orione95
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domenica 8 gennaio 2017
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nulla è reale, tutto è lecito... ma anche no!
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Tratto dall'omonima saga videoludica, ormai cult da quel lontano 2007 in cui vide la luce il suo primo, storico capitolo, "Assassin's Creed" ripropone il più o meno efficace trio Kurzel, Fassbender, Cotillard, già sperimentatosi in "Macbeth", lasciando però stavolta un sapore più amaro sulla bocca dello spettatore rispetto alla precedente produzione dal respiro Shakespeariano.
Operazione dichiaratamente commerciale e principalmente rivolta ai fan del videogioco, "Assassin's Creed" è a conti fatti un prodotto riuscito a metà. O forse anche meno. Andiamo per ordine. Innanzitutto la trama, incentrata sulle gesta dell'assassino andaluso Aguilar de Nerha (il quale, per lo meno al livello di caratterizzazione, non può che soccombere al confronto di uno qualsiasi dei suoi "colleghi" protagonisti degli episodi videoludici), risulta penalizzare lo spettatore casual.
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Tratto dall'omonima saga videoludica, ormai cult da quel lontano 2007 in cui vide la luce il suo primo, storico capitolo, "Assassin's Creed" ripropone il più o meno efficace trio Kurzel, Fassbender, Cotillard, già sperimentatosi in "Macbeth", lasciando però stavolta un sapore più amaro sulla bocca dello spettatore rispetto alla precedente produzione dal respiro Shakespeariano.
Operazione dichiaratamente commerciale e principalmente rivolta ai fan del videogioco, "Assassin's Creed" è a conti fatti un prodotto riuscito a metà. O forse anche meno. Andiamo per ordine. Innanzitutto la trama, incentrata sulle gesta dell'assassino andaluso Aguilar de Nerha (il quale, per lo meno al livello di caratterizzazione, non può che soccombere al confronto di uno qualsiasi dei suoi "colleghi" protagonisti degli episodi videoludici), risulta penalizzare lo spettatore casual. Se infatti da un lato la (sicuramente maggiore) fetta di pubblico gamer sarà pienamente in grado di districarsi tra dinamiche narrative non proprio eccezionali, dall'altro lato il pubblico completamente a digiuno di un qualsivoglia videogioco della saga farà fatica a seguire le fila di una trama che di per se avrebbe molto da offrire, ma che risulta purtroppo narrata in modo talmente approssimativo e superficiale da risultare paradossalmente ed inutilmente ostica. I restanti manufatti dell'Eden (ad eccezione della Mela, la quale poi non è assolutamente approfondita come merita) non vengono neppure accennati, così come la civiltà dei Precursori, ed altri temi fondamentali per una piena comprensione non solo della trama in se, ma anche e soprattutto dei motivi che spingono templari ed assassini a farsi la guerra da secoli (tutte lacune queste ingiustificabili agli occhi dei fan, più o meno accaniti, del videogame). Ed è proprio per nascondere le evidenti debolezze della trama e del profilo narrativo che Kurzel cerca di ovviare al problema invertendo quello che di solito è il normale procedere della narrazione in produzioni di questo tipo: i segreti e le rivelazioni centrali della storia sono "gettati" alla luce con brutale velocità durante la prima parte del film, focalizzando così l'attenzione dello spettatore, per la restante durata della pellicola, nelle (sicuramente più riuscite) scene di combattimento e di corse acrobatiche in pura salsa parkour. Purtroppo anche in quest'ultimo caso un (grande) punto di demerito viene attribuito causa un (inspiegabile ed ingiustificabile) abuso dell'effetto polvere che, concepito per amplificare l'atmosfera, finisce per rovinarla, visivamente e qualitativamente parlando.
Per quanto riguarda le performance dei singoli attori protagonisti Fassbender convince nel suo ruolo di "prescelto reietto", la Cotillard un po' meno, Jeremy Irons si scopre salvifico per tutte quelle scene di ambientazione contemporanea, inevitabilmente prive del mordente e dell'azione delle sequenze con Aguilar (difetto questo direttamente ereditato dal videogame).
Interessante il nuovo aspetto dato all'Animus (di certo inseguendo l'obiettivo di fornire maggiore spettacolarizzazione), figura simbolica e concreta al tempo stesso, varco tra passato e presente, vero e proprio protagonista sin dai tempi di Altair.
