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Ultimo aggiornamento lunedì 31 ottobre 2016
Il film prende spunto da fatti documentati sullo sbarco degli americani per romanzare una storia d'amore inventata, quella tra Arturo e Flora. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, 7 candidature e vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office In guerra per amore ha incassato 4 milioni di euro .
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New York, 1943. Arturo Giammarresi, palermitano trapiantato in America, sogna di sposare la bella conterranea Flora, ma lei è già promessa a Carmelo, figlio del braccio destro di Lucky Luciano. L'unico modo per ottenere la mano di Flora è quello di chiederla direttamente al padre della donna, rimasto in Sicilia. E siccome anche gli Alleati stanno per sbarcare in Trinacria Arturo si arruola nell'esercito americano e approda nel paesino di Crisafulli dove comandano, in ordine sparso, la Madonna, il Duce, il boss locale Don Calò e un pugno di gerarchi fascisti. I destini di Arturo si incroceranno con quelli degli abitanti di Crisafulli e soprattutto di un tenente dell'esercito yankee, l'italoamericano Philip Chiamparino, entrato in guerra per amore del suo Paese e dotato di un senso alto dell'onore.
Dopo il successo di La mafia uccide solo d'estate, Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, torna dietro la cinepresa con una storia scritta insieme a Michele Astori e Marco Martani, cercando di replicare il fortunato format del film precedente: una commedia che nasconde una visione indignata della realtà italiana passata e presente, con particolare attenzione allo strapotere mafioso in Sicilia. L'idea di partenza anche questa volta è buona: raccontare lo sbarco degli Alleati nel sud dell'Italia come un punto di svolta per le sorti non solo della Seconda Guerra Mondiale ma anche della diffusione tentacolare di Cosa Nostra.
Il problema è che, per i primi tre quarti della sua durata, In guerra per amore non ritrova la cifra originale di Pif, quell'umorismo surreale e politically incorrect con cui il regista-sceneggiatore raccontava i delitti di mafia a Palermo attraverso il punto di vista del bambino protagonista, e crea invece un pastiche cinematografico fra La vita è bella e Baaria, passando per Hair e Forrest Gump (già ispirazione dichiarata di La mafia uccide solo d'estate).
La confezione è curata e c'è una grande attenzione per le ricostruzioni d'ambiente, le luci, i costumi, la fotografia, gli effetti speciali: il che sarebbe tutto positivo, ed è certamente indice di un genuino desiderio di crescita artistica. Ma il Pif autore si perde in una serie di riferimenti altri e nel tentativo di creare un prodotto esportabile dando spazio a innumerevoli cliché sulla Sicilia ai tempi della guerra: chissà cosa ne direbbe la National Italian American Foundation, che da anni si batte contro l'immagine stereotipata degli italiani e italoamericani nel cinema.
In guerra per amore è dedicato ad Ettore Scola, anche questa un'iniziativa encomiabile, ma controproducente in quanto invita lo spettatore a paragonare la scrittura elegante e sottile di un grande maestro del nostro cinema, capace di creare personaggi a tutto tondo e situazioni di dolorosa e profonda verità, con quella di questo film, che è lontana anche da quella misurata e sagace di La mafia uccide solo d'estate. La denuncia finale, basata su un documento storico davvero importante, arriva tardi ed è espressa in toni aulici, sottolineati da un commento musicale (di Santi Pulvirenti) che non dà tregua al pubblico per tutta la narrazione e soffoca quei silenzi che dovrebbero essere altrettanto importanti delle parole, soprattutto in un film ambientato in Sicilia. Viene voglia di ricominciare dal fondo e risalire attraverso la storia di In guerra per amore inserendo ad ogni snodo più pudore, più rabbia, e più attenzione al vero.
Quel che invece resta straordinario è il cast di caratteristi siciliani, costantemente al di sopra del materiale a loro disposizione: in particolare Sergio Vespertino e Maurizio Bologna nei panni di Saro e Mimmo, Maurizio Marchetti in quelli di Don Calò, e Lorenzo Patané nel ruolo dell'odioso Carmelo.
