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Ultimo aggiornamento venerdì 15 aprile 2016
Un agente della CIA viene ucciso e porta con sé nella tomba dei segreti fondamentali. C'è solo un modo per recuperare quei segreti... In Italia al Box Office Criminal ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 1 milioni di euro e 450 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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L'agente della CIA Bill Pope ha stretto un accordo con "l'Olandese", un giovane hacker che, in cambio di un bel bottino e una garanzia di sicurezza, può impedire che il controllo di un arsenale finisca nelle mani sbagliate, quelle dell'anarchico Heimdahl. Ma l'agente Pope, unico detentore delle informazioni riguardo il luogo in cui si trovano tanto l'hacker quanto i soldi, viene assassinato e al capo della sezione inglese della CIA, Quaker Wells, non resta altra scelta che affidarsi al dottor Franks, per un esperimento mai tentato prima: trasferire la memoria di Pope nel cervello di Jerico Stewart, detenuto nel braccio della morte, incapace di distinguere il bene dal male e di provare sentimenti.
Anziché raccontare la vicenda, più solita, di come un essere umano viene vessato e brutalizzato psicologicamente al punto da non provare più alcuna emozione e regredire ad uno stato animalesco in cui il male subito si restituisce senza indugio duplicato, Criminal, pur accennando a questo come ad un antefatto presente, si cimenta nel racconto inverso, di come un uomo possa ricominciare a sentire e a scegliere il bene, nonostante una base di presupposti mentali e culturali contrari. Basta veramente poco, però, per intuire che, da qualsiasi verso si guardi il percorso, l'intento è comune ed è un intento morale, nel migliore dei casi, se va male, moraleggiante. Ci spiace, dunque, se nell'intenzione di regista e sceneggiatori c'era una sorpresa di sorta, ma non crediamo nemmeno un minuto alla log line promozionale che vorrebbe Kevin Kostner per la prima volta nei panni di un super cattivo: non solo non ci inganna, ma non è nemmeno "disegnato così".
Eppure, l'intrattenimento offerto dal film è tutto lì, nel cattivone che comincia a sciogliersi, nei grugniti del condannato a morte che si fanno improvvisamente parole pronunciate con perfetto accento francese o ringraziamenti di cui il malcapitato non conosceva nemmeno l'esistenza. In questi frangenti il film ha un sapore noto ma pur sempre efficace e Kostner può riproporre con successo il suo sguardo sofferto e malinconico, quella solitudine che faceva innamorare il pubblico nella sua golden age e torna a dire che non ha esaurito tutte le cartucce.
Il problema è che, a sorreggere questo delicato equilibrio e questo accenno di commedia dei sentimenti, occorreva un thriller credibile, che ne facesse una parentesi molle dentro un meccanismo di ferro e di genere, ma proprio qui il film di Ariel Vromen fa acqua, non solo per il pressapochismo della parte fantascientifica (siamo nell'ordine degli stessi temi e problemi di Self/Less di Tarsem Singh, complice lo stesso Ryan Reynolds) ma anche perché non si era mai visto, per esempio, un capo dalla CIA tanto imbranato e un Gary Oldman di conseguenza tanto impacciato. Le code inutili e i facili sentimentalismi prendono a questo punto il sopravvento con disinvoltura, scombinando del tutto gli equilibri ideali del film.
E' una pregevole scena d'azione l'incipit di CRIMINAL, la spy story diretta da Ariel Vromen. Siamo a Londra: l'agente Bill Bope/Ryan Reynolds (breve apparizione, la sua) finisce in coma portandosi dietro i suoi segreti. Il dottor Franks/Tommy Lee Jones sta giusto elaborando una tecnica per il trasferimento della memoria, e ha il pure soggetto adatto.
CRIMINAL, LO SVILUPPO DELL’UMANITÀ 2.0 E LA MANCANZA DI CREDIBILITÀ La memoria è lo scriba dell’anima Aristotele Come dice lo slang del suo stesso cognome, Ariel Vromen, “Wrong man”, è interessato agli uomini sbagliati. Il regista di Criminal è infatti israeliano.