Per quanto concerne l'aspetto sonoro c'è poco da aggiungere: sarebbe stato anche sotto questo profilo lecito aspettarsi qualcosa di più, in particolare che la colonna sonora fosse affidata ai "giganti" che in passato curarono alcuni tra i più riusciti soundtracks del videogame, Lorne Balfe e Hans Zimmer, invece bisogna accontentarsi di un Jed Kurzel non proprio convincente, e di certo scritturato per via della parentela col regista.
In conclusione "Assassin's Creed" finisce col tradire le (grandissime) aspettative maturate negli anni, considerando che lunga è stata l'attesa (da parte di videogiocatori e non) per quello che infine si è rivelato essere, sicuramente ad oggi la migliore produzione cinematografica basata su una saga videoludica, ma al contempo un prodotto caratterizzato da abbondanti e vistosi difetti, che però vogliamo avere motivo di credere verranno superati dall'inevitabile (o inevitabili) sequel.
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nick16
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domenica 8 gennaio 2017
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pan di spagna al maraschino
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Trasportare videogiochi sul grande schermo è una cosa che avviene di rado, ancora più raramente avviene in modo soddisfacente. Io parlo da fan della saga (anche se gli ultimi capitoli non mi sono piaciuti) e sono andato al cinema con aspettative basse, per non avere delusioni. Si è rivelata una buona scelta,in quanto mi ha permesso di gustarmi il film senza soffermarmi troppo sui difetti; ma andiamo con ordine. La trama è totalmente creata per il film, anche se la parte presente (molto più importante nella pellicola) è simile alla situazione in cui ci trovavamo nel primo Assassin’s Creed : un discendente di un Assassino viene portato all’Asbergo per cercare la Mela dell’Eden (o forse dovrei dire una Mela? I fan capiranno).
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Trasportare videogiochi sul grande schermo è una cosa che avviene di rado, ancora più raramente avviene in modo soddisfacente. Io parlo da fan della saga (anche se gli ultimi capitoli non mi sono piaciuti) e sono andato al cinema con aspettative basse, per non avere delusioni. Si è rivelata una buona scelta,in quanto mi ha permesso di gustarmi il film senza soffermarmi troppo sui difetti; ma andiamo con ordine. La trama è totalmente creata per il film, anche se la parte presente (molto più importante nella pellicola) è simile alla situazione in cui ci trovavamo nel primo Assassin’s Creed : un discendente di un Assassino viene portato all’Asbergo per cercare la Mela dell’Eden (o forse dovrei dire una Mela? I fan capiranno). Ora io mi chiedo: era necessario creare una nuova storia quando proprio la trama era il punto di forza dei primi capitoli? Soprattutto se poi la si fa così simile. La risposta è no, si esce dalla sala con qualcosa che non quadra, per dirla con le parole di chi ha visto il film con me, quando gli ho chiesto la sua impressione, “bha”. I personaggi hanno uno sviluppo troppo accelerato ed il protagonista passerà da 0 a 100 in un paio di scene, dai risvolti prevedibilissimi e con un paio di tocchi filo-sentimentale della serie mettiamo-un-paio-di-cari-morti-e-vedrai-che-tutto-il-resto-viene-da-se; sistema riutilizzato fino alla nausea nei film in genere e in questo in modo particolare. La parte “nel passato” è praticamente nulla, tutto si riduce a 3 missioni-tipo: la Cattura, la Fuga, il Massacro con tanto di boss-fight; ah, tutto in Spagnolo ovviamente (i doppiatori costano troppo?). Il film, come gli ultimi videogiochi, si affida troppo ai combattimenti che dovrebbero essere una parte minima del tutto, altrimenti lo chiamiamo Warrior’s Creed che è più adatto; tra l’altro quelli nel presente sono ridicoli: gente con la migliore tecnologia a questo mondo perde contro 3-4 tipi che tenevano sotto-chiave, inoltre mandano guardie senza armi da fuoco contro gente che, grazie all’Effetto Osmosi, può tenere testa ad una decina di avversari. I giocatori affezionati avranno poi da ridire su molte questioni (l’Animus, la Mela, l’Osmosi, …,….,) ma non mi metto a fare tutto perché non mi bastano i caratteri; dirò solo che la Mela dovrebbe essere un oggetto ai limiti del sovrannaturale (tipo l’Atomica per gli uomini delle caverne), invece i suoi meccanismi vengono capiti in un battibaleno. Aspetteremo il seguito, che purtroppo ci sarà, e magari speriamo che la Ubisoft la smetta di uscirsene con ‘ste trovate e si metta d’impegno per il nuovo AC (il videogioco intendo).