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Pif nel suo primo film in qualità di regista si era incentrato sull'operato della mafia, ripercorrendo la strage di capaci del 23 maggio 1992, quella di via d'amelio dello stesso anno e tante altre altre morti fra cui quella di Carlo Alberto dalla chiesa e Boris Giuliano ed un ragazzo di nome Arturo Giammaresi che aveva fatto la conoscenza di quest'ultimi, volgendo una [...] Vai alla recensione »
Da uno spunto tratto da documento vero, un gran bel film; solido, a tratti commovente, e comunque sempre venato da quella stessa sarcastica ed autoironica - e per questo spesso carsica - denuncia sociale che ha caraterizzato "la mafia uccide solo d'estate". E' un film che ha il pregio fondamentale di proporre verità importanti e su temi devastantemente rilevanti, con un'iron&igr [...] Vai alla recensione »
La capacità di Pif universalmente riconosciuta è quella di far riflettere su tematiche di un certo spessore, e a volte anche di alta drammaticità, con un tono lieve di commedia. In questo caso il livello è sempre alto e non solo per l'ottima sceneggiatura, ma sopratutto per la vicenda centrale del viaggio bellico in Sicilia per amore, intrecciato in un mondo in evoluzione [...] Vai alla recensione »
"In guerra per amore" è il film che ogni siciliano dovrebbe andare a vedere. "Andare"..perchè va visto al cinema, rigorosamente, senza streaming, buffering, download...parole fin troppo lontane dal contesto da cui stai per farti rapire. All'antica. Ti 'ntracchi, ti impupi e paghi per una lezione di storia, la tua. Per appropriarti di qualcosa che non ricordavi ti appartenesse già.
Del modo di raccontare di PIF si era già capito tutto con i suoi programmi TV e con la sua,sopravvalutata, opera prima.Non ci si doveva quindi aspettare nulla di più dal suo secondo film.Lo sforzo produttivo è stato notevole è lodevole : mezzi,comparse,costumi,fior di caratteristi.Le intenzioni civili e morali decisamente elevate,l'idea e il soggetto ottimi.
Torna in questi giorni nelle sale cinematografiche con il suo secondo film "In Guerra per Amore", Pif, e nuovamente il regista/attore, nonchè sceneggiatore, affronta il tema della presenza della mafia nel nostro Paese. Se nel suo precedente "La Mafia Uccide Solo d'Estate" la vicenda viene ambientata ai giorni nostri, in questa sua seconda pellicola la storia è, invece, ambientata nel 1943, e precisamente [...] Vai alla recensione »
Dopo "La mafia uccide solo d'estate" Pif colpisce ancora con un altro capolavoro. Il film è toccante, e riesce a spaziare tra la commedia e il serio. Bravissimi attori, con una regia azzeccatissima, e una trama semplice ma di non facile gestione. Ma Pif è riuscito a essere credibile e a tenere il film in equilibrio perfetto, senza mai far pentire lo spettatore di vedere [...] Vai alla recensione »
Invertiamo l'inizio della scheda di presentazione: il film prende spunto da una storia d'amore inventata, quella tra Arturo e Flora (gli stessi nomi de La mafia uccide solo d'estate) per romanzare lo sbaco degli americani in SIcilia, basandosi su fatti documentati. I nomi citati in epilogo sono significativi. Lì comprendiamo che non è uno scherzo, che il comizio mafioso tenuto [...] Vai alla recensione »
Non raggiunge quell'equilibrio narrativo del precedente film tuttavia merita un plauso; ci sono ottimi caratteristi, momenti di autentico cinema (si veda la corsa al rifugio antiaereo) e si trascorre il tempo piacevolmente coccolati dalla indubbia capacità di Pif di raccontare le storie in modo originale.
Bisogna sintonizzarsi su di un tipo di cinema molto particolare, all’incrocio tra il surreale, l’impegnato, la commedia e il dramma. L’approccio è sorridente, di grande levità, ma nulla toglie alle cose serie che il film riesce a dire. C’è qualcosa di chapliniano in questo stile che abbiamo già sperimentato con “La mafia uccide solo d’estate” e che anche qui si esercita su di un problema tutt’altro [...] Vai alla recensione »
Mondo, seconda guerra mondiale. Arturo Giammaresi; immigrato siciliano residente a New York, ama Flora ma costei è promessa sposa ad un giovanotto arrogante. L'unica soluzione sarà arruolarsi nelle forze di sbarco in Sicilia e chiedere la mano al padre dell'amata. Attraverso la guerra il regista ci propone un viaggio di speranza e amore, che mira però a ben altro: la rinascita della Mafia ad opera [...] Vai alla recensione »
La grande prova fornita dai numerosi attori caratteristi siciliani di cui la maggior parte di noi ignorava i nomi e i loro curricula, la denuncia sugli intrecci tra mafia e politica fatti risalire all'occupazione dell'esercito americano in Sicilia durante la seconda guerra mondiale, quando i generali statunitensi al fine di evitare sommosse e ribellioni da parte delle popolazioni locali, decisero di [...] Vai alla recensione »
Una gradevole commedia, ben recitata da bravi attori, nella quale si trattano indirettamente temi seri di grande rilevanza storico-politica ( mafia e imperialismo statunitense ). Dal punto di vista storico, della scenografia e dell' ambientazione é un coacervo di sviste, di errori, di imprecisioni, di superficialità.
