marionitti
|
mercoledì 22 febbraio 2017
|
mostrare semplicemente a volte è spietato
|
|
|
|
Trovo che il film sia ben riassunto da una scena, quella in cui Ella, la giovane testimone di Geova protagonista del racconto, è interrogata dagli anziani: gli anziani sono gentili, misurati, non urlano, ma chiedono, indagano, vogliono sapere cosa ha fatto con il ragazzo del mondo, “Libero”. Lo ha baciato, con la lingua, ha avuto con lui rapporti sessuali, anche orali, si è fatta toccare nelle parti intime, se è stata masturbata. Ad ogni domanda Ella si accartoccia sempre più su se stessa, ma l’interrogatorio deve andare avanti, nell’interesse della verità e alla fine, nell’interesse della giustizia, lei è condannata ad una dura penitenza senza che una parola di comprensione sia pronunciata.
[+]
Trovo che il film sia ben riassunto da una scena, quella in cui Ella, la giovane testimone di Geova protagonista del racconto, è interrogata dagli anziani: gli anziani sono gentili, misurati, non urlano, ma chiedono, indagano, vogliono sapere cosa ha fatto con il ragazzo del mondo, “Libero”. Lo ha baciato, con la lingua, ha avuto con lui rapporti sessuali, anche orali, si è fatta toccare nelle parti intime, se è stata masturbata. Ad ogni domanda Ella si accartoccia sempre più su se stessa, ma l’interrogatorio deve andare avanti, nell’interesse della verità e alla fine, nell’interesse della giustizia, lei è condannata ad una dura penitenza senza che una parola di comprensione sia pronunciata. Negli anziani non c’è durezza, non c’è cattiveria, ma quello che fanno proprio per questo emerge in tutta la sua violenza disumana e disumanizzante; la legge prima dell’uomo. Per contro l’ultima scena, in cui un’altra ragazza “disassociata” la vede, semplicemente dice: “è una mia amica” e, senza nulla chiedere, la prende con sé, è una lezione di cosa sono l’amore e la misericordia di cui dovrebbe parlare la religione che vale più di mille trattati di teologia.
Un ottimo film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marionitti »
[ - ] lascia un commento a marionitti »
|
|
d'accordo? |
|
nalipa
|
giovedì 9 marzo 2017
|
la difficoltà di trovare ....
|
|
|
|
Il coraggio....
Bel film su un tema delicato mai approfondito ma molto criticato.
La storia di GIulia che per nascita si trova in una famiglia di testimoni di Geova e che ad un certo momento della vita si innamora di un ragazzo (del mondo) non appartenente al suo credo e' raccontata molto bene.
La vicenda e' resa perfettamente e il film molto curato, per nulla scontato. Alcune sequenze da antologia:
- l'interrogatorio da parte degli anziani alla ragazza (la sorellina avendola sorpresa con il ragazzo (del mondo) la denuncia e di conseguenza occorre un'indagine per stabilire se potra' ancora rimanere nel gruppo...
Fortissime le scene inerenti.
[+]
Il coraggio....
Bel film su un tema delicato mai approfondito ma molto criticato.
La storia di GIulia che per nascita si trova in una famiglia di testimoni di Geova e che ad un certo momento della vita si innamora di un ragazzo (del mondo) non appartenente al suo credo e' raccontata molto bene.
La vicenda e' resa perfettamente e il film molto curato, per nulla scontato. Alcune sequenze da antologia:
- l'interrogatorio da parte degli anziani alla ragazza (la sorellina avendola sorpresa con il ragazzo (del mondo) la denuncia e di conseguenza occorre un'indagine per stabilire se potra' ancora rimanere nel gruppo...
Fortissime le scene inerenti.
- dopo molte vicissitudini la ragazza che ha lasciato tutto per vivere con il ragazzo (del mondo) realizza di non amarlo piu ma, pur con grande sofferenza capisce che deve continuare la sua vita (nel mondo) e che cio' che ha vissuto l'ha portata a capirlo definitivamente.
