sickboy
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giovedì 15 settembre 2016
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vento d'estate
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Dopo aver conseguito l'esame di maturità, al diciottenne Marco si presenta l'occasione di una vacanza a San Francisco. Prima di partire, scopre che la stessa opportunità è capitata anche alla sua compagna di scuola Maria. I due partono così per San Francisco, dove saranno ospiti di una coppia di ragazzi gay, per quello che sarà l'inizio di un percorso di cambiamenti e scoperte.
Quando si guarda il trailer di un film, si è portati a pensare che esso abbia lo scopo di fornire soltanto l'incipit, lo spunto, l'impronta, ma poi è necessaria la visione dell'intera pellicola per acquisire altri elementi. Non è il caso de "L'estate addosso", la cui visione del trailer, equivale ad aver già visto il film.
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Dopo aver conseguito l'esame di maturità, al diciottenne Marco si presenta l'occasione di una vacanza a San Francisco. Prima di partire, scopre che la stessa opportunità è capitata anche alla sua compagna di scuola Maria. I due partono così per San Francisco, dove saranno ospiti di una coppia di ragazzi gay, per quello che sarà l'inizio di un percorso di cambiamenti e scoperte.
Quando si guarda il trailer di un film, si è portati a pensare che esso abbia lo scopo di fornire soltanto l'incipit, lo spunto, l'impronta, ma poi è necessaria la visione dell'intera pellicola per acquisire altri elementi. Non è il caso de "L'estate addosso", la cui visione del trailer, equivale ad aver già visto il film. Chi si aspetta di uscire dalla sala cinematografica con un qualcosa in più, resterà a mani vuote, perché il film di Gabriele Muccino è evanescente, come l'estate. Il regista filma il suo "Notte prima degli esami" o milioni di altri titoli che parlano di adolescenza, turbamenti, cambiamenti. Né più, né meno che questo. Con la differenza che altri film dello stesso genere, hanno avuto altro tipo di consistenza. Gli amanti dei sacri cliché, saranno pienamente soddisfatti, perché "L'estate addosso" li offre generosamente: adolescenti in vacanza, spiagge, mare, canzoni di Jovanotti, turbe sessuali, idealismi e improvvisi (quanto improbabili) sentimentalismi sotto i tramonti. Mancano solo chitarra e falò.
Il tutto, alla fine, per esprimere un concetto epocale: ci sono esperienze e ricordi che ti ricorderai per sempre. Originale, vero?
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cescomarches
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giovedì 15 settembre 2016
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respira questa libertà
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L'estate addosso è un film che non delude le aspettative : guardandolo trovi tutto ciò ti aspettavi e avresti voluto trovare. Un viaggio alla scoperta di sé in cui trovano spazio i sentimenti, quelli veri, di felicità, di delusione e di tormento interiore che appartengono a tutti coloro che sono seduti nelle poltrone del cinema : sia chi li ha vissuti e li ricorda con nostalgia, sia chi la propria "estate addosso" non l'ha ancora vissuta ma sente che è ancora in tempo per farlo "prima che il vento si porti via tutto". Una meravigliosa colonna sonora di Jovanotti accompagna interamente il viaggio di questi ragazzi tra "brevi amori infiniti" e "amicizie di una vita" ed è proprio questo quell'elemento evocativo che arricchisce un film che parla dritto al cuore con verità, che fa riflettere e commuovere senza mai (impresa molto ardua dati i temi che dai più potrebbero essere definiti "adolescenziali") cadere nel luogo comune, nel banale o nel già visto.
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L'estate addosso è un film che non delude le aspettative : guardandolo trovi tutto ciò ti aspettavi e avresti voluto trovare. Un viaggio alla scoperta di sé in cui trovano spazio i sentimenti, quelli veri, di felicità, di delusione e di tormento interiore che appartengono a tutti coloro che sono seduti nelle poltrone del cinema : sia chi li ha vissuti e li ricorda con nostalgia, sia chi la propria "estate addosso" non l'ha ancora vissuta ma sente che è ancora in tempo per farlo "prima che il vento si porti via tutto". Una meravigliosa colonna sonora di Jovanotti accompagna interamente il viaggio di questi ragazzi tra "brevi amori infiniti" e "amicizie di una vita" ed è proprio questo quell'elemento evocativo che arricchisce un film che parla dritto al cuore con verità, che fa riflettere e commuovere senza mai (impresa molto ardua dati i temi che dai più potrebbero essere definiti "adolescenziali") cadere nel luogo comune, nel banale o nel già visto...come,del resto, soltanto Gabriele Muccino avrebbe potuto fare.