Credo che la forza di questo film sia nascosta nella storia di come gli americani sbarcarono agevolmente in Sicilia,e di come favorirono la nuova ascesa della mafia. Il resto delle storie (tra cui quella tra i due amanti,che dovrebbe essere la principale) sembrano accozzagliate quasi senza senso e rimangono un pò sospese. Pif lo ritengo un bravo regista,ma la sua recitazione un pò piatta unita a [...] Vai alla recensione »
Dopo l'esordio folgorante mi aspettavo da Pif francamente molto di più. Temo sia stato un fuoco di paglia. Ci troviamo di fronte ad un film scritto maluccio e recitato peggio. I personaggi sono o inconsistenti o pure macchiette. Il film arranca fin dall'inizio con un montaggio sempre fuori tempo. Le storie si intrecciano senza un preciso senso. Sembra che le scene siano infilate un po' a casaccio più [...] Vai alla recensione »
Film che è da considerarsi abbinabile (come cifra stilistica e tematica) all'opera prima di Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif) "La mafia uccide solo d'estate". Ma non ne è affatto un prequel (come da altre parti è stato scritto) bensì una riproposizione dello stesso tema del film precedente visto da una prospettiva diversa che lo rende molto più complesso e carico di significati del primo.
Dopo il suo primo successo, La mafia uccide solo d’estate, Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, torna sul tema. Ci torna sempre attraverso il genere della commedia tra i pori della quale – piano piano – sale e traspare una pagina di storia nazionale. È la ricetta dell’antico farmacista: lo zucchero prima dell’amaro.
Non ha la leggerezza dell'opera prima, disseminata qua e là della poesia minimalista stemperata nella nostalgia dell'infanzia (anche se volendo essere pignoli ci sarebbe da dire che in fin dei conti abbiamo tutti una infanzia da rimpiangere, uffa!). No, questa seconda prova cinematografica si propone come un assemblaggio randomizzato di personaggi, che più che tali sono macchiette, [...] Vai alla recensione »
Il secondo film è sempre difficile specie quando il primo è stato un successo. Pif si ripete, realizzando una commedia molto carina da vedere, dove ancora una volta vengono raccontati temi molto importanti in maniera molto soft, intervallati da una storia d'amore. Non tutti penso sappiano di come la mafia sia rinata con lo sbarco degli alleati in sicilia, molti dei nuovi mafiosi furono collaboratori [...] Vai alla recensione »
La mafia l’ha raccontata in maniera deliziosa Pif in “la mafia uccide solo d’estate”. E in questa sorta di sequel ideale il giovane regista siciliano torna a mettersi in scena sotto il nome di Arturo Giammarresi che è un giovane immigrato siciliano negli States nel 1943 Gli alleati stanno per sbarcare sulle coste siciliane ed Arturo decide di partire per [...] Vai alla recensione »
Dopo l'esordio folgorante mi aspettavo da Pif francamente molto di più. Temo sia stato un fuoco di paglia. Ci troviamo di fronte ad un film scritto maluccio e recitato peggio. I personaggi sono o inconsistenti o pure macchiette. Il film arranca fin dall'inizio con un montaggio sempre fuori tempo. Le storie si intrecciano senza un preciso senso.
Confezionare un prodotto altamente digeribile per trasmettere messaggi scomodi è sicuramente difficile Il cinema di denuncia è nel corso dei decenni passato da Petri de Le mani sulla città a epigoni vetero sessantottini che non si reggono neppure nel più ideologico dei cineforum. Eppure ne La mafia uccide solo d'estate aveva trovato un equilibrio che qui non c'è.
