jakmandolino
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martedì 21 febbraio 2017
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delusione (e noia) mortale
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Se questa era la pellicola più divertente in mostra a Venezia, non oso immaginare le altre.
Avrò riso due volte, sorriso tre; gli sbadigli invece non si contano.
Una storia surreale con cui era difficile fare un film noioso è invece una lenta sequenza di riflessioni mollicce e dialoghi scialbi, tra personaggi sballottati in un viaggio assurdo, ma reso banale e fiacco da una regia documentaristica, che anzichè donare freschezza, conferisce quella patina della noia che riveste solo certi filmini di famiglia (quelli degli anni 70/80, senza audio).
Peccato che io abbia trascinato al cinema tre amici, fuorviato dalle recensioni esaltanti di critica e pubblico e dal trailer.
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Se questa era la pellicola più divertente in mostra a Venezia, non oso immaginare le altre.
Avrò riso due volte, sorriso tre; gli sbadigli invece non si contano.
Una storia surreale con cui era difficile fare un film noioso è invece una lenta sequenza di riflessioni mollicce e dialoghi scialbi, tra personaggi sballottati in un viaggio assurdo, ma reso banale e fiacco da una regia documentaristica, che anzichè donare freschezza, conferisce quella patina della noia che riveste solo certi filmini di famiglia (quelli degli anni 70/80, senza audio).
Peccato che io abbia trascinato al cinema tre amici, fuorviato dalle recensioni esaltanti di critica e pubblico e dal trailer. Aveva invece ragione quell'unico utente qui dissenziente, che a metà film ha abbandonato la sala.
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(di spione)
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mauridal
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martedì 21 febbraio 2017
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balcani coast to coast
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Una commedia ironica , che induce al sorriso e al buon umore ,più che alla riflessione sulle condizioni descritte nel film, dell’Europa e degli stati appartenenti all’unione di fatto, come il Belgio e a quelli aspiranti ad entrarvi come la Turchia. Quando un film affronta tematiche più complicate di quelle che il regista voleva affrontare con leggerezza , allora bisogna apprezzare con l’occhio leggero appunto, tutto il film e in speciale modo i personaggi , l’improbabile Re Nicolas III, e la sua corte scombiccherata, ma anche il personaggio chiave della storia ovvero un ancor di più scombinato regista inglese di documentari , incaricato dal re a filmare il viaggio di ritorno di tutta la corte dalla Turchia dove il re si trovava per visita di stato e da dove riparte improvvisamente , ripercorrendo a ritroso tutta l’Europa in macchina , in Bus o addirittura a piedi ,Coast to Coast per rientrare subito in patria a causa di un colpo di stato .
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Una commedia ironica , che induce al sorriso e al buon umore ,più che alla riflessione sulle condizioni descritte nel film, dell’Europa e degli stati appartenenti all’unione di fatto, come il Belgio e a quelli aspiranti ad entrarvi come la Turchia. Quando un film affronta tematiche più complicate di quelle che il regista voleva affrontare con leggerezza , allora bisogna apprezzare con l’occhio leggero appunto, tutto il film e in speciale modo i personaggi , l’improbabile Re Nicolas III, e la sua corte scombiccherata, ma anche il personaggio chiave della storia ovvero un ancor di più scombinato regista inglese di documentari , incaricato dal re a filmare il viaggio di ritorno di tutta la corte dalla Turchia dove il re si trovava per visita di stato e da dove riparte improvvisamente , ripercorrendo a ritroso tutta l’Europa in macchina , in Bus o addirittura a piedi ,Coast to Coast per rientrare subito in patria a causa di un colpo di stato . Ora La fantasia degli autori è veramente tanta ad immaginare un colpo si stato in vallonea, o in Fiandra , come dire una rivolta dei cantoni svizzeri o una ribellione dei sanmarinesi verso il Vaticano. Dunque un sorriso surreale, direi , che il film strappa agli indulgenti spettatori , per una storia iperrealista ,ma confortata dalla faccia interpretativa di Peter Van den Begin l’ imbranato re triste, che non sa mai cosa fare . Intanto il film ha un rimbalzo di interesse nel personaggio di un regista inglese, forse per un omaggio alla Brexit, che gira un road movie del viaggio di rientro del re nel film che lo racconta , e dunque le immagini si accavallano e si crea un effetto sdoppiamento di film nel film. Potremmo concludere che il vero regista,il belga, Brosens ha girato un doppio film a sua insaputa, considerando l’andamento sciroccato di tutta la storia. (mauridal)
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antonio ruggiero
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domenica 12 febbraio 2017
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ma kusturica ci azzecca o non.......