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flaw54
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lunedì 26 settembre 2016
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film banale ma non disprezzabile
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Muccino torna ai suoi argomenti preferiti, dopo la melensa e inutile parentesi americana. Il film non offre niente di nuovo e si affida a molti stereotipi giovanilistici, ma è ben recitato e dà un ' immagine di freschezza talvolta apiuttosto coinvolgente. Affrettata la parte conclusiva ( l' episodio dii New York poteva anche essere evitato ) . Molto bravi i giovani attori che riescono a creare atmosfera e a rendere accattivante una storia che sa tanto di dejavu. Siamo in attesa di un Muccino che ritorni ai suoi momenti migliori e una certa speranza si può coltivare.
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trollipp
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giovedì 15 settembre 2016
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il carosello di muccino
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C'era Carosello un tempo lontano, ora ci basta Muccino al Cinema day "A partire da mercoledì 14 settembre, in tutti i cinema d'Italia aderenti all'iniziativa Cinema2Day, il costo del biglietto offerto al pubblico sarà pari a 2 euro. L'iniziativa è stata promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Esercenti Multiplex, l’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali e l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, e sarà valida ogni secondo mercoledì del mese. “Cinema2day è un’iniziativa per riavvicinare le persone alla magia della sala” ha dichiarato Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.
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C'era Carosello un tempo lontano, ora ci basta Muccino al Cinema day "A partire da mercoledì 14 settembre, in tutti i cinema d'Italia aderenti all'iniziativa Cinema2Day, il costo del biglietto offerto al pubblico sarà pari a 2 euro. L'iniziativa è stata promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Esercenti Multiplex, l’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali e l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, e sarà valida ogni secondo mercoledì del mese. “Cinema2day è un’iniziativa per riavvicinare le persone alla magia della sala” ha dichiarato Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo."
Non sapevo nulla di questa iniziativa finché non decido di andare al film di Muccino che esce nelle sale in anticipo per partecipare a questa iniziativa.
Io e la mia amica scopriamo tutto ciò al momento di pagare il biglietto, vedendo anche la sala, incredibile per un mercoledì,
affollata.
Poi inizia il film, purtroppo.
Un adolescente seppellisce il suo cane, appena morto, facendo pensieri alati e condivisibili, ha un incidente in motorino e recupera con l'assicurazione i soldi necessari per andarsene a San Francisco, ospite di una coppia formata da due giovani uomini.
Con lui vola verso la stessa meta la più antipatica delle sue compagne di classe, una che lui non ha mai parlato e che, sull'aereo, gli intima di parlare solo inglese perché lei va a San Francisco per migliorare la lingua.
Ed eccoci a San Francisco, la discesa di Sausalito. Ok vediamo il carosello della città, mentre il ragazzo porta a spasso il cane dei padroni di casa, mentre gira in bicicletta e mentre i giorni di permanenza diventano 21 nella felicità di cavalli cavalcati e di ravioli cucinati. Dei due ragazzi americani, presentati il primo giorno come due perfetti lavoratori dalle nove alle diciotto, poi si scopre che uno lavora malvolentieri e l'altro sta a spasso-
In più nel carosello la ragazza algida si scioglie e si spoglia delle sue fisime, grazie a qualche bicchiere di più, si innamora del padrone di casa, lo bacia. Il Carosello prevede che lei baci proprio chi all'inizio aveva definito Frocio.
Quindi fra dialoghi, che nemmeno nei baci perugina si trovano più, "Ti amo, ti voglio felice, siamo felici e simili", il quartetto, tre uomini e una donna, va a Cuba, tanto per mostrarci che a Cuba l'acqua è calda e un bagno si può fare.
Mai stai tanto felici loro, mai stai tanto annoiati noi, per fortuna il film termina, lei va a studiare giurisprudenza e lui non la vede più però, dice lui, ricorderà sempre quell'estate addosso.
Io non so che messaggio abbia voluto dare alle ragazzette che affollavano la sala:"Bevete un buon bicchiere e avrete la felicità" oppure ai ragazzi:" Ricordatevi L'estate addosso" Boh
Non ho trovato una sola idea carina, se non la desolazione di un carosello firmato Muccino, salviamogli la masturbazione, più volte filmata con le immagini che lui ha in testa. Sulla colonna sonora meglio chiudere audio, di musica non so.