"In guerra per amore" di Pif (Pierfrancesco Diliberto) e' un filmino della nuova commedia all'italiana che tanto fatica a riacquistare quel livello che una stagione, temo irripetibile, le aveva assegnato e che tuttavia riesce a sottrarsi alla completa banalizzazione riuscendo come fa a suscitare alcuni interrogativi, a farci porre alcune domande. La vicenda si snoda fra New York e la Sicilia al tempo [...] Vai alla recensione »
In generale: film un po' piattino, ma da considerare per il valore del punto di storico che presenta e la cura con cui è stato realizzato. Consigliato: sì. Complimenti all'idea di dare una visione dello 'sbarco' che non tutti conoscono, guidata dal filo conduttore dell'amore, per la propria donna e per la propria terra. Buona la regia: lineare, senza colpi di genio ma senza neppure errori, [...] Vai alla recensione »
Deludentissimo questo secondo film di Pif. I contenuti restano gli stessi, in primis l'accusa all'organizzazione mafiosa, all'imperialismo americano, alla politica corrotta.. Possiamo parlare di porte che è diventato impossibile aprire perchè sono già sfondate? Forse no.. E' sempre utile ricordare che l'Amerika non salva le nazioni perchè è una [...] Vai alla recensione »
Il film riesce a prendere lo spettatore sin dal principio in una gradevole altalena di comicita',ironia e tragedia.Il mix ben dosato di tutti gli interpreti lo rendono gradevole e interessante.Pif riesce nuovamente a rappresentare la realta di una terra di Sicilia che è colpevole di essere stata inerme ed assente nelle opportunità del cambiamento e di essere stata ed essere ancora violentata dalla [...] Vai alla recensione »
È un bel film, non è un film rigorodamente storico altrimenti sarebbe stato un rrammone e avrebbe richiesto altri budget, ma la cosa piú importante riesce a farla: far capire come mai la mafia nel dopoguerra abbia dominato la politica italiana. Le industrie erano al nord, i capitali pure, gli intellettuali anche, eppure la mafia siviliana è riuscita a dominare la politica [...] Vai alla recensione »
Bel film, ben recitato e diretto. La trama particolare con uno sfondo storico poco conosciuto ma importante. Si ride, ci si commuove e si riflette. Bravo Pif, un gran bel film!
Pif sorprende nuovamente in positivo, con quell'aria malinconica e a tratti stralunata, ambienta la sua opera durante la seconda guerra mondiale, unendo commedia e drammaticità degli eventi con notevoli doti. Una storia che invita a riflettere su quanto accaduto durante lo sbarco degli americani in Sicilia ed il rapporto fra Mafia e Stati Uniti d'America, il tutto sempre con leggerezza, [...] Vai alla recensione »
E' un capolavoro che invita alla riflessione storica chi per superficialità classifica troppo frettolosamente buoni e cattivi sulla base delle convenienze del momento. Proprio come il nonno che idolatra Mussolini e poi lo rinnega per un barattolo di latte in polvere lasciato da coloro che lo hanno messo nelle mani della mafia. Il film andrebbe rivisto sotto altra ottica anche da chi ha [...] Vai alla recensione »
Bello, ben diretto e recitato e soprattutto divertente,in alcune scene molto divertete. Pif sta prendndo sempre più confidenza con la macchina da presa econ l'arte di far sorider e ridere, pur raontano storie drammatiche. A vedere il film si riscotrano alcuni fatti sorici impotati che riguardano la Sicilia e che piegano in qualche modo lo strapotere della Mafia fino alla fne del secolo [...] Vai alla recensione »
Sono andata a vederlo un po' prevenuta, é difficile reggere il ritmo dopo il successo del primo film di esordio. Invece Pif ha nuovamente colto nel segno. Spiritoso, ironico, sentimentale, con il,solito finale da Pino nello stomaco, dove sbatte in faccia, allo,spettatore, la verità. Bravo, non deludi mai.
Sono andata al cinema per puro caso e mi aspettavo una commediola rosa ben confezionata...Via via in un crescendo incalzante ma delicatissimo vengono sviscerati problemi gravissimi che per anni abbiamo affrontato in riunioni di collettivi e seminari con la leggerezza di un battito d'ali...Certo forse si sono ispirati alla "Vita è bella" di Benigni, per il soggetto, qualcuno può vederci altre citazioni, [...] Vai alla recensione »
Delizioso, garbato,intelligente. dopo avere visto la Maffia uccide solo d'estate pensavo che non sarebbe riuscito ad eguagliarlo invece lo supera.Credo che in futuro Piff ci sorprendeRa, a meno che esaurite le storie di Maffia, la sua vena si esaurisca. spero proprio di no. consigliato.
Dopo lo splendido esordio, PIF ci regala un'opera seconda del medesimo pregio. Il tema è sempre quello della mafia ambientato questa volta durante la seconda guerra mondiale, quando lo sbarco americano favorì l'entrata in politica di Cosa Nostra. La pellicola è divertente, intelligente, poetica e satirica al tempo stesso, nel medesimo modo della precedente.
Visto domenica 30 ottobre , in una sala in provincia di Palermo gremitissima. Concordo con la Signora Paola Casella nel reputare il film un poco troppo debole nello spiegare, magari didascalicamente gli antefatti politici ( all'uscita sentivo dire : ...."ai tempi di Mussolini i mafiosi erano tutti in galera"....). Ma di fatto regge l'impianto generale ed alcune [...] Vai alla recensione »
Diretto con mano felice, il film si fa apprezzare per la sua sana ingenuità. Nulla di speciale, tanto deja vu, ma la passione di Pif contagia. Bella fotografia, sceneggiatura così così, interpretazione sopra la media. Leggerezza.