A tutti un Requiet in pace (scusate la grammatica), mai pronunciato nel film.
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(di vander87)
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storyteller
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giovedì 5 gennaio 2017
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un buon film rovinato da un finale imperfetto
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Un film ben scritto, con dialoghi e soluzioni narrative in buona misura convincenti, e ottimamente recitato (difficile stabilire chi sia più in parte tra Fassbender, Cotillard e Irons), ulteriormente impreziosito da un valido cast di supporto e scenografie assolutamente pazzesche - sia per la fedeltà della ricostruzione storica che per l'eleganza riposta nella scelta delle inquadrature. Paga il necessario tributo agli aspetti più convincenti del videogioco e non dimentica di integrare a dovere scene d'azione ipercinetiche e una colonna sonora tanto funzionale quanto creativa.
I veri problemi risiedono negli ultimi quindici minuti. Il resto della recensione contiene spoiler sulla trama, se non volete anticipazioni non andate oltre.
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Un film ben scritto, con dialoghi e soluzioni narrative in buona misura convincenti, e ottimamente recitato (difficile stabilire chi sia più in parte tra Fassbender, Cotillard e Irons), ulteriormente impreziosito da un valido cast di supporto e scenografie assolutamente pazzesche - sia per la fedeltà della ricostruzione storica che per l'eleganza riposta nella scelta delle inquadrature. Paga il necessario tributo agli aspetti più convincenti del videogioco e non dimentica di integrare a dovere scene d'azione ipercinetiche e una colonna sonora tanto funzionale quanto creativa.
I veri problemi risiedono negli ultimi quindici minuti. Il resto della recensione contiene spoiler sulla trama, se non volete anticipazioni non andate oltre.
Innanzitutto, Cristoforo Colombo: con la sua (riconosciuta) fama di schiavista e persecutore, non mi sembra la figura storica adatta per ricoprire il ruolo di aiutante degli Assassini, naturalmente inclini alla libertà di azione e di pensiero. Tantomeno mi sembra sensato che Aguilar gli affidi la Mela.
La conclusione, in particolare, risulta essere sia implausibile (il capo della Abstergo che attiva un artefatto risalente all'inizio dei tempi premendo un bottone, l'idea stessa che sia possibile controllare l'umanità servendosi di un oggetto in grado di ammansire persino chi lo utilizza... e parlo avendo finito il gioco. Secondo me questi aspetti non sono stati resi a dovere. Volendo, si potrebbe aggiungere l'assurdità della sequenza in cui tre uomini, muniti di qualche coltello e una cappa scura, entrano indisturbati in quello che dovrebbe essere il luogo meglio sorvegliato dell'intero pianeta) che anticlimatica (non c'è pathos durante il ritrovamento della Mela, non c'è un vero climax durante il "confronto" finale con Rikkin, e il continuo mutamento caratteriale nel personaggio della Cotillard alla fine lascia più spaesati noi che lei).
Questi "difetti", comunque, vanno ricondotti a quella che probabilmente è stata una scelta della produzione: imporre a Kurzel un finale "monco" che aprisse la strada a dei sequel, rinunciando a una chiusura definitiva e magari un po' più risolutiva. Per parte mia, trovo che il film ne avrebbe giovato parecchio, e temo che questa "scelta" - in barba alla moda dei seguiti - potrebbe ritorcerglisi contro.
In conclusione, un piccolo grande kolossal d'autore, anche se con un finale abbastanza difficile da riscattare.
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fabian t.
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martedì 24 gennaio 2017
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una delusione inaspettata
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Presentato esageratamente come il miglior film tratto da un videogioco, "Assassin's Creed" lascia davvero perplessi per la palese mediocrità con cui è stata affrontata la trama e alcune scelte registiche. La sceneggiatura annaspa senza stile e creatività dall'inizio alla fine. Ancora una volta ci si affida troppo agli effetti speciali e troppo poco alla credibilità e alla qualità della storia. A peggiorare il tutto vi è poi la scelta del regista di privilegiare un po' troppo le scene ambientate nel presente, pesantemente pessimistiche e seriose, a scapito di quelle (poche) ambientate nel 1492 che invece erano le uniche a risultare coinvolgenti e convincenti.
