Un po' di felicità |
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Un film di Paolo Virzì.
Con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno.
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Titolo originale La pazza gioia.
Commedia drammatica,
Ratings: Kids+13,
durata 118 min.
- Italia 2016.
- 01 Distribution
uscita martedì 17 maggio 2016.
MYMONETRO
Un po' di felicità
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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DOVE SI TROVA LA FELICITA'?di PINTAZFeedback: 1813 | altri commenti e recensioni di PINTAZ |
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lunedì 23 maggio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Beatrice, chiacchierona anche mentre dorme, presunta contessa, confessa anche all'ultimo uomo della terra di essere in intimità con i potenti che governano il mondo. Incontra nella comunità terapeutica, nel pistoiese, Donatella giovane donna piena di tatuaggi e con il volto solcato da un doloroso segreto tanto fragile quanto silenziosa. Entrambe, come altre donne che si trovano nella casa di cura, vengono classificate come socialmente pericolose. Eccolo il nuovo capolavoro del regista toscano Paolo Virzì. La inaspettata amicizia fra le due donne le porterà a una fuga dalla vita strampalata per ricercare, oltre a sé stesse, quella felicità desiderata, e appena intravista nel passato, in quel marasma che viene definito il mondo dei sani. Si ride non fino alle lacrime ma con le lacrime medesime e ci si commuove non fino a ridere ma a sorridere. Il segreto, penso, sia tutto qui. Una straordinaria Valeria Bruni Tedeschi mostra fragilità ironia, perfidia e quella voglia, che appartiene a ognuno di noi, di essere ascoltata senza alcuna preclusione e desiderosa di un abbraccio sincero privo di commiserazione e compassione. Micaela Ramazzotti sempre dentro il personaggio e anche oltre ci porta, con un pugno nello stomaco, alla sconfitta della famiglia, alla frustrazione di donna, in balia degli eventi, ma mai di mamma. Il film ritorna alla Legge Basaglia che introdusse un'importante revisione degli ospedali psichiatrici in Italia e promosse notevoli trasformazioni nei trattamenti sul territorio. Basaglia istituisce subito, all'interno dell'ospedale psichiatrico, laboratori di pittura e di teatro. Anche nel film esiste una cooperativa di lavoro per i pazienti, che così cominciano a svolgere lavori riconosciuti e retribuiti. Al termine della pellicola si rimane inchiodati alla poltrona. Mentre si tira fuori il fazzoletto, e non per il raffreddore, ho pensato a quello che il regista toscano ha voluto che si percepisse. Se la società vuole riconoscere la follia come essenzialità della ragione nel quotidiano, perchè ci deve essere la scienza che in virtù di questo vuole eliminarla?
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