A differenza delle altre nazioni, noi italiani non abbiamo paura di mostrare le nostre debolezze, l’incapacità di sentirci cittadini e non sudditi, e tanto altro ancora che emerge da questa splendido film che mogio mogio, cacchio cacchio, con maestria e leggerezza ti porta a guardare dentro di te, a solleticare il tuo senso di giustizia e a spingerti (come del resto solo una Jena di vecchio [...] Vai alla recensione »
In base a quale assunto gli errori in un prodotto presentato sul mercato andrebbero "perdonati"? in base alle idee politiche del negoziante? o alla simpatia del commesso? tipica mentalità italiota: sì, siamo inaffidabili, poco professionali, sconclusionati, ma se facciamo l'occhiolino e diamo una pacca sulla spalla, be', chi ci batte più? se poi alziamo il mento [...] Vai alla recensione »
Un gran bel film. Niente da dire. Pif mescola sapientemente, come un regista consumato, ironia e impegno, divertimento e denuncia, pennellate e personaggi credibili. Il bel cinema italiano d'autore....
mediocre commedia all'italiana che non rispetta nemmeno gli eventi storici, perchè se è vero che gli americani ebbero abboccamenti con la mafia prima dello sbarco in Sicilia è altrettanto vero che la 45° divisione di fanteria USA agli ordini del generale Patton, su suo specifico mandato, non fece prigionieri provocando più di un massacro.
Prima o poi qualcuno dovrà sapercelo dire: qui in Italia le sceneggiature non abbiamo il tempo di scriverle come vorremmo, non abbiamo voglia di rileggerle o proprio non le sappiamo scrivere? Temo sia la terza... Altrimenti come spiegare un film del genere? un film che viaggia a dieci all'ora su un'autostrada tutta per sé, una storia scombinata, rabberciata eppure costruita su [...] Vai alla recensione »
Il confronto con "La mafia uccide solo d'estate" è impietoso. Qui si decolla solo nel finale, con il discorso del neo nomiato sindaco del paese, ma è troppo tardi. La storia del ragazzo che va a combattere in Sicilia per poter chiedere la mano della sua ragazza al padre non prende mai il giro, resta tutto un po' prevedebile e mancano completamente le geniali trovate [...] Vai alla recensione »
il film è onestamente fichissimo. la storia e gli attori sono favolosi gli errori (se vogliamo trovarli e sicuramente ci sono) si perdonano
La critica snob alla Festa di Roma non l'ha proprio stroncato, ma accolto con freddezza. Diavolo d'un Pif, è impazzito? Presenta a un festival un film divertente e pretende recensioni favorevoli? Impari da quel filippino che non va mai sotto le quattro ore e ha le mensole piene di premi. Dunque, dicevamo. Nel suo secondo film, dopo La mafia uccide solo d'estate, un'altra commedia spassosa, acuta e [...] Vai alla recensione »
Non si può certo dire che Pif abbia tradito la sua poetica. Di nuovo c'è un protagonista che stravolge la realtà con gli occhi della sua innocenza; e se in La mafia uccide solo d'estate lo sguardo era quello di un bambino, in In guerra per amore abbiamo un giovanotto, Arturo, incarnato da Pif stesso come una sorta di «idiota» alla Dostoevskij; o, meglio, un Candide siculo di New York che, per tornare [...] Vai alla recensione »
Chiamiamolo pure il Candid siciliano, il novello Forrest Gump o il volto dolce di Maresco: Pif, all'anagrafe Pierfrancesco Diliberto, non soffre davanti a tali etichette perché nel tempo cadranno da sole lasciando spazio a un unico marchio distintivo dei suoi film: "à la Pif". Etica ed estetica del nuovo suo sforzo cinematografico non si distanziano, infatti, dal precedente La mafia uccide solo d'estate [...] Vai alla recensione »
Per raccontare la collusione tra mafia e liberazione alleata nella Sicilia della Seconda guerra mondiale, Pif riprende lo sdegno umoristico e dolceamaro dell'ottimo film d'esordio, ma non trova, già in sceneggiatura, l'equilibrio tra fatti e aneddoti, denuncia e farsa. Tra la noiosa voce fuori campo, i costumi curati e puliti e la fotografia netta, francamente di scarsa mimesi, si fatica a farsi largo [...] Vai alla recensione »