La ragazza senza nome |
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Un film di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne.
Con Adèle Haenel, Jérémie Renier, Olivier Gourmet, Fabrizio Rongione.
continua»
Titolo originale La fille inconnue.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 113 min.
- Belgio 2016.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 27 ottobre 2016.
MYMONETRO
La ragazza senza nome
valutazione media:
2,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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LENTO COME LA SOLITUDINE DEL RIMORSOdi PINTAZFeedback: 1813 | altri commenti e recensioni di PINTAZ |
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domenica 6 novembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Jenny Davin è una dottoressa molto stimata tanto che l'ospedale della città in cui vive, Liegi, ha deciso di offrirle un incarico di rilievo. Con il suo ambulatorio di medico conosce Julien, uno studente in medicina, che diventa stagista. Una sera, un'ora dopo la chiusura, qualcuno, che poi risulta essere una giovane ragazza di colore, suona al campanello e Jenny decide di non aprire poichè l'ambulatorio risultava chiuso da oltre un'ora. Il giorno dopo la polizia chiede di vedere la registrazione del video di sorveglianza dello studio perché una la donna è stata trovata morta nelle vicinanze. Si tratta di colei a cui Jenny non ha aperto la porta. Sul corpo non sono stati trovati documenti. A questo punto, tormentata dai sensi di colpa, Jenny decide di scoprire l'identità della ragazza, per poterle dare almeno una degna sepoltura. I fratelli Dardenne, nonostante la trama possa coinvolgere, non danno spunto allo spettatore di avere, nel corso delle indagini, un minimo di pathos. Pellicola di una lentezza sbalorditiva tanto che, d'acchito, pensavo di assistere a uno di quei film francesi, tra l'altro ben fatti, ma risalenti agli anni settanta sperando, almeno, di veder spuntare Alain Delon piuttosto che Simon Signoret. Anche da parte della polizia si è puntato non tanto al desiderio di trovare il colpevole quanto alla spasmodica ricerca del nome della donna. La voglia di Jenny nel cercare la verità fine a se stessa, ma soprattutto una collocazione anagrafica, rende il personaggio stesso asettico, apatico e, pur commiserevole nei confronti dei pazienti, sempre distaccato per evitare coinvolgimenti emotivi. Il paesaggio, volutamente plumbeo, e l'assenza di musiche di sottofondo rendono tutto sotto la linea di godibilità. L'inverosimilità di alcune scene, tra cui i due inseguimenti, non fa altro che appesantire la pellicola, che a tratti (volutamente?) sembra un 8 mm, cercando di arrivare al termine. Il finale, scontato, non aggiunge e toglie niente. Strenua nos excertia inertia: anche per la dottoressa la frustrazione costante, al tramonto della storia, l'ha logorata...
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