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dhany coraucci
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martedì 27 settembre 2016
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l'estate che tutti abbiamo sentito addosso
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Tutti abbiamo nel cuore un'estate felice dove ogni cosa che accade, anche uno sguardo, un'intesa, un imprevisto sembrano fare parte di una bellissima magia. Di solito è irripetibile, perciò ancora più magica nei ricordi. E che sia stata la magia oppure no, prelude a un grosso cambiamento, anche per questo è l'estate più speciale della nostra vita. In tal senso il film per me è molto riuscito. Poi è vero che il protagonista ha diciott'anni e che il film ambisce a raccontare una storia di “formazione”, ma è anche vero che certe esperienze magiche è più facile viverle a diciott'anni che dopo. In fondo, non è affatto banale, i desideri dei ragazzi non si realizzano nonostante la magia e questo dà la misura di una certa profondità non scontata che è anche la prima lezione che impartisce la vita.
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Tutti abbiamo nel cuore un'estate felice dove ogni cosa che accade, anche uno sguardo, un'intesa, un imprevisto sembrano fare parte di una bellissima magia. Di solito è irripetibile, perciò ancora più magica nei ricordi. E che sia stata la magia oppure no, prelude a un grosso cambiamento, anche per questo è l'estate più speciale della nostra vita. In tal senso il film per me è molto riuscito. Poi è vero che il protagonista ha diciott'anni e che il film ambisce a raccontare una storia di “formazione”, ma è anche vero che certe esperienze magiche è più facile viverle a diciott'anni che dopo. In fondo, non è affatto banale, i desideri dei ragazzi non si realizzano nonostante la magia e questo dà la misura di una certa profondità non scontata che è anche la prima lezione che impartisce la vita. Ammetto che la ragazza di cui si innamora il protagonista ha una metamorfosi un po' affrettata durante questa estate, ma bisogna tenere conto che è osservata con gli occhi di un innamorato: il cuore enfatizza, altera, esagera, come una lenta d'ingrandimento, non è mai imparziale, soprattutto se lo fa per la prima volta. Ci sono delle “imperfezioni” che non sono solo quelle in cui si insinua la felicità, come il padroneggiare così abilmente da parte dei ragazzi italiani la lingua inglese (il film ha molti....sottotitoli): noi non siamo così bravi a parlarlo, per di più usciti da un liceo, anche se “internazionale”. E certe scene sono davvero melodrammatiche, ma è proprio questo il bello di Muccino, la sua mancanza di freni che assomiglia un po' a un Douglas Sirk dei nostri giorni.
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flyanto
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giovedì 15 settembre 2016
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l'estate del cambiamento
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Gabriele Muccino ritorna in questi giorni nelle sale cinematografiche con il suo ultimo film intitolato "L'Estate Addosso", una storia di adolescenti e del loro viaggio estivo in California verso la maturità vera e e propria. I protagonisti sono due compagni di liceo che non si sono troppo simpatici e che, loro malgrado, devono invece condividere il viaggio nonchè alcuni giorni di soggiorno come ospiti nella casa di due ragazzi americani in quanto un loro amico comune, che già studia negli Stati Uniti presso l'Università di Palo Alto, li ha assemblati senza tenere affatto conto della loro poca e reciproca incompatibilità di carattere. Il protagonista, Marco, è un ragazzo ancora un poco sognatore, ingenuo e parecchio indeciso sul proprio futuro, la ragazza, Maria, sembrerebbe avere le idee più chiare, è un po' troppo "rigida" nel suo modo di pensare e per questo motivo si scontra continuamente con il primo.
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Gabriele Muccino ritorna in questi giorni nelle sale cinematografiche con il suo ultimo film intitolato "L'Estate Addosso", una storia di adolescenti e del loro viaggio estivo in California verso la maturità vera e e propria. I protagonisti sono due compagni di liceo che non si sono troppo simpatici e che, loro malgrado, devono invece condividere il viaggio nonchè alcuni giorni di soggiorno come ospiti nella casa di due ragazzi americani in quanto un loro amico comune, che già studia negli Stati Uniti presso l'Università di Palo Alto, li ha assemblati senza tenere affatto conto della loro poca e reciproca incompatibilità di carattere. Il protagonista, Marco, è un ragazzo ancora un poco sognatore, ingenuo e parecchio indeciso sul proprio futuro, la ragazza, Maria, sembrerebbe avere le idee più chiare, è un po' troppo "rigida" nel suo modo di pensare e per questo motivo si scontra continuamente con il primo. Una volta giunti a S. Francisco ed accolti dai due ragazzi statunitensi (che si scoprirà poi essere una coppia gay), essi, dopo i primi dubbi e timori, cominciano giorno per giorno ad ambientarsi ed a godere della reciproca compagnia, trascorrendo le giornate nella maniera più spensierata possibile. Il loro viaggio li porterà addirittura a trascorrere anche un breve soggiorno a Cuba dal quale poi partiranno alal volta di New York, sino al rientro definitivo in Italia, a Roma dalle proprie reciproche famiglie. Ma proprio questa indimenticabile, e soprattutto nuova per loro, vacanza americana li trasformerà, maturandoli per sempre e facendoli entrambi ricredere su certe loro convinzioni ed incertezze riguardanti la propria persona e i propri reali desideri....