Il film uscito nel 2016 è di difficile classificazione perché pur essendo un thriller è fortemente drammatico e contiene notevoli risvolti di fantascienza, quale ad esempio la possibilità di innestare un cervello umano nel corpo di un altro uomo (spunto scopiazzato malamente da Lanthimos in Povere creature) La regia è di Ariel Vromen israeliano con un ridotto curri [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film che sottende un’antropologia sottile, da leggere tra le righe, fondata sulla biochimicità dell’essere umano. Una fantascienza di nicchia, che chiamerei fantabiologia, con cui sono totalmente d’accordo. Il fondamento scientifico di tale antropologia si può trovare, ad esempio, in un ottimo libro di Louis Cozolino, psicologo americano, intitolato “Neur [...] Vai alla recensione »
"Criminal"(Ariel Vromen, 2016)film che non si sa se classficare"d'azione", come thriller o come film drammatico(l'opzione 1 e 3 sono più realistiche)racconta di un agente CIA attivo a Londra che cerca di sgominare un pericolo per il mondo, creato da un anarchico spagnolo(il cui nome e cognome, però, sembra arabo, certo non catalano, come il suo interprete Jordi [...] Vai alla recensione »
Un agente CIA in missione a Londra rimane vittima di una imboscata. A seguito della sparatoria l'uomo è clinicamente morto ma l'agenzia incarica un dottore di trasferire la memoria dell'agente in quella di un altro soggetto e la scelta cadrà su uno psicopatico pluricondannato. Il film fa acqua da tutte le parti. Non c'è praticamente nulla da salvare.
Con più di un debito verso "Self/Less",il regista del discreto "The Iceman"sforna un action fantascientifico di solito ritmo forsennato ma assai grezzo e pieno di clichè.Se è perdonabile la mancanza di verosimiglianza(e non solo dal punto di vista scientifico),e nella prima parte il personaggio di Jericho è simpaticamente schizzato e cattivo,nella [...] Vai alla recensione »
Non riesco a capire come si possa produrre un film come questo: sceneggiatura zero, una storia che fa acqua da tutte le parti senza decidersi tra fantascienza, fantapolitica e sentimentalismo, un cast di attori con Kostner e Oldman e un irriconoscibile Tommee Lee Jones da brividi ( ... in negativo naturalmente). L' idea di base del trasferimento della memoria non è nuova, ma è sviluppata [...] Vai alla recensione »
Il film della domenica tutto nachos e popcorn,con buoni intenti un'idea sviluppata marginalmente e un kostner in buona forma,senza pretese ma non proprio da buttare ,il classico film anglo/americano da divano a casa che riprende generi e personaggi riproposti variando l'incarto.
Film d'azione crudo e violento dove un rozzo e brutale galeotto si vedrà improvvisamente costretto a far le veci di un agente segreto, al fine di sventare un intricato piano criminale. Vicenda surreale ma tutt'altro che frivola, dove si intrecciano violenza e rapporti umani senza snaturare un copione avvincente seppur lineare. Regia e cast di ottimo livello, impreziosito da un Costner ruvido come [...] Vai alla recensione »
Un buon film d'azione i cui dialoghi e alcune scene trovano la loro novità nel trapianto del lobo se non erro frontale da un cadavere ad un organismo vivo privo di ogni sentimento. Per il resto, il film è consigliato a chi è amante dei film prodotti dalla casa di produzione Millenium film che ha per eccellenza il produttore Avi Lerner.
thriller d'azione davvero fatto bene che riesce a evitare i punti morti che spesso caratterizzano quel genere. Cast di primo ordine che non delude le attese. Apprezzabile l'idea di umanizzare anche uno spietato criminale. non è il miglior thriller d'azione che abbia mai visto ma merita di essere visto .