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Presentato esageratamente come il miglior film tratto da un videogioco, "Assassin's Creed" lascia davvero perplessi per la palese mediocrità con cui è stata affrontata la trama e alcune scelte registiche. La sceneggiatura annaspa senza stile e creatività dall'inizio alla fine. Ancora una volta ci si affida troppo agli effetti speciali e troppo poco alla credibilità e alla qualità della storia. A peggiorare il tutto vi è poi la scelta del regista di privilegiare un po' troppo le scene ambientate nel presente, pesantemente pessimistiche e seriose, a scapito di quelle (poche) ambientate nel 1492 che invece erano le uniche a risultare coinvolgenti e convincenti. Oltre alla pessima resa narrativa e a dialoghi irritanti, si aggiunge il tono cupo generale che rivela invece come prendersi troppo sul serio non è mai una scelta azzeccata. La vera nota positiva è senz'altro la presenza degli ottimi attori coinvolti, da Marion Cotillard a Michael Fassbender. Elemento, però, insufficiente a risollevare le sorti del film. Peccato.
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harloch74
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venerdì 6 gennaio 2017
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dal videogioco al film e viceversa
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Fare film ispirati a videogiochi come la recente scuola insegna e' sempre un rischio: tra prodotti riusciti (pochi) ve ne è un numero sempre maggiore di flop o di film riusciti a metà.Questo perché non è facile per un regista o sceneggiatore poter esprimere tutto il suo potenziale creativo dovendo stare chiuso in una rigida gabbia che ne detta i confini.In questo caso la gabbia si chiama Ubisoft e i confini sono quelli del videogioco assassin's Creed dove regista,sceneggiatore e attori devono per forza stare ingabbiati per non rischiare di alterare lo spirito del gioco.e qui sta la bravura di tutto un cast che si deve cimentare in tale impresa,poiché è vero che rispetto a "pac man" i videogiochi ormai hanno una tecnica e un impianto narrativo tale da farli uscire dal semplice intrattenimento ludico e accostarli sempre di più a film interattivi ma è anche vero che rimangono pur sempre giochi dove il fine è ovviamente quello di giocare e vivere in prima persona le situazioni create dal gioco.
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Fare film ispirati a videogiochi come la recente scuola insegna e' sempre un rischio: tra prodotti riusciti (pochi) ve ne è un numero sempre maggiore di flop o di film riusciti a metà.Questo perché non è facile per un regista o sceneggiatore poter esprimere tutto il suo potenziale creativo dovendo stare chiuso in una rigida gabbia che ne detta i confini.In questo caso la gabbia si chiama Ubisoft e i confini sono quelli del videogioco assassin's Creed dove regista,sceneggiatore e attori devono per forza stare ingabbiati per non rischiare di alterare lo spirito del gioco.e qui sta la bravura di tutto un cast che si deve cimentare in tale impresa,poiché è vero che rispetto a "pac man" i videogiochi ormai hanno una tecnica e un impianto narrativo tale da farli uscire dal semplice intrattenimento ludico e accostarli sempre di più a film interattivi ma è anche vero che rimangono pur sempre giochi dove il fine è ovviamente quello di giocare e vivere in prima persona le situazioni create dal gioco.Quindi ci si trova davanti a un film naturalmente nato per essere vissuto passivamente che si basa su una storia e personaggi nati per essere vissuti in prima persona :praticamente sarebbe come prendere un ape 50 e andare sul circuito di Monza.Con questa lunga premessa cerco di far capire che sia il regista Justin Kurzel che il cast di attori a cominciare dal protagonista il bravo Michael Fassbender hanno fatto del loro meglio per creare un impianto narrativo e personaggi credibili all'interno della rigida gabbia.e infatti le scene più ispirate al videogioco,quelle ambientate nella metà del 1400 sono perfette e portano lo spettatore dentro il gioco guidandolo a scoprire come il protagonista scoprirà tramite i ricordi genetici del suo avo,dove si nasconde la mela del Eden,mela che secondo i templari che si celano oggi dietro una multinazionale,e' l'origine del libero arbitrio.Dove pecca il film sono le parti ambientate al giorno d'oggi che risultano lente ma che servono da collante per la trama.Buona anche l'idea del Animalum la macchina che lega il protagonista ai ricordi del suo avo.Nel complesso è un film discreto,niente di eccezionale,ma sinceramente credo non si potesse far di meglio.
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themaster
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giovedì 19 gennaio 2017
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???