Con "L'Estate Addosso" Gabriele Muccino ritorna, ed aggiungo finalmente, ai suoi usuali temi concernenti i rapporti sentimentali tralasciando quelli a lui meno consoni, e più confacenti al mercato statunitense, e costruiti con storie tutte "edulcorate" nel loro svolgersi e con, ovviamente, l'happy ending assicurato. Qui egli, appunto, analizza nuovamente ed in maniera quanto mai profonda e realistica le dinamiche che si sviluppano tra gli individui nel corso delle varie età della loro esistenza, nello specifico quella dei ragazzi appena diplomati alla Maturità e pertanto, come già aveva fatto nel suo primissimo "Come Te Nessuno Mai", quella fascia di età immediatamente precedente a quelle conseguenti più adulte e con relazioni più impegnative. I due protagonisti di quest'ultima opera sono infatti due giovani ancora piuttosto ingenui in campo sentimentale e soprattutto sessuale: entrambi alle loro prime esperienze e scoperte che gestiscono in maniera alquanto goffa ed impulsiva ma quanto mai naturale e vera data la loro giovanissima età.
Insomma, nel complesso, con questa pellicola Muccino ha centrato in pieno il bersaglio, riuscendo in definitiva a creare un'opera che risulta piacevole a vedersi ed anche, allo stesso tempo, un poco nostalgica, soprattutto per coloro che ormai non appartengono più a quella fascia d'età spensierata. Azzeccata, inoltre, risulta la scelta di tutti i protagonisti che sono giovani, carini e spontanei come, del resto, deve essere la loro età.
Consigliabile.
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essegi98
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domenica 18 settembre 2016
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muccino...potevi fare di più...
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Estate... Mi manchi... Gabriele Muccino ha diretto una pellicola con storia semplice e con dei personaggi interessanti ma che non ti colpiscono appieno. Un adolescente seppellisce il suo cane, appena morto, facendo pensieri alati e condivisibili, ha un incidente in motorino e recupera con l'assicurazione i soldi necessari per andarsene a San Francisco, ospite di una coppia formata da due giovani uomini. Con lui vola verso la stessa meta la più antipatica delle sue compagne di classe, una con cui lui non ha mai parlato e che, sull'aereo, gli intima di parlare solo inglese perché lei va a San Francisco per migliorare la lingua.
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Estate... Mi manchi... Gabriele Muccino ha diretto una pellicola con storia semplice e con dei personaggi interessanti ma che non ti colpiscono appieno. Un adolescente seppellisce il suo cane, appena morto, facendo pensieri alati e condivisibili, ha un incidente in motorino e recupera con l'assicurazione i soldi necessari per andarsene a San Francisco, ospite di una coppia formata da due giovani uomini. Con lui vola verso la stessa meta la più antipatica delle sue compagne di classe, una con cui lui non ha mai parlato e che, sull'aereo, gli intima di parlare solo inglese perché lei va a San Francisco per migliorare la lingua. Ed eccoci a San Francisco, la discesa di Sausalito. vediamo il carosello della città, mentre il ragazzo porta a spasso il cane dei padroni di casa, mentre gira in bicicletta e mentre i giorni di permanenza diventano 21 nella felicità di cavalli cavalcati e di ravioli cucinati. I due ragazzi americani, presentati il primo giorno come due perfetti lavoratori dalle nove alle diciotto, si scopre poi che uno lavora malvolentieri e l'altro sta a spasso. In più nel carosello la ragazza algida si scioglie e si spoglia delle sue fisime, grazie a qualche bicchiere di troppo, si innamora del padrone di casa, lo bacia. Il Carosello prevede che lei baci proprio chi all'inizio aveva definito Frocio. Quindi fra dialoghi, che nemmeno nei baci perugina si trovano più, "Ti amo, ti voglio felice, siamo felici e simili", il quartetto, tre uomini e una donna, va a Cuba, tanto per mostrarci che a Cuba l'acqua è calda e un bagno si può fare. Mai stai tanto felici loro, mai stai tanto annoiati noi, per fortuna il film termina, lei va a studiare giurisprudenza e lui non la vede più però, dice lui, ricorderà sempre quell'estate addosso.
