È solo la fine del mondo |
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Un film di Xavier Dolan.
Con Gaspard Ulliel, Nathalie Baye, Léa Seydoux, Vincent Cassel.
continua»
Titolo originale Juste la fin du monde.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 95 min.
- Francia 2016.
- Lucky Red
uscita mercoledì 7 dicembre 2016.
MYMONETRO
È solo la fine del mondo
valutazione media:
3,41
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il tutto è inferiore alla somma delle partidi robroma66Feedback: 3301 | altri commenti e recensioni di robroma66 |
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domenica 11 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Dopo dodici anni di assenza, ho paura di tornare, di rivederli” dice il protagonista. Louis, drammaturgo di successo, torna dai suoi per annunciare la sua morte imminente. A casa lo accoglie una famiglia che è un concentrato di tipologia umana della società occidentale: la sorella Suzanne lo mitizza; la madre è affettuosa ma autoreferenziale e spera che ogni frattura si ricomponga; il fratello Antoine è violento, respingente, timoroso che il ritorno del figliol prodigo sparigli le carte; la cognata Catherine è insicura, intuitiva, tenera e impacciata. Film acclamato dalla critica e scelto a rappresentare il Canada per il miglior film straniero agli Oscar 2017, è tratto da una pièce teatrale del 1990 del francese Jean-Luc Lagarce, morto di AIDS nel 1995. L'origine teatrale della sceneggiatura si percepisce nettamente e il film ha il sapore della rappresentazione nella camera chiusa, anche se non manca qualche scena in esterno. Il risultato complessivo è come la proprietà olistica al contrario, nel senso che il tutto è meno della somma delle parti. Infatti regia e interpretazioni sono superlative ma il film non mi è piaciuto granché. Le emotività sono molto ben rappresentate, perfino pedissequamente direi: nevrosi, disagio, insicurezze, ossessioni, nodi irrisolti, incomunicabilità, brutalità delle relazioni interfamiliari. Ma rimane un film circolare -come un loop in forma di flusso di coscienza del quale non si vede la fine-, dai virtuosismi compiaciuti come se il regista giocasse a fare l'enfant prodige e a dimostrare quanto vale. E mi ha abbastanza annoiato, se non per la follia brutale di Vincent Cassel (l'autolesionista Antoine) che almeno ti fa sperare che qualcosa di dirompente stia per succedere.
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