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Prendendo riferimento dall'immaginario collettivo creato da Ubisoft nell'ormai lontano 2007,Assassin's Creed di Justin Kurzel porta in scena una storia completamente slegata dalle vicende narrate nel videogame e costruisce da questa base solida i propri (pochi?) punti di forza.
Michael Fassbender è Callum Lynch,figlio di due membri della confraternita degli assassini che,rapito dalla Abstergo Industries,gestita dai nemici storici degli assassini,ovvero l'ordine dei Templari,viene inserito in un macchinario denominato Animus,che permette,sfruttando l'acido desossiribonucleico del soggetto inseritovi,di fargli rivivere le vicende dei propri antenati,dai più vicini a più remoti.
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Prendendo riferimento dall'immaginario collettivo creato da Ubisoft nell'ormai lontano 2007,Assassin's Creed di Justin Kurzel porta in scena una storia completamente slegata dalle vicende narrate nel videogame e costruisce da questa base solida i propri (pochi?) punti di forza.
Michael Fassbender è Callum Lynch,figlio di due membri della confraternita degli assassini che,rapito dalla Abstergo Industries,gestita dai nemici storici degli assassini,ovvero l'ordine dei Templari,viene inserito in un macchinario denominato Animus,che permette,sfruttando l'acido desossiribonucleico del soggetto inseritovi,di fargli rivivere le vicende dei propri antenati,dai più vicini a più remoti.
L'incipit non è certamente semplice da gestire e infatti Kurzel toppa proprio nell'aspetto narrativo.
Mentre la trama nel passato è sciatta e quasi inesistente,limitandosi a restituire quella spettacolarità tipica della serie e tanto millantata nei trailer,la parte ambientata nei giorni nostri o comunque in questa sorta di futuro distopico riesce a tratti a coinvolgere e malgrado il potenziale,non sempre ci riesce.
Uno dei pregi di Assassin's Creed è che accettando alcune cose e qualche spiegazione un pò affrettata,riesce ad arrivare anche a chi non conosce il videogame,da questo punto di vista è comprensibile e perfettamente visibile la superiorità del media cinematografico a quello videoludico,da sola un'opera cinematografica di un'ora e quaranta circa,riesce ad essere molto più approfondita e godibile di un videogioco dalla durata di venti ore e fischia.
Fassbender è stato bravo entro i limiti nei panni di Callum Lynch e prestante e credibile nella parte di Aguilar,gli stuntmen sono ridotti all'osso,inoltre la pellicola non soffre di CGI eccessiva in quanto i set e le comparse sono state create appositamente,dando quel senso di artigianalità che una pellicola ad ambientazione storica dovrebbe avere,tuttavia a conti fatti le parti peggiori risultano proprio queste ultime per il semplice motivo che l'epicità non esiste,è tutto eccessivamente patinato,il sangue latita anche nelle scene di combattimento e la fotografia è veramente troppo artificiosa e se poteva funzionare per un film come Macbeth,in questo film stona incredibilmente,inoltre Kurzel ha esuberato in ralenty e velocizzazioni che sembrano spettacolari nei primi due minuti ma poi lasciano il fianco ad una certa mancanza di profondità.
Oltre a Callum Lynch,il resto dei personaggi sono veramente molto piatti,da una Marion Cotillard malamente doppiata ma che recita sempre nello stesso modo,ad un Brendan Gleeson veramente sotto tono per finire poi ad un Jeremy Irons in vacanza premio che risulta ormai cotto a puntino e bollito al punto giusto.
Al contrario di molti film tratti da videogame di successo Assassin's Creed è sia nel bene che nel male un prodotto fortemente cinematografico anche nello sviluppo di trama e personaggi che però,se pur migliori di quelle viste nel videogioco,non riescono mai ad imprimersi nella testa di chi guarda,lasciando nello spettatore inesperto un senso di soddisfazione e divertimento e comunicando a tutti quelli più smaliziati,un senso di incompiutezza e la consapevolezza che con un pò di cura in più ci saremmo trovati davanti a qualcosa di grandioso e innovativo nel genere,per come ci è stato dato in pasto invece,Assassin's Creed è un'occasione sprecata,tecnicamente valido a tratti ma con delle inesattezze che rendono la formula poco digeribile ai più.
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elpiezo
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sabato 7 gennaio 2017
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avvincente trasposizione!!!