Le musiche di Giovanotti... Non sono un fanatico delle sue canzoni ma possibile che mi fate un intero marketing sulla sua musica portante del film e invece me la fate sentire quasi alla fine della pellicola e nei titoli di coda; è come se io acquisto un film con due DVD, lo apro e trovo solo un DVD ed è questo quello che è successo in questa estate addosso. Nel montaggio non ho riscontrato grossi problemi, il film è montato bene, però se c'è una cosa su cui devo proprio far leva è la scenografia del film che certe volte viene rovinata da dei filtri di luce troppo invasivi e che non ti fanno godere dei bellissimi paesaggi di San Francisco e New Orleans. Poi nel film ci sono alcuni dettagli che si potevano benissimo sistemare in post produzione, uno dei ragazzi quando è in spiaggia tira fuori una macchina fotografica e qui nulla di male, il problema è che quella macchina è recentissima e non credo che negli anni 90 esistevano modelli simili. Queste sono piccole cose che non vanno a incidere nella visione del film. Comunque il messaggio del film è molto chiaro e ne consiglio la visione per farsi delle risate con gli amici. Voto: 6
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lunedì 26 settembre 2016
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coerente incoerenza
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Muccino, abbandonate le angosce esistenziali della sua produzione americana, torna su temi che a lui sono senza dubbio congegnali. Torna con un film un po' ruffiano e un po' troppo costruito, dove non vengono lesinati luoghi topici di certa filmografia "giovanilista", ma ha il merito di una notevole freschezza e di lodevole leggerezza narrativa.
Veramente nel primo quadro il protagonista diciottenne si immagina su un tavolo di obitorio; ma, oltre che una citazione di se stesso, è solo un piccolo espediente per dare una nota aspra ad una materia che spesso confina con problemi glicemici. Si, ok, lo sappiamo: diciotto anni vengono una volta sola nella vita e se a diciotto anni non sei stato a San Francisco (mica a Centocelle: dico San Francisco), ospite di una simpatica coppia di bei ragazzoni americani, o non hai scorazzato per Cuba (dico Cuba, mica Scampia) su una Chevrolet bianca e amaranto anni '50, allora hai perso l'occasione della tua vita ed è meglio che ti spari subito.
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Muccino, abbandonate le angosce esistenziali della sua produzione americana, torna su temi che a lui sono senza dubbio congegnali. Torna con un film un po' ruffiano e un po' troppo costruito, dove non vengono lesinati luoghi topici di certa filmografia "giovanilista", ma ha il merito di una notevole freschezza e di lodevole leggerezza narrativa.
Veramente nel primo quadro il protagonista diciottenne si immagina su un tavolo di obitorio; ma, oltre che una citazione di se stesso, è solo un piccolo espediente per dare una nota aspra ad una materia che spesso confina con problemi glicemici. Si, ok, lo sappiamo: diciotto anni vengono una volta sola nella vita e se a diciotto anni non sei stato a San Francisco (mica a Centocelle: dico San Francisco), ospite di una simpatica coppia di bei ragazzoni americani, o non hai scorazzato per Cuba (dico Cuba, mica Scampia) su una Chevrolet bianca e amaranto anni '50, allora hai perso l'occasione della tua vita ed è meglio che ti spari subito.
Ma un film va giudicato, oltre che per la storia in sè, che non brilla per originalità, anche per la tecnica narrativa e per la coerenza stilistica. E qui Muccino va forte. Ci sa fare. Padroneggia la cinepresa con mano felice, dirige un cast azzeccato e bravo, e da il giusto contesto filmico ad un corredo di immagini azzeccate e ben calibrate (meno National Geographic, però, la prossima volta, eh?).
Noi che siamo dei vecchi rompiscatole sommessamente ricordiamo che il vecchio Bertolucci pochi anni fa ha fatto il medesimo film, tratto da un romanzo di Ammanniti, ma confinato in una tetra cantina sotterranea e senza dover evocare locations a metà tra un soggiorno erasmus e un villaggio vacanze. Ecco: preferiamo quest'ultimo.