"Criminal", fil di Ariel Vroman(2016) è un film attuale, ossia su temi attuali, quali la minaccia del terrorismo, le spie interne, sull'onda anche di casi recenti, i"rinuncianti", il trapianto di cervello(non ancora attuato, invero), ma il tutto rimane"indeterminato", non meglio chiarito, un po'rapsodicamente sospeso: eccessivo l'uso del flash-back, [...] Vai alla recensione »
ma nulla di speciale, film d'azione adatto per una serata relax
Viene trasferita la memoria da un morto ad un criminale, Kevin Costner ci regala un’altra “perla” di cinematografia, come dire, i tempi di”balla coi lupi” sono sempre piu’ lontani.
Buon film d'azione. Reynolds muore quasi subito, ma il cuore del film si trasferisce immediatamente in Costner, galeotto che, per uno shock in età infantile, non distingue il giusto dallo sbagliato e non prova la seppur minima emozione. Le esperienze di vita del primo, grazie ad una tecnica chirurgica sperimentale, vengono trasferite nel secondo e, col passar dei minuti, il criminale spietato [...] Vai alla recensione »
a noi è piaciuto azione e romanticismo tanta violenza ma con una logica .grande kostner .lo rivedro volentieri in dvd
Film bellino che non ti annoia. Spiazza un po' la nova vox molto rauca di costner. Unico appunto al regista : in alcune prime vision, si è scordato di eliminare il corpo di pope, che viene ritratto di schiena mentre è in intimità con la moglie.
C'era una volta il B-movie. Che non è mai stato veramente un film di serie B nel senso peggiorativo del termine, ma solamente un prodotto meno costoso, secondario e ancillare di una industria basata su produzione di lungometraggi ad alto budget.
Sia nell'accezione prettamente aziendale della Hollywood classica (quella del doppio spettacolo, film di serie B seguito da film di serie A), sia nella più aerea definizione contemporanea, il B-movie dagli anni Cinquanta a oggi ha suscitato spesso la simpatia dei cinefili, magari infastiditi dalle prosopopea dei kolossal (ieri) o blockbuster (oggi) e inteneriti da un cinema medio, popolare, ribaldo, al confine con lo straight-to-video.
Esattamente questo è il caso di Criminal, un film interpretato da adorabili vecchie glorie, alcune ancora inseguite da uno straccio di allure (Kevin Costner, passato indenne persino dalla pubblicità delle scatolette di tonno), altre ormai dimenticate (Gary Oldman), condite da attori in auge oggi (Ryan Reynolds, baciato dal successo imprevisto di Deadpool) ma pronti comunque a interpretare particine di pochi minuti.
Divertente. Film d'azione ricco di azione, come è giusto, ma anche di ironia e autoironia. Sembra un prodotto della scuola Sergio Leone dove gesta e battute dei personaggi sono destinati a farsi ricordare ed essere citati. Un agente della Cia è stato barbaramente torturato e ucciso dall'efferato mostro di turno (Michael Pitt) che naturalmente vuole impadronirsi del mondo.
Kevin Costner si chiama Jerico e non ha l'ombra di un sentimento. Il padre lo brutalizzava, ha passato buona parte della vita in galera, ora è nel braccio della morte. Ne esce solo perché devono "iniettargli" nel cervello la memoria di un agente Cia appena ucciso, che conosceva un segreto decisivo. Ne va della salvezza del mondo. Ma Jerico se ne frega.
Trentun'anni fa, al Lido di Venezia, Kevin Costner scoprì che cosa significa essere un divo amato dagli spettatori italiani. Alla Mostra era stato proiettato il suo film Fandango (poco apprezzato in America) e la platea era andata letteralmente in visibilio. In sala standing ovation, fuori schiere di fan a caccia di autografi. Da allora con l'Italia il divo ha sempre mantenuto uno speciale legame affettivo [...] Vai alla recensione »
Bizzarro thriller, inverosimile, ma avvincente impasto di avventura e tecnologia. Che guaio l'uccisione di uno 007 che conosceva i segreti di certi terroristi. Il capo inglese della Cia Gary Oldman si rivolge al neurochirurgo Tommy Lee Jones, che sta studiando il trasferimento di memoria da un cervello a un altro. Ecco l'uomo adatto per l'esperimento, il pericoloso detenuto Kevin Costner.