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Trasposizione cinematografica dell'omonimo videogioco, in Assassin's Creed si narrano le vicissitudini di Callum Lynch, un detenuto dalle curiose discendenze costretto a rivivere i lontani ricordi ancestrali attraverso una sofisticata macchina temporale. Un coriaceo Micheal Fassbender ben si destreggia nella duplice parte di violento detenuto e letale guerriero incappucciato, in un incessante passaggio tra le solide mura di un ospedale futuristico e le fumose strade di una belligerante Spagna del xv secolo, l'insistente ricerca di una verità celata in un letale connubio di storia e mistcismo, una pellicola d'azione efferata che omaggia egregiamente la fortunata serie ludica.
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khaleb83
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venerdì 12 maggio 2017
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sconclusionato
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Riproporre il film seguendo pari pari i passi del videogioco sarebbe stato un errore, ma per un prodotto così noto era una scelta difficile. La produzione è stata coraggiosa; purtroppo, oltre a parte del cast, i pregi di questo film sono già terminati.
Sicuramente Fassbender è uno dei migliori attori della sua generazione, e anche in questo film riesce a brillare; Irons risulta un po' appannato ma è pur sempre un'icona, la Rampling e Gleeson hanno poco più che camei che poco vanno a incidere sul risultato finale. La tanto osannata Cotillard, invece, merita un bel pollice verso, in una recitazione sempre eccessivamente teatrale laddove non sarebbe assolutamente richiesta.
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Riproporre il film seguendo pari pari i passi del videogioco sarebbe stato un errore, ma per un prodotto così noto era una scelta difficile. La produzione è stata coraggiosa; purtroppo, oltre a parte del cast, i pregi di questo film sono già terminati.
Sicuramente Fassbender è uno dei migliori attori della sua generazione, e anche in questo film riesce a brillare; Irons risulta un po' appannato ma è pur sempre un'icona, la Rampling e Gleeson hanno poco più che camei che poco vanno a incidere sul risultato finale. La tanto osannata Cotillard, invece, merita un bel pollice verso, in una recitazione sempre eccessivamente teatrale laddove non sarebbe assolutamente richiesta. Pare incapace di aprire normalmente gli occhi, sono o chiusi o sbarrati.
La trama del film poteva anche essere decente, un buon modo di trasporre le atmosfere e lo spirito "senza tempo" dei giochi su pellicola, non fosse che a un certo punto perde completamente senso. Sconclusionata, per l'appunto, non riesce a mantenere il senso, arrivando a nodi di trama che vanno avanti senza un effettivo motivo. L'evoluzione del protagonista appare quasi immotivata quanto è brusca, e ci sono elementi come il salto della fede presi dal videogioco e incastrati senza un motivo, una spiegazione né un senso all'interno della storia; di più, si cerca di dar loro importanza fondante senza un senso di sorta. Persino le scene di azione finiscono per lo più per essere troppo frenetiche, difficili da seguire.
Un film che veramente non vale la pena guardare, due ore sprecate della mia vita.
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storyteller
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lunedì 9 gennaio 2017
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un buon film rovinato da un finale imperfetto
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Nota: ripubblico il presente commento, completo di votazione.
Un film ben scritto, con dialoghi e soluzioni narrative in buona misura convincenti, e ottimamente recitato (difficile stabilire chi sia più in parte tra Fassbender, Cotillard e Irons), ulteriormente impreziosito da un valido cast di supporto e scenografie assolutamente pazzesche - sia per la fedeltà della ricostruzione storica che per l'eleganza riposta nella scelta delle inquadrature. Paga il necessario tributo agli aspetti più convincenti del videogioco e non dimentica di integrare a dovere scene d'azione ipercinetiche e una colonna sonora tanto funzionale quanto creativa. I veri problemi risiedono negli ultimi quindici minuti.
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Nota: ripubblico il presente commento, completo di votazione.