Molto interessante!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nalipa »
[ - ] lascia un commento a nalipa »
|
|
d'accordo? |
|
valterchiappa
|
martedì 6 giugno 2017
|
uscire dalla gabbia
|
|
|
|
Cosa sono le gabbie? Sbarre che costringono. O che proteggono. Come un sommozzatore che si immerga in un mare infestato da squali, dice in una battuta la protagonista di “La ragazza del mondo”. Di quante gabbie abbiamo bisogno, quanto ci salvano o quanto invece ci uccidono: questo è il tema portante del film di Marco Danieli. E, nel raccontare il percorso di crescita di una giovane ragazza, sceglie quelle più anguste e soffocanti: l’ossessione religiosa e l’amore.
Giulia (Sara Serraiocco) è una testimone di Geova. La famiglia fondamentalista e la comunità le costruiscono attorno un guscio che la dovrebbe tutelare dei pericoli del mondo.
[+]
Cosa sono le gabbie? Sbarre che costringono. O che proteggono. Come un sommozzatore che si immerga in un mare infestato da squali, dice in una battuta la protagonista di “La ragazza del mondo”. Di quante gabbie abbiamo bisogno, quanto ci salvano o quanto invece ci uccidono: questo è il tema portante del film di Marco Danieli. E, nel raccontare il percorso di crescita di una giovane ragazza, sceglie quelle più anguste e soffocanti: l’ossessione religiosa e l’amore.
Giulia (Sara Serraiocco) è una testimone di Geova. La famiglia fondamentalista e la comunità le costruiscono attorno un guscio che la dovrebbe tutelare dei pericoli del mondo. Le sono inibiti gli studi avanzati, come ogni forma di affermazione personale e, ovviamente, l’amore. La vita è chiusa fra doveri castranti: la scuola, un lavoro modesto, la pratica religiosa, compresa la famosa predicazione porta a porta. La gabbia ti vuole piccolo per contenerti. Ma Giulia ci sta stretta, ha intelligenza, talento. Il caldo conforto del nido sicuro è una subdola tentazione, un richiamo che può diventare irresistibile. Ma per Giulia no: dietro l’aspetto dimesso, il viso senza trucco, la chioma raccolta in una treccia, sotto gli abiti virginali nasconde una determinazione incrollabile e una forza sovrumana. Cerca una via di fuga prima attraverso lo studio in cui eccelle, stimolata dalla professoressa di matematica (Lucia Mascino), ma anch’essa è solo un’altra persona che le dice cosa deve fare. Finché non incontra Libero (Michele Riondino), un ragazzo difficile, ex spacciatore, che prima tenta di redimere e a cui poi si abbandona anima e, finalmente, corpo. Il suo gesto la porta all’estromissione dalla comunità e ad umiliazioni che sopporta con sofferenza e stoicismo al medesimo tempo. Ma resiste, e si butta nelle braccia di quel ragazzo irruento; lo fa con determinazione: è lei che bacia sempre per prima, sa placarne i bollori nonostante l’inesperienza, per aiutarlo imbocca senza esitazione strade pericolose. Ha pensato di trovare nella sregolatezza del suo uomo la strada verso la libertà; ma l’amore si rivela solo un’altra prigione, altrettanto angusta, altrettanto soffocante. Per crescere Giulia dovrà fare ancora un altro passo.
La descrizione crudamente realistica della comunità dei Testimoni di Geova, basata su una forte opera preliminare di documentazione, fa pensare ai più che “La ragazza del mondo” sia un film sul fanatismo religioso, con accenti di forte critica. Invece Marco Danieli non esprime alcun giudizio. Lo fa lo spettatore, assistendo a situazioni, meticolosamente descritte, che non possono non provocare ripugnanza. Ma per Danieli Geova è solo uno dei possibili despoti, così come lo è la famiglia, così come lo diventa Libero. “La ragazza del mondo” racconta piuttosto una crescita che si concretizza nella conquista della libertà, percorso faticoso e necessario per chi non vuole rinunciare alla propria identità.
