che non ha più radici né affetti, che sembra non avere un luogo dove stare, neanche nel suo corpo, e che resta sospesa in questo vuoto. Il Banco dei pegni, come qualunque luogo di confine, ha il suo cancello, che si apre ogni mattina per accogliere i disperati, e i suoi custodi, i periti, uno anziano disonesto e cinico ed uno giovane che vorrebbe portare un po' di umanità e di giustizia nel mondo, ma alla fine cederà al ruolo che gli è stato assegnato.Poi come una galassia lontana, a tratti, compare il mondo delle aste, degli appassionati di “oggetti” che non sanno e non vogliono sapere quali drammi si nascondono dietro ciò che comprano, probabilmente sono persone colte, leggono e vanno anche al cinema, ma sono sostanzialmente indifferenti agli sguardi degli altri. Un film che tocca il cuore, che probabilmente non toccherà quello degli appassionati di “oggetti”, o quelli che cercano trame intricate, azione o divertimento. La regista, con il suo film d’esordio, mostra un suo stile e un modo di raccontare minimalista, nel solco della tradizione neo-realista, dove gli sguardi, i silenzi e i piccoli gesti sono i suoi tratti essenziali. Ottima opera prima, bravi gli attori, poco famosi, ben diretti.
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