Un film ben scritto, con dialoghi e soluzioni narrative in buona misura convincenti, e ottimamente recitato (difficile stabilire chi sia più in parte tra Fassbender, Cotillard e Irons), ulteriormente impreziosito da un valido cast di supporto e scenografie assolutamente pazzesche - sia per la fedeltà della ricostruzione storica che per l'eleganza riposta nella scelta delle inquadrature. Paga il necessario tributo agli aspetti più convincenti del videogioco e non dimentica di integrare a dovere scene d'azione ipercinetiche e una colonna sonora tanto funzionale quanto creativa. I veri problemi risiedono negli ultimi quindici minuti. Il resto della recensione contiene spoiler sulla trama, se non volete anticipazioni non andate oltre. Innanzitutto, Cristoforo Colombo: con la sua (riconosciuta) fama di schiavista e persecutore, non mi sembra la figura storica adatta per ricoprire il ruolo di aiutante degli Assassini, naturalmente inclini alla libertà di azione e di pensiero. Tantomeno mi sembra sensato che Aguilar gli affidi la Mela. La conclusione, in particolare, risulta essere sia implausibile (il capo della Abstergo che attiva un artefatto risalente all'inizio dei tempi premendo un bottone, l'idea stessa che sia possibile controllare l'umanità servendosi di un oggetto in grado di ammansire persino chi lo utilizza... e parlo avendo finito il gioco. Secondo me questi aspetti non sono stati resi a dovere. Volendo, si potrebbe aggiungere l'assurdità della sequenza in cui tre uomini, muniti di qualche coltello e una cappa scura, entrano indisturbati in quello che dovrebbe essere il luogo meglio sorvegliato dell'intero pianeta) che anticlimatica (non c'è pathos durante il ritrovamento della Mela, non c'è un vero climax durante il "confronto" finale con Rikkin, e il continuo mutamento caratteriale nel personaggio della Cotillard alla fine lascia più spaesati noi che lei). Questi "difetti", comunque, vanno ricondotti a quella che probabilmente è stata una scelta della produzione: imporre a Kurzel un finale "monco" che aprisse la strada a dei sequel, rinunciando a una chiusura definitiva e magari un po' più risolutiva. Per parte mia, trovo che il film ne avrebbe giovato parecchio, e temo che questa "scelta" - in barba alla moda dei seguiti - potrebbe ritorcerglisi contro. In conclusione, un piccolo grande kolossal d'autore, anche se con un finale abbastanza difficile da riscattare.
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lolobo
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lunedì 26 giugno 2017
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pallido tentativo
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Fare una trasposizione cinematografica di un videogioco è sempre un terreno disseminato di trappole, e la fan base è la più insidiosa. Specie se trasponi un gioco come Assassin's Creed, dove la realtà storica e la finzione vanno a braccetto e in cui, negli anni, sono state consolidate Delle meccaniche ben precise. Meccaniche che, purtroppo, nel film sono spazzate via dalla troppa fretta di voler condensare tutto in nemmeno due ore di film, facendo di fatto un tremendo pasticcio in cui le cose accadono più per caso che per logica. Ciò che non vediamo è tanto, troppo, e ciò che non vediamo quasi mai è spiegato.
Alla parte storica, che si svolge nella Spagna dell'inquisizione e che dovrebbeessere il fulcro di tutta la narrazione, sono affidate poche scene e tutte d'azione, con la discutibile decisione stilistica di fare parlare tutti in spagnolo, con la sola conseguenza che la lettura dei sottili distrae lo sguardo da quel poco che di bello ci sarebbe da vedere.
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Fare una trasposizione cinematografica di un videogioco è sempre un terreno disseminato di trappole, e la fan base è la più insidiosa. Specie se trasponi un gioco come Assassin's Creed, dove la realtà storica e la finzione vanno a braccetto e in cui, negli anni, sono state consolidate Delle meccaniche ben precise. Meccaniche che, purtroppo, nel film sono spazzate via dalla troppa fretta di voler condensare tutto in nemmeno due ore di film, facendo di fatto un tremendo pasticcio in cui le cose accadono più per caso che per logica. Ciò che non vediamo è tanto, troppo, e ciò che non vediamo quasi mai è spiegato.
Alla parte storica, che si svolge nella Spagna dell'inquisizione e che dovrebbeessere il fulcro di tutta la narrazione, sono affidate poche scene e tutte d'azione, con la discutibile decisione stilistica di fare parlare tutti in spagnolo, con la sola conseguenza che la lettura dei sottili distrae lo sguardo da quel poco che di bello ci sarebbe da vedere.
Insomma, a mio parere una buona occasione buttata via. Per motivi che non conosco, tanti elementi positivi della saga videoludica di partenza sono stati accantonati per dare spazio ad una narrazione fatta a spizzichi e bocconi che non accontenta né i fan della saga né quelli dei film d'azione. Il finale lascia spazio a un sequel, speriamo che quello possa essere all'altezza del brand.
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