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IL COMMENTO DI UN PENSIONATO AL CINEMA
La coppia d registi i belgi Peter Bronsens e Jessica Woodwoorth, non devono avere molto a cuore la monarchia del loro paese, per cui hanno deciso di girare un simpatico film, in cui si divertono a mettere alla berlina il loro attuale Re Filippo del Belgio (Il titolo originale della pellicola è infatti King of Belgians). Il copione prevede anche la loro presenza sullo schermo. Si incarnano infatti in un estroverso e grassoccio filmmaker inglese, assoldato dalla Regina consorte, per girare un documentario volto a rendere più amabile la figura del Sovrano.
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IL COMMENTO DI UN PENSIONATO AL CINEMA
La coppia d registi i belgi Peter Bronsens e Jessica Woodwoorth, non devono avere molto a cuore la monarchia del loro paese, per cui hanno deciso di girare un simpatico film, in cui si divertono a mettere alla berlina il loro attuale Re Filippo del Belgio (Il titolo originale della pellicola è infatti King of Belgians). Il copione prevede anche la loro presenza sullo schermo. Si incarnano infatti in un estroverso e grassoccio filmmaker inglese, assoldato dalla Regina consorte, per girare un documentario volto a rendere più amabile la figura del Sovrano. La Regina, che intravediamo solo all'inizio del film, ma la sentiremo intervenire spesso via smartphone, ha una unica ossessione: che nel documentario sia immortalato il volto sorridente del Re. Ma strappare un sorriso al Re del Belgi: uno spilungone, pallido ed incupito (interpretato dal bravo attore Peter Van den Begin) non è cosa facile. Per riuscirci, I due registi escogitano una serie di espedienti. Per prima cosa inviano il Sovrano ad Istanbul per una visita ufficiale,con uno staff reale e documentarista al seguito. Poi fanno scoppiare una rivoluzione in Belgio, ed una tempesta solare in cielo, per cui tutto si blocca. Niente voli aerei, niente comunicazioni, niente protocolli da rispettare. Si apre una partentesi di allegra anarchia, che durerà pochi giorni. Recisi i fili che lo imbalsamavano, il Re potrà finalmente prendere qualche decisione di testa sua, infischiandosene del governo belga e della consorte. Potrà dedicarsi anche a qualche piacevole "sbandata", tipo: travestirsi da sirena del Mar Nero, uscire di strada col furgone per non investire una tartaruga, assaggiare il kebab, fare il bagno nudo in Adriatico, ecc., ecc.. E da ultimo, anche sorridere, e farsi filmare mentre sorride, ma senza esagerare, come si conviene ai Re dell'Europa del Nord. Di gran lunga migliore la prima parte del film, la più umoristica e surreale. Poi il ritmo della narrazione si appesantisce...peccato. Comunque un film simpatico nella sua bizzarria.
Come fanno i bravi cinefili, avrei voluto concludere il commento con una citazione dotta. Per es. sottolineare che il film richiama volti e paesaggi molto cari ad Emir Kusturica. Cerco su internet, ma nessuno dei bravi critici lo ha finora citato. Non so dove fare copia ed incolla. Mi viene un dubbio....: ma Kusturica ci azzecca ?
Si consiglia il film ai pensionati dotati di humor e di baffi.
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marconicastro
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martedì 14 febbraio 2017
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risate e buon umore
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Non sono un critico e non sono belga non mi permetto di analizzare in profondità il film che a me è piaciuto. Finalmente si può ridere con arguzia e semplicità.
Un bel film che consiglio anche a coppie e famiglie con bambini perchè si esce dalla sala con il buonumore e la soddisfazione di aver speso bene soldi e tempo.
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