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maurizio meres
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giovedì 15 settembre 2016
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la bella e problematica gioventù
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Discreto film in cui Muccino in cento minuti raccoglie le sensazioni,speranze e soprattutto voglia di vivere di quattro giovani,il quadro che crea,porta due giovani Romani di una Roma bene ma tranquilla e discreta,nel viaggio del dopo maturità considerato il sogno che si avvera negli Stati Uniti,lei bella,bigotta e irrazionale e se vogliamo timorosa,lui insicuro alla ricerca di una identità esistenziale,li vedrà convivere per un mese con una coppia di gay e sarà la scintilla della loro maturità personale,attraverso una libertà mentale a loro sconosciuta.
Muccino ritorna con una commedia,evidenziando problematiche esistenziali dei giovani così come lui li vede,attraverso la ricerca dell'essere,repressione e tabù che in due giovani si portano come bagaglio nel viaggio.
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Discreto film in cui Muccino in cento minuti raccoglie le sensazioni,speranze e soprattutto voglia di vivere di quattro giovani,il quadro che crea,porta due giovani Romani di una Roma bene ma tranquilla e discreta,nel viaggio del dopo maturità considerato il sogno che si avvera negli Stati Uniti,lei bella,bigotta e irrazionale e se vogliamo timorosa,lui insicuro alla ricerca di una identità esistenziale,li vedrà convivere per un mese con una coppia di gay e sarà la scintilla della loro maturità personale,attraverso una libertà mentale a loro sconosciuta.
Muccino ritorna con una commedia,evidenziando problematiche esistenziali dei giovani così come lui li vede,attraverso la ricerca dell'essere,repressione e tabù che in due giovani si portano come bagaglio nel viaggio.
Ambientazione perfetta in una San Francisco libera mentalmente,dove qualsiasi giovane riuscirebbe ad aprirsi e togliersi ogni pregiudizio.
Attori tutti e quattro bravissimi riescono ad interpretare i loro personaggi nel migliore dei modi,con la loro gioventù in alcuni tratti del film sono se stessi.
La sceneggiatura non è da sottovalutare,anche se quella realtà non fa parte di tutti noi,ma in tutti noi anche un piccolo viaggio da adolescenti è diventato il sogno irripetibile e indimenticabile della vita,sicuramente immedesimarsi nel film diventa un proprio sentimento che non conosce ceti sociali,e luoghi.
Film scorrevole dialogato con sottotitoli intelligenti per dare maggior peso alla mentalità aperta dei due Americani e danno maggior risalto ai due Romani con cadenze dialettali e modi di esprimersi di uso comune nella nostra realtà.
Personalmente preferisco il Muccino di altri film.
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cesare
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sabato 28 ottobre 2017
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un banale romanzo di formazione venuto male
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Nel tentativo di dare un senso al film, Muccino ricorre agli stereotipi giovanili: l’avventura in US, San Francisco sempre stupenda, l’apertura mentale americana, le balene indimenticabili, New York mozzafiato, l’Italia della “bella vita”, della buona cucina, gli italiani che litigano e urlano e gli statunitensi repressi nell’urlare in cima a una collina in mezzo alla nebbia ma liberi nel dichiararsi gay nella città, l’“easy living”, la ragazza-suora-stronza-che-si-redime-a-letto, il ragazzo-cinico-esistenzialista-senza possibilità-di-riscatto, l’imperfezione-perfetta, il rimarremo-sempre-amici e così via.
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Nel tentativo di dare un senso al film, Muccino ricorre agli stereotipi giovanili: l’avventura in US, San Francisco sempre stupenda, l’apertura mentale americana, le balene indimenticabili, New York mozzafiato, l’Italia della “bella vita”, della buona cucina, gli italiani che litigano e urlano e gli statunitensi repressi nell’urlare in cima a una collina in mezzo alla nebbia ma liberi nel dichiararsi gay nella città, l’“easy living”, la ragazza-suora-stronza-che-si-redime-a-letto, il ragazzo-cinico-esistenzialista-senza possibilità-di-riscatto, l’imperfezione-perfetta, il rimarremo-sempre-amici e così via.
Una accozzaglia di luoghi comuni, aggravata dalla scelta ridicola di far dialogare i due ragazzi italiani in inglese, con tanto di didascalie, con il risultato di allontanare lo spettatore e infastidirlo: se conosce l’inglese perché costretto a non vedere, se non lo conosce perché costretto a leggere.
Un banale “romanzo di formazione” venuto male.
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