“La ragazza del mondo”è un bel film che non diventa ottimo per alcuni vuoti della sceneggiatura: le dinamiche evolvono per scatti bruschi, troppo tarda e repentina la definitiva presa di coscienza di Giulia, poco lavorato il personaggio di Libero. Per contro solida è l’architettura, basata sulla precisa funzione affidata ai personaggi chiave, tappe di un cammino che è salvifico, ma doloroso come una Via Crucis.
Poderosa l’interpretazione dei due giovani protagonisti; ma se Michele Riondino è limitato da un personaggio stereotipato, Sara Serraiocco è abilissima nel lavorare con il linguaggio minimale consentito al suo personaggio e ne svela la forza con lampi che balenano repentini da uno sguardo che deve mantenersi dimesso o con impercettibili contratture della muscolatura di un volto abituato ad apparire contrito.
Giulia si libera ed esce. Ma Marco Danieli nell’astenersi dal giudizio non indica una via preferenziale. A noi la scelta. Se chiuderci nel sicuro riparo di una gabbia o se, come Giulia, uscire verso l’aria e diventare cittadini del mondo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a valterchiappa »
[ - ] lascia un commento a valterchiappa »
|
|
d'accordo? |
|
csf0137
|
giovedì 20 luglio 2017
|
soporifero come un corto inutilmente allungato
|
|
|
|
peccato perché il tema sarebbe stato intrigante se non fosse stato sviluppato in maniera approssimativa e superficiale.
Il regista Marco Danieli tutor al centro sprimentale di cinematografia dopo una vita passata a fare corti, alcuni interessanti altri così così, ha voluto fare anche la sceneggiatura che forse era meglio se dava in deroga a qualcun altro. La produzione a saltelli (dato che stranamente i contributi statali non sono bastati e che il primo produttore è fallito c'è voluto un produttore terzo) ha stranamente gratificato attori "esordienti" come la Serraiocco che per quanto brava a certe raffinatezze espressive non arriva (rimarchevole la tristissima interpretazione involontariametne comica della risata isterica alla fine del film quando LIbero annuncia alla imbalsamata Giulia di voler aprire un negozio di animali esotici.
[+]
peccato perché il tema sarebbe stato intrigante se non fosse stato sviluppato in maniera approssimativa e superficiale.
Il regista Marco Danieli tutor al centro sprimentale di cinematografia dopo una vita passata a fare corti, alcuni interessanti altri così così, ha voluto fare anche la sceneggiatura che forse era meglio se dava in deroga a qualcun altro. La produzione a saltelli (dato che stranamente i contributi statali non sono bastati e che il primo produttore è fallito c'è voluto un produttore terzo) ha stranamente gratificato attori "esordienti" come la Serraiocco che per quanto brava a certe raffinatezze espressive non arriva (rimarchevole la tristissima interpretazione involontariametne comica della risata isterica alla fine del film quando LIbero annuncia alla imbalsamata Giulia di voler aprire un negozio di animali esotici.. o le espressioni da "chi mi ci ha messo qui? che ore sono che devo andare a preparare il polpettone?" della stessa giulia durante lo spaccio di cocaina tramite la rivista La Torre di Guardia). Riondino fa del suo meglio come sempre e Marco Leonardi che per altro è un attore capace viene messo un po' di sottecchi quando il personaggio del padre di Giulia avrebbe meritato un maggiore sviluppo nella storia. Visione bonaria della setta di fanatici studenti biblici che appaiono quasi normali nel loro incedere terreno nonostante siano soliti far crepare i propri figli negando loro le trasfusioni di sangue (fatto rilevante ma nemmeno menzionato nel film !?) , fare il lavaggio del cervello alle mogli per cercare di portare nella setta anche i mariti e i figli, inculcare nelle menti dei genitori idee del tipo "è meglio avere un figlio morto piuttosto di uno che esca dalla congregazione" .. ma non si può pretendere troppo da un film. (non si può pretendere troppo da un film? .. mi faccio anch'io la domanda, è anche vero però che quando