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Ultimo aggiornamento lunedì 3 settembre 2018
Uno spaccato sulla vita di Olli Mäki, felice anche nella sconfitta. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai European Film Awards, In Italia al Box Office La vera storia di Olli Mäki ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 15,9 mila euro e 15,1 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Nell'estate del 1962 a Olli Mäki, giovane sportivo finlandese, viene data l'opportunità di sfidare in casa il campione americano dei pesi piuma Davery Moore. Per lui, ragazzo di umili origini, sarebbe l'occasione di diventare una celebrità di fama mondiale, per la sua nazione quella di essere finalmente riconosciuta nel circuito sportivo internazionale. Ma Olli non sembra essere affatto esaltato dall'idea di intraprendere questa impresa, tutte le sue energie sono infatti concentrate sul suo amore nascente per Raija e sulla nostalgia per la sua semplice quotidianità.
Al suo esordio alla regia Juho Kuosmanen pare voler ribadire la distanza che divide le matrici del suo cinema con quelle di un certo tipo di intrattenimento americano: trasforma così l'incontro di pugilato tra i due sportivi nella messa in scena dell'eterna lotta tra eroe e anti-eroe.
E con questo film si schiera ovviamente dalla parte del secondo, riducendo il suo protagonista ad un personaggio molto più simile a quei perdenti cinici già visti nella filmografia di Aki Kaurismaki (punto di riferimento esplicito per il regista), piuttosto che a quelli interpretati da Sylvester Stallone. Le scene di preparazione all'incontro diventano quindi funzionali esclusivamente a far emergere il lato più ironico e sarcastico della tradizione nordica che sembra voler giocare con tutta la cultura cinematografica del mito sportivo e alla fine distruggerla. Dall'uso del bianco e nero, alla rappresentazione ai limiti del ridicolo del manager sognatore del pugile, tutto è una grande parodia che trova i suoi momenti di serietà solo quando si allontana dal ring: in quegli attimi in cui Olli riacquisisce i valori della semplicità e la consapevolezza che l'ambizione non sia una componente che appartiene alla sua persona.
Di conseguenza, il classico ritmo a tempo di musica degli allenamenti forsennati e l'epicità dell'azione made in USA lascia spazio ai silenzi e alle frasi fuori luogo del felice perdente che non vede l'ora di tornare tra i boschi con la sua amata, che di certo non è l'Adriana di Rocky, è anzi l'esatto opposto della donna che desidera la straordinarietà del proprio partner. La leggerezza e l'umiltà con cui viene proposta questa parabola anti-intrattenimento e contro spettacolarizzazione fa del film un'opera prima originale e divertente nel suo essere dissacratoria, senza avere l'ambizione (come il suo protagonista) di voler essere ricordata negli annali del cinema.
Forse la morale del film è la cosa che conta è essere amati, trovarsi, stare insieme, cercarsi, sentire la mancanza, una fortuna veramente per pochi, bella la scena finale della donna che augurandosi dice << diventeremo cosi? >> Personalmente un buon film, però le inquadrature devono piacere, gli interpreti idem, i nudi sotto la doccia si potevano evitare, e forse [...] Vai alla recensione »
Cannes. Sezione Un Certain Regard. Anno 2016. Giusto per sapere da dove viene il film, che ha poco da spartire con "Hotel by The River" di Hong Sang-soo, appena visto al Locarno Festiva. Hanno in comune solo il bianco e nero: qui, pellicola a 16 millimetri ritrovata in qualche magazzino. Se il bianco e nero, unito al pugilato, fa immaginare un "Toro Scatenato" made in Finlandia, sappiate che "La vera [...] Vai alla recensione »
Cominciamo dai titoli di coda. Osservandoli con attenzione, scopriamo che quella coppia di vecchietti apparsa fugacemente sullo sfondo dello schermo, giusto un attimo prima della fine, non è stata affatto messa lì per caso. Sono loro i "veri" protagonisti del film: quell'uomo e quella donna sono Olli Màki e la sua compagna adesso, e le loro vicende, all'inizio degli anni 60, ci sono appena state raccontate. [...] Vai alla recensione »