vedo un film di Tarkovskij [uno qualunque] e uno [l'unico] di Danieli, iddio mi perdoni per averli accumunati nella stessa frase, mi vengono spontanee le due dicotomiche lapalissiane [almeno per me] risposte). Il film comunque è -guardabile-ma nulla più. Ogni tanto sfocia involontariamente nella commedia, genere odiato dal regista il quale prospetta la tragedia come ars magna artis scordando che negli ultimi tempi nel nostro paese si sono fatte anche delle belle commedie tipo "lo chiamavano Jeeg Robot" di Gabriele Mainetti (regista imho di altro livello) con uno strepitoso villain interpretato dal germanico Luca Marinelli. Evidentemente il padre spirituale onomatopeico di Danieli (Daniele ma questa volta Lucchetti) non sembra avergli passato l'amore per il grottesto di classe ma purtroppo solo il suo prematuro declino cinematografico dal film "piccoli maestri" (non compreso) in avanti.. e qui chiudo perché vorrei aggiungere altre critiche ma ho finito la voglia a disposizione, peccato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a csf0137 »
[ - ] lascia un commento a csf0137 »
|
|
d'accordo? |
|
dede
|
venerdì 28 luglio 2017
|
siamo usciti prima della fine
|
|
|
|
Come scritto nel titolo, siamo usciti prima della fine. Attratti dal tema proposto, nuovo nel suo genere, siamo andati con le migliori intenzioni. Banale la classica storia di sempre della brava ragazza studiosa e di buona famiglia che si innamora, scandalizzando il parentame, del ragazzaccio con un passato "di strada", un pò "Tre metri sopra il cielo" e via dicendo. Dialoghi surreali e finti da soap opera italiana, l'unica cosa ad alzare un pò il livello recitativo è Michele Riondino, sempre bravo. Bella anche la fotografia. Peccato perchè la tematica prometteva molto bene.
|
|
[+] lascia un commento a dede »
[ - ] lascia un commento a dede »
|
|
d'accordo? |
|
ennio
|
lunedì 26 febbraio 2018
|
un film contro le minoranze silenziose
|
|
|
|
I due protagonisti mi sono piaciuti. La loro storia, pur abbastanza banale, è piacevole da seguire. Tre stelle le meritava.
Quello che colpisce di più, in questo film, è che tutti i modelli presi per rapprersentare la realtà (il ragazzo bello e irrequieto, la ragazza timida, il boss spacciatore, le mamme apprensive ecc) sono chiaramente riconoscibili e stereotipati, nel senso buono e "ovvio" della cosa. L'unico salto notevole di tensione narrativa si ha nella rappresentazione dei testimoni di Geova. Ora io non ho mai avuto a che fare con questa organizzazione, non sono certo un fan della religione, ma so che è una piccola comunità, una ristretta minoranza di persone.
[+]
I due protagonisti mi sono piaciuti. La loro storia, pur abbastanza banale, è piacevole da seguire. Tre stelle le meritava.
Quello che colpisce di più, in questo film, è che tutti i modelli presi per rapprersentare la realtà (il ragazzo bello e irrequieto, la ragazza timida, il boss spacciatore, le mamme apprensive ecc) sono chiaramente riconoscibili e stereotipati, nel senso buono e "ovvio" della cosa. L'unico salto notevole di tensione narrativa si ha nella rappresentazione dei testimoni di Geova. Ora io non ho mai avuto a che fare con questa organizzazione, non sono certo un fan della religione, ma so che è una piccola comunità, una ristretta minoranza di persone. Che in questo film vengono rappresentate come dei mostri, nell'unica scena veramente notevole che è quella della "confessione" della ragazza davanti ai maggiorenti della chiesa. Sembra di vedere un documentario su Scientology, angosciante.
Davvero in una società come la nostra dominata dal laicismo, dalle libertà sociali e religiose, era necessario, per imbastire una storia, tirare in ballo una piccola comunità addossandole quasi un marchio del demonio? Non mi sembra una scelta nè coraggiosa nè opportuna. E' molto facile sparare su chi non può difendersi. In fondo, non è molto diverso da ciò che facevano, con altre modalità, i nazionalsocialisti a certe minoranze in Germania. Demonizzarli come fonte del male assoluto.
[-]
[+] 'l'oppio dei popoli.
(di bergat)
[ - ] 'l'oppio dei popoli.
|
|
[+] lascia un commento a ennio »
[ - ] lascia un commento a ennio »
|
|
d'accordo? |
|
bergat
|
domenica 24 giugno 2018
|
la narrazione degli stupido-facenti
|
|
|
|
La religione nelle sue forme più agnostiche, l'integralismo musulmano e anche cattolico, sono un male infinito, come lo è anche la malavita e la droga. Una ragazza suo malgrado si ritrova all'interno di un mondo di ignoranza fatto di dogmi e regole basate su conecetti religiosi, su cose mai provate. E basterebbe un po' di intelligenza per capire che religione non vuol dire credere in Dio, perchè più ci si addentra nella religione e nelle sue forme più esasperate, e più si trova la dimostrazione che Dio è un concetto che non ha niente a che vedere con cio' che ci insegna la religione. Questa ragazza quindi si trova anche in funzione di in amore che sboccia, a mettere in discussione la propria fede e a finire di collidere con il mondo del malaffare, ma riesce a svincolarsi dalle proprie sovrastruttire e a trovare la propria strada.
[+]
La religione nelle sue forme più agnostiche, l'integralismo musulmano e anche cattolico, sono un male infinito, come lo è anche la malavita e la droga. Una ragazza suo malgrado si ritrova all'interno di un mondo di ignoranza fatto di dogmi e regole basate su conecetti religiosi, su cose mai provate. E basterebbe un po' di intelligenza per capire che religione non vuol dire credere in Dio, perchè più ci si addentra nella religione e nelle sue forme più esasperate, e più si trova la dimostrazione che Dio è un concetto che non ha niente a che vedere con cio' che ci insegna la religione. Questa ragazza quindi si trova anche in funzione di in amore che sboccia, a mettere in discussione la propria fede e a finire di collidere con il mondo del malaffare, ma riesce a svincolarsi dalle proprie sovrastruttire e a trovare la propria strada.
Il fim è elegantemente esposto, ma è un pugno nell'occhio, alla religione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bergat »
[ - ] lascia un commento a bergat »
|
|
d'accordo? |
|
vepra81
|
domenica 9 settembre 2018
|
se è così meglio nel mondo
|
|
|
|
Inizio a vedere questo film per capire meglio le regole e la filosofia dei testimoni di Geova. Una visione distorta della mondo del cristinesimo che non convidivo. Qui però devo recensiere un film e non fare religione. Ci sono tante frasi che sono contradditorie. L'esempio è del dentista che per essere tale ha dovuto studiare. Se il mondo fosse tutto dei testimoni non ci sarebbero figure professionali. Nella seconda parte si entra più nella vita sociale di una ragazza di 19 anni. Anche qui come fai ad avere 19 anni in estate e fare ancora le superiori? In questa parte mi giudico i genitori che nell'aver chiuso sua figlia dal mondo per una vita hanno ottenuto totalmente l'opposto.
[+]
Inizio a vedere questo film per capire meglio le regole e la filosofia dei testimoni di Geova. Una visione distorta della mondo del cristinesimo che non convidivo. Qui però devo recensiere un film e non fare religione. Ci sono tante frasi che sono contradditorie. L'esempio è del dentista che per essere tale ha dovuto studiare. Se il mondo fosse tutto dei testimoni non ci sarebbero figure professionali. Nella seconda parte si entra più nella vita sociale di una ragazza di 19 anni. Anche qui come fai ad avere 19 anni in estate e fare ancora le superiori? In questa parte mi giudico i genitori che nell'aver chiuso sua figlia dal mondo per una vita hanno ottenuto totalmente l'opposto. Io avrei avuto maggiore polso nel non far frequentare a mia figlia soggetti pericolosi e con problemi sociali. Ma questo è un altor discorso. Film davvero bello in quanto mi ha fatto vivere in ogni personaggio. Lui migliore attore? Meglio lei come migliore attrice.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vepra81 »
[ - ] lascia un commento a vepra81 »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
lunedì 14 novembre 2016
|
un mondo fortemente condizionante
|
|
|
|
"La Ragazza del Mondo" è la giovane diciannovenne protagonista del film che insieme alla sua famiglia fa parte della comunità dei Testimoni di Geova. Ella, molto brava a scuola e con un futuro promettente all'Università, decide di non proseguire a studiare dopo il diploma e di impiegarsi, invece, negli uffici della falegnameria dove lavora il padre e di dedicarsi completamente alla predicazione della propria dottrina, andando di casa in casa. Nel corso di una di queste "visite" a domicilio, ella conosce il figlio di una donna seguace la dottrina di Geova e, poichè questi è appena uscito dal carcere per spaccio di droga ed in cerca di lavoro, decide di proporlo come operaio nella suddetta falegnameria.
[+]
"La Ragazza del Mondo" è la giovane diciannovenne protagonista del film che insieme alla sua famiglia fa parte della comunità dei Testimoni di Geova. Ella, molto brava a scuola e con un futuro promettente all'Università, decide di non proseguire a studiare dopo il diploma e di impiegarsi, invece, negli uffici della falegnameria dove lavora il padre e di dedicarsi completamente alla predicazione della propria dottrina, andando di casa in casa. Nel corso di una di queste "visite" a domicilio, ella conosce il figlio di una donna seguace la dottrina di Geova e, poichè questi è appena uscito dal carcere per spaccio di droga ed in cerca di lavoro, decide di proporlo come operaio nella suddetta falegnameria. Il giovane viene assunto e nel corso delle giornate lavorative piano piano approfondisce la conoscenza con la protagonista finchè i due si innamorano. Ma poichè la dottrina e le sue ferree regole non permettono alla ragazza di frequentare sentimentalmente individui che non appartengono alla comunità, essi portano avanti la loro relazione clandestinamente finchè non vengono scoperti e la giovane, poichè non intenzionata a lasciare il suo innamorato,addirittura cacciata di conseguenza dalla stessa. La coppia inizierà così una vita insieme e per conto proprio assai tormentata in cui, per mantenersi, il giovane ritornerà a spacciare droga e conseguentemente a compromettere di nuovo il proprio futuro. Nel frattempo la protagonista, ormai allontanata e libera dalle assurde ingerenze della comunità religiosa, deciderà di costruirsi un promettente futuro riprendendo gli studi universitari.
Primo e riuscito lungometraggio del regista Marco Danieli, "La Ragazza del Mondo" non si limita a raccontare una pura e semplice relazione sentimentale travagliata ed ostacolata, ma in particolar modo quanto certi "gruppi" o congregazioni nella società, quale possa essere la comunità dei Testimoni i Geova, condizionino in maniera preponderante ed assurda chi ne fa parte. Ma in questo caso particolare il regista, più che esprimere una condanna diretta ai Testimoni di Geova, condanna in generale (e descritto registicamente quanto mai egregiamente e chiaramente) un forte e quanto mai castrante condizionamento, nonchè addirittura accecamento, da parte di certe dottrine o "sette". E la giovane protagonista viene, infatti, presentata come fortemente condizionata e giudicata, per non dire addirittura ostacolata, nel suo modo di pensare ed agire come individuo libero, dalle ferree regole a capo dell'intero assetto religioso di cui fa parte che sempre di più la allontanano dalla realtà quotidiana e dal contatto diretto col mondo esterno, sebbene questo in netta contrapposizione ed addirittura, per il suo ragazzo, "border line". Ma sarà proprio questa estrema e così differente realtà che fortunatamente indirizzerà la protagonista verso un futuro sicuramente più consono e promettente.
Ottimi Sara Serraiocco (già ampiamente lodata per i suoi precedenti "Salvo" e "Cloro") e Michele Riondino (sul quale non occorre aggiungere nulla ai già di sempre giudizi positivi) i quali ben impersonano i due protagonisti innamorati e la grandissima differenza dei propri modi di essere ed educazione che piano piano scompare, avvicinandoli sempre più.
Un piccolo consigliabile gioiello di film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
|